"Una
cosa è certa: la guerra non risolve i conflitti tra i
popoli!". Questa frase a effetto farà sicuramente
storcere il naso ai fautori delle ‘bombe intelligenti’.
Eppure non è stata estrapolata da un manuale dei ‘New
Global’ né tantomeno dall’antologia di qualche pacifista
d’estrazione catto-comunista. No! A pronunciarla è stato un
personaggio al di sopra di ogni sospetto: Giovanni Paolo II,
il Papa polacco che nel passato denunciò le ingiustizie
perpetrate dal regime moscovita e che ieri ha offerto
l’ennesima lezione di politica internazionale al corpo
diplomatico accreditato presso la Santa Sede, andando al di là
delle ideologie di questo o quello schieramento. Noi della
MISNA, dopo aver ascoltato il commento a caldo di tanti
missionari e missionarie che operano nelle cosiddette aree a
rischio, siamo convinti che il tradizionale messaggio
dell’anziano Pontefice non sarà affatto piaciuto a certi
governi che hanno la presunzione di esportare la democrazia
con l’uso della forza, indispettendo anche quei benpensanti
che vorrebbero relegare il Vangelo negli angoli più reconditi
delle sacrestie per paura che possa condizionare
l’orientamento dell’opinione pubblica. D’altronde,
cristiani e laici, credenti e miscredenti, devono tutti
ammettere che al momento, sul palcoscenico del mondo, il Papa
è l’unico politico davvero illuminato che abbia il coraggio
di dire quello che pensa, senza dover scendere a meschini
compromessi. Ammettiamolo: di questi tempi, quale statista ha
l’ardire di denunciare "la produzione e il commercio
delle armi, che alimentano abbondantemente le zone di
conflitto africane" come ha detto ieri il Pontefice con
voce tremolante ma interiormente convinta? Eppure, tutti
sappiamo che l’ipocrisia regna sovrana, soprattutto quando
sono in gioco questioni scottanti come quella del terrorismo
che, lo ha affermato lo stesso Papa, "seminando la paura,
l'odio e il fanatismo, disonora tutte le cause che pretende di
servire". E sì, perché ancora troppi opinionisti di
fanfaluche e altro ciarpame massmediatico considerano gli
estremisti islamici come gli unici veri responsabili del
disordine che scombussola il nostro povero mondo, quando
invece lo scenario globale è molto più complesso e
articolato. Per capirlo basta leggere da cima a fondo quello
che ieri ha letto il Papa rendendo omaggio alla memoria di
monsignor Michael Courtney, nunzio apostolico in Burundi,
assassinato di recente, e a Sergio Vieira de Mello,
rappresentante speciale dell'Onu in Iraq, ucciso l’estate
scorsa in un attentato. A pensarci bene, il Papa, nonostante
le sue infermità, è l’unico gigante tra i tanti puffi
della politica mondiale ad avere a cuore la ‘Res Publica’
in nome di una cattolicità davvero universale.
(di
padre Giulio Albanese)[GA]