MISNA
VATICAN CITY  29/3/2004 1:03

ANGELUS: ANGOSCIA DEL PAPA PER I BAMBINI SOLDATO

Church/Religious Affairs, Standard

Giovanni Paolo II ha rivolto la sua preghiera al Signore, prima della consueta recita dell'Angelus domenicale, in favore dei 'bambini soldato', invocando la benedizione divina su coloro che con amore si prodigano per il loro recupero. "Nel Messaggio quaresimale di quest'anno - ha detto il Papa affacciandosi alla finestra del suo studio nel palazzo apostolico vaticano - ho invitato a porre i bambini al centro dell'attenzione delle comunità cristiane. Molti di loro sono vittime di gravi malattie, comprese la tubercolosi e l'Aids, mancano di istruzione e soffrono la fame. Denutrizione e malnutrizione, aggravate da preoccupanti carenze sanitarie, continuano ad essere causa quotidiana di morte per non pochi di questi piccoli, privi persino del minimo indispensabile per sopravvivere". L'anziano Pontefice ha poi spiegato che "in alcuni angoli della terra, specialmente nei Paesi più poveri, ci sono bambini e adolescenti vittime di un'orribile forma di violenza: vengono arruolati per combattere nei cosiddetti 'conflitti dimenticati'. Subiscono di fatto una duplice scandalosa aggressione: li si rende vittime e al tempo stesso protagonisti della guerra, travolgendoli nell'odio degli adulti. Privati di tutto, vedono il loro futuro minacciato da un incubo difficile da allontanare". Di fronte a questa tragica realtà, il Papa ha invitato le comunità cristiane ad un maggiore impegno nella solidarietà: "Questi nostri fratelli più piccoli, che soffrono per la fame, la guerra e le malattie, lanciano al mondo degli adulti un angosciante appello. Che il loro muto grido di dolore non resti inascoltato! Ci ricorda Gesù: 'Chi accoglie anche uno solo di questi bambini, accoglie me' (Mt 18,5). Il tempo quaresimale spinge i cristiani ad un'accoglienza più generosa di queste parole evangeliche, per tradurle in interventi coraggiosi a favore dell'infanzia a rischio e abbandonata". Dopo l'Angelus, il Santo Padre - che è apparso in buona forma - ha poi ricordato che "sono trascorsi dieci anni da quando, il 7 aprile 1994, in Rwanda scoppiarono gravi scontri tra hutu e tutsi, culminati nel genocidio, in cui vennero barbaramente uccise centinaia di migliaia di persone. Preghiamo il Signore che una tale tragedia non abbia a ripetersi mai più. A voi, care popolazioni, a voi, capi religiosi e civili, e a tutti voi che, nella comunità internazionale, vi impegnate generosamente per portare la pace nell'amata Regione dei Grandi Laghi, io dico: Non vi scoraggiate! Siate costruttori della civiltà dell'amore, animati dalla parola del Salvatore: 'Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio' (Mt 5,9)".

 dal sito www.misna.org