IRAQ 29/3/2004 15:51 |
VESCOVI
ITALIANI:
NECESSARIO
INTERVENTO ONU PER RIPORTARE NORMALITÀ
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Church/Religious
Affairs, Standard |
“Come
i vescovi hanno sempre auspicato, insieme con il Papa, che
l’intervento militare non avvenisse, così ritengono, sempre
con il Papa, che l’Onu sarebbe l’ambito più proprio per
riportare la vita del Paese alla normalità”: lo ha detto
monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Cei
(Conferenza episcopale italiana), presentando oggi, a Roma, il
comunicato finale del Consiglio episcopale permanente. La
normalità verso cui il popolo iracheno deve tendere, ha
precisato Betori, “non è quella precedente all’intervento
armato, che era di gravissima ingiustizia e di pericolo per la
popolazione e per quell’intera zona del mondo”. Secondo il
segretario generale dei vescovi italiani, in Iraq “bisogna
operare per il ritorno alla pace senza sguarnire, col ritiro
dei soldati italiani, un territorio che in caso contrario
resterebbe alla mercé della violenza”. In un’intervista
al ‘Corriere della sera’, il segretario generale dell’Onu,
Kofi Annan, ha detto oggi di non credere che “i membri del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite stiano contemplando
l’istituzione di una forza di pace Onu in Iraq”. Secondo
Annan, invece, al Palazzo di vetro ci si sta impegnando “per
avere in Iraq una forza multinazionale sotto comando unificato
che dovrebbe collaborare con il governo iracheno e contribuire
al mantenimento della sicurezza nel Paese”. Dall’Iraq,
intanto, arrivano notizie che confermano la permanente
situazione di tensione e insicurezza. Ieri sera è sfuggita ad
un attentato la sola donna ministro del Consiglio di governo
provvisorio di Baghdad, la curda Nesrine al Barwari, 37 anni.
Tre delle sue guardie del corpo sono state uccise e una ferita
nei pressi di Mossul, quando degli sconosciuti hanno aperto il
fuoco contro il convoglio di auto su cui viaggiava la donna.
Anche il capo della polizia del governatorato di Ninive,
Mozahem Khalaf Abdelrahman, ieri è scampato all’assalto di
alcuni uomini armati che hanno cercato di assassinarlo vicino
a Mossul. Segnali di inquietudine si registrano anche sul
fronte politico; secondo fonti di stampa, la leadership
religiosa degli sciiti sta lanciando una vasta campagna contro
la bozza di Costituzione approvata recentemente. Gli sciiti
avrebbero già raccolto decine di migliaia di firme, mentre a
Baghdad sono comparsi manifesti con l’immagine
dell’ayatollah Ali al Sistani – massima carica spirituale
degli sciiti iracheni e molto ascoltato anche in Iran - che si
è dichiarato contrario alla nuova Carta costituzionale.
[EB]
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