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ITALY 26/6/2003 19:10 |
RAPPORTO
2003 ‘AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE’:
“LIBERTÀ
DI RELIGIONE NEL MONDO SEMPRE PIÙ IN PERICOLO”
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Church/Religious
Affairs, Standard |
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Il
2002 è stato un anno tragico per la libertà religiosa nel
mondo: solo per la religione cristiana ci sono stati 938
morti, 629 feriti e 100.345 arresti. Queste alcune delle
conclusioni contenute nel ‘Rapporto 2003 sulla libertà
religiosa nel Mondo’ presentato questa mattina a Roma,
presso la Sede della stampa estera, dalla sezione italiana
di ‘Aiuto alla Chiesa che soffre’ (Acs). E’ il quinto
rapporto dell’organizzazione fondata nel 1947 da padre
Werenfried van Straaten, e che finanzia oltre 6mila progetti
in 127 Paesi del mondo per sostenere le azioni e
l’esistenza della Chiesa cattolica. Il rapporto è il
risultato di un lunga indagine condotta su 190 nazioni che
ha raccolto, Paese per Paese, tutte le violazioni al diritto
fondamentale di libertà religiosa e di coscienza,
indipendentemente dalla confessione, segnalando tutte le
restrizioni o le limitazioni legali che impediscono la
pratica e la diffusione di una fede religiosa. Andrea Morigi
e Marco Invernizzi, i due curatori del rapporto, spiegano
che: “Gravi limitazioni, violazioni e discriminazioni sono
state riscontrate in tutti i 190 Paesi. Le situazione più
preoccupanti sono state registrate a Cuba, in Colombia e in
Venezuela, per quanto riguarda l’America latina; nei Paesi
africani di Sudan e Nigeria; e, nel continente asiatico, in
Cina, Indonesia, India, Myanmar, Vietnam, Laos e Corea del
Nord”. Morigi si è soffermato in particolare sulla
situazione dei Paesi africani, dove “l’introduzione
della sharia (legge islamica) non è certamente un elemento
che favorisce un clima di pace” come il caso della
Nigeria. In alcuni contesti - e precisamente a Timor Est,
Giordania, Qatar e Barhein - si sono osservati miglioramenti
per il rispetto della libertà religiosa e dell’esercizio
della propria fede, situazioni che permettono di guardare al
futuro con un certo ottimismo. Padre Bernardo Cervellera,
missionario del Pontifico istituto missioni estere (Pime),
ha ampiamente illustrato la situazione nella Repubblica
popolare cinese che è motivo di grande preoccupazione nella
“famiglia” cattolica. Nella sua analisi, padre
Cervellera ha spiegato i provvedimenti in atto in Cina che
minacciano il futuro della Chiesa: “Le nuove regole per le
comunità religiose, approvate dall’Ufficio per gli affari
religiosi, sottomettono la vita e il cuore stesso della
Chiesa alle decisioni politiche (del partito comunista),
rischiando di impoverire la dimensione apostolica e sacra
della fede cattolica”. Con l’introduzione di queste
nuove norme da parte delle autorità cinesi, padre
Cervellera teme che la persecuzione di preti e fedeli non
potrà che aumentare poiché il regime comunista li
considera “asociali e sovversivi” se non accettano di
entrare nell’Associazione patriottica cristiana
controllata dallo Stato.
Per maggiori informazioni sul rapporto 2003 e per sostenere
l’impegno dell’Acs si può consultare il sito
www.acs-italia.org[CO]
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dal sito www.misna.org
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