OMELIA NATALE 2004

di Don Antonello Solla

Caro  Gesù  Bambino,

quest’anno ho pensato, al posto della solita omelia,

di indirizzarti una lettera;

sai, proprio come fanno i bambini che, in occasione del tuo compleanno, ti fanno recapitare milioni di scritti, dove, promettendo di diventare più buoni, ti chiedono un sacco di regali!

Innanzitutto ti chiedo scusa se ti annoierò.

Io non ho più l’età: non ho più la freschezza del bambino,

la sua spontaneità, la sua esuberanza.

Io sono adulto,

so bene come va il mondo e poi, ti ricordi, sono anche prete, dunque, conosco bene anche chi sei tu!

Mi hanno fatto studiare un sacco di anni la teologia:

è una materia che abbiamo inventato noi per analizzarti, per radiografarti, in modo tale da essere in grado di dire agli altri chi è Dio, cosa fa, cosa pensa e come agisce!

Ora, però,

vorrei tentare di svestirmi dei panni dell’adulto che ,

sicuro di sé, non ha più lo spazio necessario per accogliere fanciullescamente le sorprese del tuo amore;

non s’intenerisce più di fronte ad un bimbo che si nutre al seno della madre;

non si emoziona davanti ad un’alba o un tramonto;

non gioisce dinnanzi al bacio di due innamorati;

non piange di letizia quando due nemici si stringono la mano e l’odio lascia spazio alla riconciliazione.

Vorrei anche svestirmi, o Signore, degli abiti del sacerdote  - non ti preoccupare!…ora ti spiego in che senso..! - ,

vorrei svestirmi,cioè, di quegli indumenti che mi impediscono di scovarti anche negli occhi di una persona che mal digerisco.

Sai, a volte, noi preti ci ricordiamo poco di quanto hai fatto tu;

crediamo, per il fatto che abbiamo studiato, di dovere insegnare tutto agli altri e spesso consideriamo i fratelli come dei recipienti vuoti da riempire e poco,invece, li accostiamo come delle sorgenti a cui abbeverarci, per depurare le nostre vite un po’ appannate, un po’ spurie.

Vorrei svestire l’abito di colui che fa della vocazione sacerdotale un ruolo, un centro di potere assoluto e indiscutibile;

per vestire, invece, la tonaca dell’ascolto paziente, disinteressato, fraterno e disponibile alla croce.

Si Gesù Bambino, la croce!

Perché la tua greppia è dura, è scomoda, proprio come la croce alla quale la nostra cattiveria ti ha appeso!

Ma ora passiamo alla richiesta dei regali,

per non venire meno al canovaccio che ogni lettera rivolta a te immancabilmente contiene.

Perdonami, le richieste forse saranno molte!

Principalmente oso domandarti per me la disponibilità a lasciarmi plasmare dalla tua Parola;

convertimi,

liberami dalle mie parole,

non darmi scampo, ogni volta che tento di strumentalizzare il tuo vangelo alle mie comodità, alle mie pigrizie,alle mie debolezze,alle mie fragilità,

 al mio peccato.

Concedimi un cuore mite e pacifico;

non permettermi più di guardare la pagliuzza del fratello, se prima non mi sarò fatto aiutare a sgombrare il mio occhio dalla trave che appesantisce la mia vista, e la rende opaca, sfuocata e astigmatica.

Altri regali li chiedo, o Gesù Bambino,per questa comunità cristiana e per tutte le comunità:

Fa che crescano sempre di più nella fraternità,

nella dimestichezza con la tua Parola Santa.

Aiutale a fare in modo che il vangelo s’incarni maggiormente nella vita quotidiana;

fai in modo che la tua Parola abbia sempre qualcosa da dire alla politica, sempre più attraversata dalla smemoratezza che fare politica è servizio al bene comune e non fiato corto sugli interessi di partito o di azienda;

fare politica è costruire sguardi ampi,universali e non calcoli di “bassa lega”;

fai in modo  che il simbolo della tua croce e del tuo presepio, non diventino la scusa blasfema per accrescere gli odi religiosi, ma siano l’incessante riferimento a diventare semplicemente servi;

fai in modo che la pace, primo dono che tu ci hai fatto da Risorto, sia coniugata con parole che  scompaginano e destabilizzano i salotti dei potenti:

giustizia, rispetto dei diritti umani, distribuzione delle ricchezze per tutti e salvaguardia del creato.

Aiutaci a capire, una volta per tutte che il rispetto della vita umana passa necessariamente annunciando senza mezzi termini che:

 l’aborto, l’eutanasia ,la pena di morte,  le guerre ( tutte le guerre: sante,giuste, preventive) , la fabbricazione e la vendita delle armi, sono peccati gravi e chi tace o copre con il vigliacco silenzio/assenso

 si macchia dello stesso reato!

Aiuta la Chiesa, che tu hai fondato sulla roccia di Pietro, a dire con lo stesso coraggio attraverso il quale vieta di accostarsi alla santa comunione ai divorziati,

di proibire di comunicarsi anche  coloro che fabbricano armi, che le vendono, che le usano in guerra;

di proibire di comunicarsi ai mafiosi, ai camorristi e a colui che ha miliardi in banca…perché se c’è gente che muore di fame, quei soldi non sono tutti suoi!

Aiuta me, questa comunità e tutte le comunità cristiane,

a porre come criterio di approccio con i fratelli e le sorelle,

l’unico criterio che usavi e che usi tu:

la pazienza amorosa, la tenerezza di mamma,il vigore di un padre.

Aiutaci ad abbattere i muri delle gelosie, delle invidie, del pettegolezzo, della calunnia.

Infondici  la fiducia nei confronti degli altri;

dacci una buona scorta di dolcezza;

sai,spesso ne siamo sprovvisti e diventiamo ruvidi e scostanti.

Toglici le mani dalle tasche, in modo da potere tenderle verso quelle delle persone che ci stanno accanto;

aiutaci a stringergliele, a sentirne il calore, a gustare quanto sia bello e soave che i fratelli vivano e stiano insieme.

Forse mi sto dilungando, Gesù Bambino,

sei ancora piccolo e già ti carico e ti carichiamo di impegni pesanti….ma in fondo è per questo che tu sei sceso dal tuo trono, per mischiarti con noi,

per innalzare la nostra umanità e renderla divina;

perché Tu sei uno di noi,

Uno con noi,

Uno per noi!

Un’ultima gentilezza, se non ti dispiace,

prova ad uscire dalla culla dove amorevolmente ti ha adagiato la tua e nostra mamma,

in modo tale che ci possiamo adagiare noi …

e tu cullaci,

cullaci insieme a Maria!

Cullaci così tanto che neanche per un istante possa assalirci il grave dubbio di essere soli o abbandonati,perché ciò sarebbe il più grave peccato nei tuoi confronti!

In questa  piccola culla dovrà straci comodamente tutta l’umanità,

tutti i fratelli e le sorelle del mondo;

è un po’ come quei giochi ad incastro,  riescono bene solo se tutti giungono e sono condotti lì,

in quella culla, dalla quale poterti guardare da fratelli,

 da umanità rinnovata e pacificata…

FORSE QUESTO

È IL REGALO CHE TU ESIGI DA NOI!!

 

BUON COMPLEANNO GESU’ E BUON NATALE A TUTTI VOI CHE MI AVETE SOPPORTATO.

Don Antonello Solla

Vercelli