misna
IRAQ  2/4/2003 1:33

BOMBE A COLAZIONE, AIUTI A MERENDA

Peace/Justice, Standard

C’è un problema reale, oltre la guerra. Un problema che qualcuno tende a mascherare perché impietosisce troppo gli animi: i profughi. Tra parentesi: non è un dettaglio indifferente nel contesto della guerra irachena se si considera la schizofrenia bellica. Un atteggiamento che rasenta la follia: tale da indurre le forze angloamericane a bombardare notte e giorno frotte di civili inermi, soccorrendoli però durante la mitica ora della merenda, ammesso che siano ancora interi. Si dice che la stragrande maggioranza degli iracheni veda Saddam Hussein come il fumo negli occhi. Sarà anche vero, ma l’Occidente sta facendo di tutto per far cambiare loro idea. E sì, perché, di questo passo, in sole due settimane, il Rais di Baghdad è diventato quasi un martire, nonostante abbia sulla coscienza tonnellate di morti e macerie. Si dice che la gente è stata a volte costretta con la forza a scendere in piazza per inscenare manifestazioni di sostegno nei confronti del regime. Vero. Ma è altrettanto vero che i presunti liberatori, offrono quotidianamente - con le migliori intenzioni, sia chiaro – la loro razione di bombe con l’intento dichiarato di punire il satrapo iracheno. Peccato che proprio lui sia al sicuro in un bunker sotto terra, mentre donne, vecchi e bambini vengano costretti ad essere il suo scudo. Vorremmo davvero che, una volta per tutte, non vi fossero fraintendimenti. La nostra agenzia missionaria è schierata in difesa della Pace perché crede che la guerra è una follia. Dunque nessuno ci chieda di fare il tifo per la Guardia Repubblicana o i Marines. Noi siamo davvero, con tutte le migliori intenzioni, dalla parte della gente e di tutte quelle vittime che hanno lasciato su questa effimera Terra, in un modo o nell’altro, le loro famiglie. Intanto i raid continuano in tutto l’Iraq, mentre sul terreno i militari alleati presidiano con difficoltà i numerosi posti di blocco. La psicosi da ‘kamikaze’ e da guerriglia urbana comincia a turbare non poco i soldati che in situazioni di tensione sparano con maggiore facilità provocando anche vittime innocenti. Per fortuna, qualcuno di quelli che contano nel mondo, sta cominciando a ragionare. All'interno del governo di Londra, già scosso dalle dimissioni di diversi membri contrari al conflitto, sembra esserci ancora qualche eccellente dissenso. Secondo il ministro dell'interno, David Blunkett, le forze alleate nel Golfo sono viste dalla popolazione come i "cattivi" e non come liberatori. Blunkett si è detto convinto tuttavia che la situazione cambierà "una volta che l'Iraq sarà libero". Quando questo avverrà, ammesso che l’intero Medio Oriente non si trasformi in un altro Vietnam, il signor ministro di Sua Maestà Britannica dovrà però spiegare ai sopravvissuti (i profughi di cui sopra) le ragioni che hanno spinto gli alleati a fare piazza pulita dei buoni e dei cattivi, del grano buono e della zizzania, in nome di una democrazia tutta da dimostrare. Anche perché, visto e considerato che il diritto internazionale non è un’opinione e vale per tutti (dunque non solo per Saddam) sarebbe ora che qualcuno, tra gli illustri esperti nella difesa dei diritti umani, pensasse ad una seria inchiesta sui crimini perpetrati dai fautori dell’Impero del Bene. Ancora una volta scriviamo che, per noi della MISNA, questo è buon senso. Punto e basta.

 di Giulio Albanese

dal sito www.misna.org