IRAQ  18/3/2003 2:38
VOCI PER LA PACE: DIRETTORE MISNA
Peace/Justice Peace/Justice, Standard

In queste drammatiche ore, ogni retta coscienza – poco importa se musulmana o cristiana - sta pregando perché la decisione di attaccare l'Iraq venga accantonata dal governo di Washington. Il tempo, dobbiamo ammetterlo, è tiranno e appare scandito da un cinico conto alla rovescia che solo un miracolo potrebbe arrestare. La macchina bellica, messa a punto dal presidente George W. Bush, è pronta per la mattanza con l’avallo degli alleati: i primi ministri britannico Tony Blair e spagnolo José Maria Aznar i quali domenica alle Azzorre hanno decretato una guerra a tutti i costi, nonostante nel Consiglio di sicurezza dell'Onu prevalga la convinzione che il disarmo dell'Iraq possa essere ottenuto con mezzi pacifici. Ormai siamo di fronte ad una ‘Super Potenza’ affetta dalla sindrome dell’onnipotenza, malgrado la Carta dell'Onu e il diritto internazionale non avallino un attacco unilaterale contro un Paese sovrano e a un popolo già tanto martoriato da un feroce e decennale embargo. Vengono alla mente le parole ‘forti’ proferite dal Santo Padre a braccio durante la tradizionale preghiera domenicale dell’Angelus: " Io appartengo a quella generazione che ha vissuto la seconda Guerra Mondiale ed è sopravvissuta. Ho il dovere di dire a tutti i giovani, a quelli più giovani di me, che non hanno avuto questa esperienza: ‘Mai più la guerra!’, come disse Paolo VI nella sua prima visita alle Nazioni Unite. Dobbiamo fare tutto il possibile! Sappiamo bene che non è possibile la pace ad ogni costo. Ma sappiamo tutti quanto è grande questa responsabilità. E quindi preghiera e penitenza!". I cronisti della Casa Bianca descrivono il presidente Bush come un uomo molto religioso al punto da pregare a testa basta e occhi chiusi prima di ogni riunione con i suoi strettissimi collaboratori. Non sappiamo a quale divinità s’appelli, visti i risultati della sua politica internazionale. Certamente, stando sempre alla Scrittura, un dio che benedice le ‘guerre preventive’ non ha nulla a che vedere col Nazareno di cui parlano copiosamente i Vangeli. Se Bush fosse davvero ‘cristiano’ avrebbe compreso che la pace autentica e duratura, come ha detto il Papa "non è solo il frutto di pur necessari accordi politici e intese fra individui e popoli, ma è dono di Dio a quanti si sottomettono a Lui e accettano con umiltà e gratitudine la luce del suo Amore". Per carità, Saddam Hussein è un criminale, ma per le sue malefatte non può pagare gente innocente, soprattutto donne, vecchi e bambini. Nel frattempo, i servizi d'informazione occidentali avvertono che la guerra potrebbe moltiplicare le azioni terroristiche, fomentando le occasioni di reclutamento nei circoli estremistici del mondo islamico. A questo punto non resta che levare al Cielo una lamentazione, nella consapevolezza che il presidente degli Stati Uniti d’America sta andando contro tutti, mettendo a repentaglio la pace mondiale. Una responsabilità della quale dovrà rispondere un giorno di fronte al 'Vero Dio', in compagnia del suo nemico giurato di Baghdad.

                                      di Giulio Albanese
[GA]

 dal sito  www.misna.org