IL MISTERO DELLA PASQUA
NEL cuore di ogni uomo,
cristiano o non cristiano, c'è un senso dell'eternità che provoca
angoscia per la morte, che sente la morte come contraddizione a ciò che
è l'uomo vivente: un essere in relazione con gli altri, un essere che
vuole amare ed essere amato. La morte è una dominante su tutti gli
uomini, una vera presenza efficace che genera non solo paura e angoscia ma
anche il male: è infatti a causa della morte che gli uomini diventano
malvagi. Perché gli uomini sono egoisti e vogliono vivere a ogni costo,
anche senza gli altri o contro gli altri? Perché alcuni accumulano beni e
ricchezze fino a non accorgersi di chi è nella fame e nel bisogno? Perché
alcuni sono presi dalla vertigine del dominio fino a calpestare gli altri
con tirannie e oppressioni? E perché gli uomini si rifugiano in estasi
artificiali, in eccessi di vizio e di vertigine? C'è una sola risposta:
la paura della morte. Lo si sappia o no, la morte è un'istigazione al
male: a causa di essa il desiderio di vivere diventa brama di sopravvivere
a ogni costo e genera odio, misconoscimento dell'altro, concorrenza,
rivalità, sopraffazione. L'angoscia della morte può sfigurare tutto,
anche l'amore. Sempre attiva, la morte è presente non solo nell'ora dello
spegnimento della vita, ma anche prima: è una potenza che compie
incursioni nell'intera sfera dell'esistenza e attenta alla pienezza delle
relazioni e della vita. E' contro questa morte che Gesù ha lottato fino a
riportare la vittoria. La sua è stata appunto una lotta contro l'odio, la
divisione, la violenza, l'aggressione, l'oblio dell'altro. Per questo Gesù
non ha vinto solo la sua morte, ma la Morte, come canta la liturgia
cristiana: «Con la morte ha vinto la Morte!». Non più la morte è
l'ultima realtà per l'uomo, ma la vita in Dio, la vita piena. Allora si
può spendere la propria vita per l'altro, allora si può dare la vita: c'è
una ragione per vivere. Di fronte a noi c'è l'enigma di una creazione che
da sempre è sotto il segno della sofferenza innocente, della guerra
assurda, della violenza gratuita. Ma è proprio la speranza della
risurrezione di cristo che ci fa dire no all'ingiustificabile, con tale
forza e convinzione da mutare qualcosa: i poveri riescono a condividere la
tavola opulenta, gli oppressi ritrovano dignità e libertà, i soffrenti e
gli umilaiti sono curati e consolati… Ancora una volta sgorga dalla
tomba vuota, oggi come quel mattino della risurrezione, l'annuncio: «Non
temete, non abbiate paura, non siate nell'angoscia: Gesù Cristo è
risorto!». Il cuore della fede cristiana è qui, in questo credere
l'incredibile, nell'amare chi non è amabile, nello sperare contro ogni
speranza. Fede, speranza e carità sono possibili se si crede alla
risurrezione: allora davvero l'ultima parola per l'umanità non sarà la
morte né l'inferno ma la vittoria sulla morte e sull'inferno. Pasqua apre
per tutti l'orizzonte della vita piena: Pasqua è speranza per tutti!
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