FONTE: MISNA
ITALY 7/5/2004 2:36 |
MISSIONARI
DI DIO, OMISSIONI DI STATO
di
Padre Giulio Albanese
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Church/Religious
Affairs, Standard |
Missione,
dal latino ‘mittere’ (mandare): una parola sulla bocca di tutti.
Curiosamente ognuno ne parla, vantandone una sorta di diritto di
proprietà. Ma al di là del significato teologico, si tratta di un
vocabolo inflazionato, utilizzato a proposito o a sproposito da
politici, intellettuali, operatori umanitari e militari. Senza voler
indugiare in sterili polemiche, sarebbe importante cogliere la linea
di demarcazione tra la missione di chi ha fatto una scelta a
carattere religioso e altri tipi di missione. Poco importa che si
tratti di gesuiti, salesiani, saveriani o comboniani, tutti coloro
che appartengono a queste realtà congregazionali non ricevono
mercede alcuna, la loro è una scelta di vita totalizzante e non
vanno in giro armati. Vivono, alcuni addirittura da decenni, nelle
periferie del ‘villaggio globale’ in Africa, in America Latina,
in Asia o Oceania prodigandosi per i poveri, senza peraltro che la
madrepatria – l’Italia nella fattispecie - sembri accorgersene.
Rischiano spesso la vita, vengono sequestrati o addirittura uccisi
nel quasi totale disinteresse della grande stampa. Nel gennaio del
1999, ad esempio, furono rapiti dai ribelli alla periferia di
Freetown (Sierra Leone) ben 13 missionari, tra cui sei Missionarie
della Carità, la congregazione fondata da Madre Teresa di Calcutta,
delle quali quattro persero tragicamente la vita. Se da una parte è
opportuno riconoscere le competenze e dunque il valore delle varie
professionalità sul campo, al di là del fatto che uno sia in
divisa, impegnato in un’operazione di pace o cooperante a servizio
di un’organizzazione non governativa, dall’altra non è lecito
fare di tutte le erbe un fascio. Vi sono diversi modi di
interpretare la solidarietà a partire proprio dai valori ispiratori
che possono prescindere o meno dalle indennità, dai contributi o da
qualsiasi altra forma di agevolazione. Lo scorso anno il presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi disse pubblicamente che i
missionari fanno onore all’Italia per la loro dedizione
incondizionata in terre lontane. Siamo certi che le sue siano state
parole sincere, ma che vorremmo fossero anche accompagnate da una
maggiore attenzione da parte dello Stato. Basti pensare che quando i
religiosi e i laici missionari sono all’estero è impedito loro di
percepire la pensione sociale e ricevere ogni forma di assistenza
mutualistica. Ma forse proprio per questo è giusto dire che sono
missionari con la ‘M’ maiuscola. (di padre Giulio Albanese)[GA]
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dal sito www.misna.org
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