MISNA
BOLIVIA  13/10/2003 20:19
'GUERRA DEL GAS': VESCOVO DI EL ALTO,

"NEL NOME DI DIO BASTA CON LA VIOLENZA"

Politics/Economy, Standard

"Nel nome di Dio basta con la violenza": a parlare alla MISNA č monsignor Jesůs Juárez, vescovo di El Alto, la cittadina, nei pressi della capitale boliviana La Paz, che da giorni ormai č diventata l'epicentro della cosiddetta 'guerra del gas'. La grande protesta popolare organizzata da sindacati e associazioni locali contro il progetto del governo del presidente Gonzalo Sánchez de Lozada di vendere, ‘svendere’ secondo i manifestanti, il metano boliviano a Stati Uniti e Messico. "La vita č il primo diritto da garantire - ha detto il presule - per questo ieri durante le funzioni domenicali abbiamo lanciato un appello ai soldati e ai poliziotti chiedendo loro di non sparare contro la propria gente a costo di disobbedire agli ordini ricevuti. Abbiamo chiesto anche ai sindacati e alle associazioni di evitare tutte le provocazioni". Parole che per il momento sembrano essere cadute nel vuoto, dato che anche oggi i disordini tra manifestanti e polizia hanno causato la morte di almeno 4 persone (tre a El Alto e una a La Paz) facendo salire il bilancio complessivo delle vittime ad una quarantina. Monsignor Juárez ha definito "estremamente preoccupante" la situazione ed ha precisato che gli animi si fanno facendo di ora in ora "sempre piů caldi". "Mentre stiamo parlando i manifestanti si stanno riversando da El Alto verso la Paz, che adesso č completamente bloccata dalle proteste. Il corteo sta marciando per chiedere le dimissioni del presidente de Lozada colpevole della morte di cosě tante persone" ha spiegato alla MISNA il vescovo boliviano. E pensare che durante la notte il capo di Stato aveva firmato un decreto per sospendere l'esportazione del gas, sperando cosě di riuscire a interrompere la protesta. "Una misura insufficiente e tardiva - ha commentato seccamente monsignor Juŕrez - Urge una soluzione politica e negoziata che consenta di preservare la democrazia. Chiediamo a tutti di interrompere la violenza, ma come Chiesa cattolica da tempo andiamo ripetendo che non puň esserci pace sociale senza una vera giustizia tra tutti i boliviani". Intanto numerose critiche hanno investito nelle ultime ore il presidente Sánchez de Lozada. Senza troppi giri di parole il vicepresidente boliviano, Carlos Mesa, ha preso le distanze dalla strategia decisa dal governo per risolvere le tensioni esplose nel Paese. "Non posso accettare il punto a cui siamo giunti. Non c’č ragione che giustifichi la morte di persone" ha detto Mesa, annunciando anche di aver convocato una riunione urgente del Parlamento. Parlando con i giornalisti, il braccio destro di Sánchez de Lozada ha fatto sapere di avere intenzione di allontanarsi dal partito di governo guidato dal capo di Stato: il Movimento nazionalista rivoluzionario (Mnr). "Chiediamo a chiunque abbia il potere di farlo di mettere fine a questa violenza, che continua a falciare vite umane a gettare nel lutto le famiglie boliviane" ha concluso monsignor Juárez.
[MZ]

 fonte www.misna.org