MISNA |
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SWITZERLAND 8/10/2003 1:07 |
ONU:
UN SESTO DELLA POPOLAZIONE MONDIALE
VIVE
IN BARACCOPOLI
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General, Standard |
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Favelas,
bidonvilles, baraccopoli: sono la casa per un miliardo di persone
sulla terra. Lo dice nel suo rapporto
annuale la struttura dell’Onu che indaga sullo sviluppo
urbano nel mondo, Un-Habitat (conosciuto anche come 'Un System-wide
Eartwatch support Unit') con sede in Svizzera. Il numero dei poveri
che abitano in costruzioni di fortuna e senza i necessari servizi,
in primo luogo igienici, rappresenta oggi oltre un terzo della
popolazione urbana mondiale. Se non
verranno presi provvedimenti, avvertono gli esperti, i
‘favelani’ potrebbero raddoppiare nei prossimi 30 anni. La
proporzione tra quartieri decenti e ‘slums’ è peggiore
nell’Africa subsahariana dove il 72 per cento della popolazione di
una città si concentra nelle baraccopoli; in America Latina
rappresentano il 32 per cento degli abitanti di un centro urbano,
poco meno in nord Africa dove sono il 28 per cento mentre in Asia la
poporzione varia dal 58 per cento, nel subcontinente indiano, al 28
per cento, nel sudest asiatico. Anche nelle ricche città dei Paesi
del nord del mondo le baraccopoli non sono una rarità e raccolgono
il 6 per cento degli abitanti cittadini. Ma è proprio l’Asia il
continente con il maggior numero in assoluto di poveri ammassati nei
sobborghi: il 60 per cento del totale mondiale. La recente crescita
delle bidonville, si legge nel rapporto, è ‘figlia’ della
globalizzazione andatasi affermando negli anni ’90. Per porre
rimedio alla proliferazione del caotico degrado urbano, l’Un-Habitat
fa appello ai governi che sappiano mettere in atto ‘buone
pratiche’. Tra queste la più premiante è un approccio orientato
sul risanamento e non sullo sgombero o sull’isolamento come fatto
in passato. Trasformare gli ‘slums’ in quartieri con la
partecipazione attiva degli abitanti è l’unico modo perché
questi ultimi mettano anche ‘psicologicamente’ radici nel posto
e, incoraggiati dall’impegno delle amministrazioni locali,
prendano a cuore lo sviluppo positivo dei quartieri. Ma tutto questo
parte da alcuni ingredienti fondamentali, avvertono gli esperti Onu,
la lungimiranza della comunità internazionale e la volontà
politica delle classi dirigenti locali.
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FONTE: MISNA |