Padre
Giuseppe De Rosa, scrittore emerito della Civiltà Cattolica, è
stato intervistato da Giuseppe Cafulli, della redazione di Mondo e
Missione, la rivista missionaria del Pontificio istituto missioni
estere (Pime).
Mondo e Missione: L’ambasciatore americano presso la Santa Sede
Jim Nicholson ha promosso un meeting in Vaticano proprio per
sostenere la necessità di una ridefinizione del concetto di
legittima difesa e di guerra giusta. Secondo lei il fenomeno del
terrorismo internazionale impone di cambiare i criteri di
giudizio?
Padre De Rosa: I concetti di ‘terrorismo’ e di ‘guerra’
non vanno confusi. Un atto di terrorismo non è un atto di guerra.
La guerra è combattuta tra due eserciti o due nazioni e ha lo
scopo di sottomettere una nazione al volere della nazione
vincitrice. Il terrorismo, invece, consiste in atti di violenza da
parte di piccoli gruppi, che agiscono nella clandestinità e hanno
lo scopo di terrorizzare, sia uccidendo un gran numero di persone,
sia distruggendo o danneggiando centri o istituzioni
particolarmente significativi. Data questa radicale diversità,
non si possono applicare al terrorismo i criteri che si applicano
alla guerra. Non si può quindi combattere il terrorismo con la
guerra. L’esempio dell’Afghanistan è significativo. Gli Stati
Uniti e la Gran Bretagna hanno fatto la guerra all’Afghanistan e
l’hanno vinta, ma il terrorismo internazionale, che è portato
avanti non solo da al-Qaeda di Bin Laden, ma anche da moltissimi
gruppi che si trovano in diversi Paesi, anche europei e negli
Stati Uniti, non è stato vinto.. Segno che il terrorismo non si
vince con la guerra, ma con altri mezzi, in primo luogo il
coordinamento a livello internazionale dei servizi di intelligence
dei vari Paesi, il lavoro della diplomazia e l’eliminazione
delle situazioni politiche ed economiche che alimentano il
terrorismo. Così, per esempio, finché non sarà risolto
equamente il problema palestinese, gli atti di terrorismo contro
Israele non solo non cesseranno, ma aumenteranno. La conclusione
è che la legittima difesa contro il terrorismo non si può
attuare con la guerra. Non si vede perciò la necessità di
ridefinire i concetti di legittima difesa e di guerra giusta: si
tratta di due realtà che vanno mantenute distinte.
Mondo
e Missione: Il Catechismo della Chiesa cattolica non ammette la
guerra ‘preventiva’, limitando la giusta causa solamente
all’ambito della legittima difesa, ovvero ai casi in cui ‘il
danno inflitto dall’aggressore alla nazione o a un gruppo di
nazioni sia duraturo, grave e sicuro’. Quindi cadrebbero i
presupposti morali dell’intervento in Iraq…
Padre de Rosa: I vecchi criteri di guerra giusta oggi non valgono
più, non perché sia cambiata la morale, ma perché è
radicalmente cambiata la guerra, che non è più ‘limitata’,
(combattuta cioè tra due eserciti, alla frontiera, con armi a
portata limitata), ma è totale, cioè impegna tutto il territorio
di una nazione, tutti gli abitanti, tutte le ricchezze, ed è
combattuta con armi terribili, comporta l’uccisione di un numero
enorme di persone non combattenti e la distruzione di ogni
possibilità di vita. Ciò significa che oggi non si può più
parlare di guerra ‘giusta’, ma ogni guerra è radicalmente ‘ingiusta’.
Un solo caso legittima la guerra, ed è la legittima difesa contro
un attacco in atto o imminente. Ora l’Iraq non sta attaccando
gli Stati Uniti, né un attacco da parte sua è imminente. Dunque
non ci sono i presupposti che legittimerebbero un attacco degli
Stati Uniti contro l’Iraq. Quanto alla guerra ‘preventiva’,
non è moralmente ammissibile perché aprirebbe la via a guerre
senza fine.
Mondo e Missione: Civiltà cattolica, facendo eco
all’esortazione del Papa contro la guerra, ha scritto che ‘il
terrorismo non si combatte e non si vince con la guerra, ma con
altri mezzi, quali i servizi di intelligence e la diplomazia’. E
poi la guerra preventiva non prevede l’esplosione di una serie
di effetti a catena negativi tali da rendere – oltre che
moralmente ingiusto – ‘non conveniente’ (per usare
l’espressione del cardinal Sodano) l’intervento in Iraq. Che
ne pensa?
Padre de Rosa: Si vuol giustificare la guerra contro l’Iraq con
fatto che Saddam non ha rispettato le risoluzioni dell’Onu,
possiede armi di distruzione di massa e fra un anno potrà
costruire bombe atomiche. Ma queste ragioni non sono convincenti,
perché altre nazioni, come Israele, la Turchia e il Marocco non
hanno rispettato e non rispettano le risoluzioni dell’Onu. Non
è provato che Saddam possieda armi di distruzione di massa in
misura tale da costituire una minaccia imminente per gli Stati
Uniti e i suoi alleati. E poi è ‘conveniente’ per gli Stati
Uniti attirarsi l’odio e la vendetta del mondo musulmano, il
quale in un attacco all’Iraq vedrebbe un attacco a tutto mondo
islamico, e dar luogo a una crescita impressionante del terrorismo
internazionale,
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