MISNA
ITALY 18/4/2003 3:09 |
VENERDÌ
SANTO, IN COMUNIONE CON I POPOLI DEL SUD DEL MONDO
di
Giulio Albanese
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Church/Religious
Affairs, Standard |
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Il
Venerdì Santo è un giorno in cui tutti siamo chiamati a fare
silenzio contemplando il mistero della morte di Nostro Signore. Lo
sgomento causato dal dolore è grande, anche se di fatto il
memoriale della passione diventa paradossalmente un’occasione
privilegiata per gustare l’amore infinito di Dio fatto uomo. Una
passione che oggi si attualizza nelle innumerevoli tragedie che
affliggono il nostro povero mondo in cui, a vertici di progresso mai
prima raggiunti dalle scienze, si associano e sovrappongono
ingiustizie e sopraffazioni contro gente innocente. La morte del
giusto coincide con la sconvolgente morte di Dio. Ecco che allora il
buio pervade l’intera esistenza avvolgendo chiunque sia provvisto
o sprovvisto di fede, disponga di ricchezze o viva nella più
squallida miseria. In questo giorno santo, per una volta, almeno per
una volta, siamo tutti davvero uguali perché senza Eucarestia,
sacramento divino di cui vive la Chiesa. Nelle nostre comunità non
verranno celebrate le sante messe e l’atmosfera sarà quella di un
funerale, una sofferta esperienza spirituale di cui è difficile
decifrare i contorni, ma che ha inevitabilmente una forte valenza
esistenziale essendo vissuto da molti poveri, icone del Cristo
Crocefisso. Vengono alla mente i civili burundesi stremati da una
decennale guerra civile, le popolazioni acholi del nord Uganda, i
profughi sudanesi, gli sfollati della Costa d’Avorio, per non
parlare della Colombia dove feroci milizie causano quotidianamente
morte e distruzione. Cari amici lettori, sono i missionari e le
missionarie a chiederci di vivere il Venerdì Santo al loro fianco,
in quei bassifondi della Terra di cui nessuno parla nei salotti
dell'etere o sui rotocalchi d'informazione. È di conforto la
speranza cristiana, la consapevolezza di una presenza salvifica di
Cristo nelle tormentate vicende umane. Un ottimismo derivante dalla
sfrenata voglia di vivere iscritta nell’anima di ogni credente. È
vero: la morte ci spaventa, ma essa può essere vinta se ognuno
s’impegna ad essere davvero dalla parte di Dio. Per noi della
MISNA questo impegno si traduce nel dare da mattina a sera ‘voce a
chi non ha voce’.
di Giulio Albanese
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dal sito www.misna.org |