VATICAN CITY  19/2/2003 13:08
MESSAGGIO DEL PAPA PER 25ESIMO ANNIVERSARIO IFAD:

 LOTTA ALLA POVERTÀ PER DIFENDERE LA PACE

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“Per affrontare la fame e la malnutrizione è necessaria un'efficace programmazione capace di favorire la circolazione delle tecniche nel settore agricolo, come pure, una distribuzione delle risorse finanziarie disponibili”. Lo ha ricordato oggi il Papa nel suo messaggio rivolto al presidente dell’Ifad (Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo), Lennart Bage, in occasione del 25° anniversario dell’istituzione dell’organismo. “In questo sforzo – ha proseguito il Santo Padre - l'Ifad costituisce una realtà originale in ragione dei criteri statutari che ne delineano la struttura e ne guidano l'azione, conferendogli lo specifico compito di fornire risorse finanziarie ai ‘più poveri tra i poveri’ per lo sviluppo agricolo dei Paesi che presentano carenze di alimenti”. Giovanni Paolo II ha apprezzato l’impegno del Fondo che “nel combattere la povertà rurale ha individuato un modo concreto per raggiungere la sicurezza alimentare”, considerata la “garanzia necessaria per il rispetto del diritto di ogni persona ad essere libera dalla fame. La contrapposizione tra le possibilità di intervento e la volontà di operare in concreto – ha aggiunto - mette in serio pericolo la sopravvivenza di milioni di persone in una realtà mondiale che nel suo insieme vive uno sviluppo ed un progresso senza precedenti nella storia ed è cosciente della disponibilità di risorse a livello globale”. Al contempo, il Pontefice ha ricordato le “motivazioni che nel 1974 spinsero la comunità internazionale a dar vita al Fondo quale misura concreta per ‘trasformare i lavoratori agricoli in artefici responsabili della loro produzione e del loro progresso’, come ebbe a dire il mio Predecessore Papa Paolo VI (Discorso alla Conferenza Mondiale sull'Alimentazione, 9 novembre 1974, 8), che concretamente incoraggiò la costituzione di questa Organizzazione. Il pensiero – ha sottolineato - corre subito alle vittime dei conflitti e delle gravi violazioni di diritti fondamentali, alla realtà dei rifugiati e degli sfollati, a quanti sono affetti da malattie e da epidemie. Situazioni tutte che minacciano l'ordinata convivenza di persone e comunità, mettono a grave rischio la vita umana, come pure hanno evidenti ripercussioni sulla sicurezza alimentare e più in generale sul tenore di vita nelle aree rurali”. “Se si volge, infatti, lo sguardo ai fenomeni che caratterizzano l'odierno panorama della vita internazionale – ha proseguito il Papa - emergono in primo luogo la contrapposizione di interessi e il desiderio di prevalere che hanno come conseguenza l'abbandono della trattativa e la spinta all'isolamento, così impedendo alla stessa attività di cooperazione di rispondere ai bisogni con la dovuta efficacia. Né si può dimenticare la triste rassegnazione che sembra aver spento il desiderio di vivere di intere popolazioni che fame e malnutrizione pongono ai margini della comunità delle nazioni, lontane da condizioni di vita realmente rispettose della dignità umana”. Le attese riposte nell'azione dell’Ifad – ha precisato “si inseriscono nella più vasta strategia di lotta alla povertà e si accompagnano alla convinzione che tale obiettivo è una risposta a milioni di persone che si interrogano sulla loro speranza di vita. Questo mio messaggio – ha concluso Giovanni Paolo II - vuole manifestare, ancora una volta, l'attenzione della Santa Sede per l'azione internazionale multilaterale che sempre più si configura come fattore decisivo per quella pace, che è la più profonda aspirazione dei popoli nell'ora presente”.


[CO]