IRAQ  19/3/2003 1:42
INTERVISTA A PADRE GIUSEPPE DE ROSA: LA GUERRA NON È MAI UNO STRUMENTO EFFICACE
Peace/Justice Peace/Justice, Standard

Padre Giuseppe De Rosa, scrittore emerito della Civiltà Cattolica, è stato intervistato da Giuseppe Cafulli, della redazione di Mondo e Missione, la rivista missionaria del Pontificio istituto missioni estere (Pime).


Mondo e Missione: L’ambasciatore americano presso la Santa Sede Jim Nicholson ha promosso un meeting in Vaticano proprio per sostenere la necessità di una ridefinizione del concetto di legittima difesa e di guerra giusta. Secondo lei il fenomeno del terrorismo internazionale impone di cambiare i criteri di giudizio?

Padre De Rosa: I concetti di ‘terrorismo’ e di ‘guerra’ non vanno confusi. Un atto di terrorismo non è un atto di guerra. La guerra è combattuta tra due eserciti o due nazioni e ha lo scopo di sottomettere una nazione al volere della nazione vincitrice. Il terrorismo, invece, consiste in atti di violenza da parte di piccoli gruppi, che agiscono nella clandestinità e hanno lo scopo di terrorizzare, sia uccidendo un gran numero di persone, sia distruggendo o danneggiando centri o istituzioni particolarmente significativi. Data questa radicale diversità, non si possono applicare al terrorismo i criteri che si applicano alla guerra. Non si può quindi combattere il terrorismo con la guerra. L’esempio dell’Afghanistan è significativo. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno fatto la guerra all’Afghanistan e l’hanno vinta, ma il terrorismo internazionale, che è portato avanti non solo da al-Qaeda di Bin Laden, ma anche da moltissimi gruppi che si trovano in diversi Paesi, anche europei e negli Stati Uniti, non è stato vinto.. Segno che il terrorismo non si vince con la guerra, ma con altri mezzi, in primo luogo il coordinamento a livello internazionale dei servizi di intelligence dei vari Paesi, il lavoro della diplomazia e l’eliminazione delle situazioni politiche ed economiche che alimentano il terrorismo. Così, per esempio, finché non sarà risolto equamente il problema palestinese, gli atti di terrorismo contro Israele non solo non cesseranno, ma aumenteranno. La conclusione è che la legittima difesa contro il terrorismo non si può attuare con la guerra. Non si vede perciò la necessità di ridefinire i concetti di legittima difesa e di guerra giusta: si tratta di due realtà che vanno mantenute distinte.

Mondo e Missione: Il Catechismo della Chiesa cattolica non ammette la guerra ‘preventiva’, limitando la giusta causa solamente all’ambito della legittima difesa, ovvero ai casi in cui ‘il danno inflitto dall’aggressore alla nazione o a un gruppo di nazioni sia duraturo, grave e sicuro’. Quindi cadrebbero i presupposti morali dell’intervento in Iraq…

Padre de Rosa: I vecchi criteri di guerra giusta oggi non valgono più, non perché sia cambiata la morale, ma perché è radicalmente cambiata la guerra, che non è più ‘limitata’, (combattuta cioè tra due eserciti, alla frontiera, con armi a portata limitata), ma è totale, cioè impegna tutto il territorio di una nazione, tutti gli abitanti, tutte le ricchezze, ed è combattuta con armi terribili, comporta l’uccisione di un numero enorme di persone non combattenti e la distruzione di ogni possibilità di vita. Ciò significa che oggi non si può più parlare di guerra ‘giusta’, ma ogni guerra è radicalmente ‘ingiusta’. Un solo caso legittima la guerra, ed è la legittima difesa contro un attacco in atto o imminente. Ora l’Iraq non sta attaccando gli Stati Uniti, né un attacco da parte sua è imminente. Dunque non ci sono i presupposti che legittimerebbero un attacco degli Stati Uniti contro l’Iraq. Quanto alla guerra ‘preventiva’, non è moralmente ammissibile perché aprirebbe la via a guerre senza fine.


Mondo e Missione: Civiltà cattolica, facendo eco all’esortazione del Papa contro la guerra, ha scritto che ‘il terrorismo non si combatte e non si vince con la guerra, ma con altri mezzi, quali i servizi di intelligence e la diplomazia’. E poi la guerra preventiva non prevede l’esplosione di una serie di effetti a catena negativi tali da rendere – oltre che moralmente ingiusto – ‘non conveniente’ (per usare l’espressione del cardinal Sodano) l’intervento in Iraq. Che ne pensa?

Padre de Rosa: Si vuol giustificare la guerra contro l’Iraq con fatto che Saddam non ha rispettato le risoluzioni dell’Onu, possiede armi di distruzione di massa e fra un anno potrà costruire bombe atomiche. Ma queste ragioni non sono convincenti, perché altre nazioni, come Israele, la Turchia e il Marocco non hanno rispettato e non rispettano le risoluzioni dell’Onu. Non è provato che Saddam possieda armi di distruzione di massa in misura tale da costituire una minaccia imminente per gli Stati Uniti e i suoi alleati. E poi è ‘conveniente’ per gli Stati Uniti attirarsi l’odio e la vendetta del mondo musulmano, il quale in un attacco all’Iraq vedrebbe un attacco a tutto mondo islamico, e dar luogo a una crescita impressionante del terrorismo internazionale,
[MONDO E MISSIONE]

dal sito  www.misna.it