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IRAQ 20/3/2003 18:36 |
LA
GUERRA È SCOPPIATA, ALLA SOCIETÀ CIVILE IL COMPITO DI
ALZARE LA VOCE |
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Peace/Justice, Standard |
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Amarezza,
pietà e indignazione sono i sentimenti dell’anima che
meglio interpretano il disagio di tutti coloro che finora si
sono impegnati in difesa della pace. Una pace tradita dai
protagonisti della guerra esplosa questa notte: il regime
iracheno e i fautori della ‘guerra preventiva’; due
visioni opposte e spietate del mondo. L’amarezza riguarda
l’eccessivo temporeggiamento del governo iracheno che non
ha saputo soddisfare le richieste del Palazzo di Vetro in
merito al disarmo dei propri arsenali, ma anche il mancato
rispetto del diritto internazionale, da parte degli Stati
Uniti e dei loro alleati, per una soluzione pacifica della
crisi. Non sappiamo quanto durerà la crudele mattanza,
sebbene temiamo che sarà lunga e feroce. Imploriamo
pertanto la pietà cristiana per le vittime annunciate di un
conflitto che seminerà morte e distruzione, acuendo sempre
più il divario tra Oriente ed Occidente. Una voragine che
avrà inevitabili ripercussioni nelle già difficili
relazioni tra Nord e Sud del mondo. Mai come oggi si leva
l’indignazione nei confronti di certi Paesi che hanno
l’ardire di salire in cattedra stabilendo con arroganza e
rigore la pagella dei buoni e dei cattivi. Tante volte, noi
stessi, abbiamo denunciato gli orribili crimini di Saddam
Hussein e tanti altri dittatori, senza però mai
misconoscere le responsabilità occidentali, altrettanto
palesi. Ormai la macchina bellica appare inesorabilmente
procedere verso lugubri scenari che non vorremmo mai
raccontare. Alla società civile il compito di alzare la
voce in mancanza di politici capaci di aggregare il
consorzio internazionale; alle chiese la stessa nobile
missione. La vittoria in Medio Oriente e dintorni, non sarà
certo determinata dalla forza delle armi, ma dalla capacità
di ricostruire il tessuto relazionale dei popoli. Sono già
molte le menzogne in circolazione sui circuiti mediatici,
forme aberranti di manipolazione delle coscienze che
veicolano impietosamente falsità o, nella migliore delle
ipotesi, mezze verità condite con sarcasmo. Siamo però
certi che un giorno gli archivi della Storia
ridicolizzeranno satrapi e presidenti, miliziani e crociati,
a qualunque schieramento essi abbiano appartenuto. Chi
decide di opprimere la propria gente e chi misconosce i
mezzi pacifici che il diritto internazionale mette a
disposizione, si assume una grave responsabilità di fronte
a Dio, alla sua coscienza e alla storia.
di Giulio Albanese
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