"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

25 GENNAIO 2009                                                                 III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  - Anno B -

                                                                                                  

"LECTIO" DEL VANGELO DELLA DOMENICA a cura di fr. Egidio Palumbo 

Prima lettura: Giona 3,1-5.10        Salmo  24,4-9       Seconda lettura: 1Cor 7,29-31
 

VANGELO secondo Marco  1,14-20
 

14 Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: 15 «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
16 Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17 Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». 18 E subito, lasciate le reti, lo seguirono. 19 Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. 20 Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
 

 

Il tempo favorevole per le decisioni

 

1. In questa domenica la liturgia ritorna a meditare sulla sequela del Signore secondo la pagina evangelica di Mc 1,14-20. Anche qui Gesù passa e vede quattro fratelli, Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, e li chiama alla sua sequela, ad andare dietro di lui, e a diventare pescatori di uomini, cioè evangelizzatori per la vita, per costruire reti di relazioni di fraternità.

 

2. Ma è importante ciò che precede la chiamata alla sequela, ovvero le prime parole di Gesù nel vangelo di Marco, le prime parole che iniziano la sua evangelizzazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). Gesù annuncia il tempo che è compiuto. Non si tratta qui del tempo cronologico, della successione ininterrotta di ore e di giorni, ma del kairós, del tempo qualitativo, vale a dire del tempo opportuno, del momento favorevole per prendere una decisione importante per la vita. Questo momento favorevole è compiuto, è ormai traboccante di pienezza, perché con Gesù il Regno di Dio, ovvero quella presenza paterna/materna di Dio che genera tra gli uomini relazioni di amore, di giustizia, di pace e di fraternità, quella presenza si fa sentire ormai vicina: è dentro la nostra storia, è dentro di noi, riempie e qualifica i nostri giorni.

Per questo il tempo cronologico che scorre, il chronos, è scandito dal kairós, dal momento puntuale favorevole per la salvezza (2Cor 6,2). È un tempo, quello del kairós, che implica l’urgenza di una decisione, che non può essere rimandata (è il caso di dirlo) alle “calende greche”, perché si tratta di dare una svolta qualitativa alla nostra vita di uomini e di credenti, pena la morte spirituale che, inesorabile, distrugge giorno dopo giorno.

 

3. Tutta la pagina evangelica è percorsa da questa urgenza.

Viene chiesta innanzitutto la conversione: «convertitevi», cioè cambiate la propria mentalità, il proprio modo di pensare, le proprie visioni della vita, il proprio agire. E poi viene chiesta la fede: «credete al vangelo», cioè fondate la propria esistenza su Cristo e assumete la sua mentalità, il suo pensiero, il suo stile di vita. Senza la conversione e senza la fede si muore spiritualmente, si diventa come tanti “morti ambulanti”.

Con grande sapienza la liturgia accosta alla pagina evangelica quella del profeta Giona (prima lettura: Gio 3,1-5.10), che, in obbedienza alla parola del Signore, dopo averla una prima volta ignorata, fuggendo lontano (Gio 1), annuncia ai cittadini di Ninive l’urgenza della conversione, pena la distruzione a causa della loro malizia che ha superato ogni limite («la loro malizia è salita fino a me», dice Dio a Giona in Gio 1,2). I cittadini di Ninive prendono sul serio la predicazione di Giona: credettero a Dio e si convertirono.

 

4. La pagina evangelica, poi, mostra che cosa significa in concreto convertirsi e credere al vangelo: ecco, allora, la chiamata alla sequela di Gesù dei primi quattro fratelli (Mc 1,16-20).

Anche qui c’è l’urgenza del momento favorevole, indicata da quel “subito”: «E subito, lasciate le reti, lo seguirono» (v. 18), «E subito li chiamò» (v. 20). “Subito” non implica una decisione affrettata spinta dal sentire del momento, perché, lo si sa, le scelte affrettate durano poco, solo una stagione; implica, invece, una decisione ponderata nel tempo, un discernimento serio e rigoroso, perché si tratta di seguire il Signore e diventare, alla sua sequela, evangelizzatori per la vita e non per la morte, costruttori di una rete di relazioni umane ed ecclesiali che rispecchiano la realtà del Regno di Dio, ovvero relazioni di amore, di pace, di giustizia e di fraternità (Rm 14,17).

La pagina dell’Apostolo Paolo che viene accostata al vangelo (seconda lettura: 1Cor 7,29-31), mostra tutto lo spessore teologico ed esistenziale del kairós, del momento favorevole. Scrive Paolo: «Il tempo (kairós) si è fatto breve»: c’è una urgenza che chiede la relativizzazione delle nostre relazioni sponsali e parentali, del nostro piangere e godere, del nostro comprare e possedere (in Mc 1,20 Giacomo e Giovanni lasciano il loro padre con la barca e i dipendenti), ecc., «perché passa la scena di questo mondo», perché in questo mondo nulla è assoluto e nulla deve diventare un assoluto, un idolo. Le nostre relazioni umane e i nostri rapporti con le cose di questo mondo devono essere vissuti nel Signore e alla luce del Regno di Dio.

 

Con il salmo responsoriale (Sal 25) chiediamo al Signore che impariamo a conoscere e a vivere le sue vie, affinché in questo periodo storico che stiamo vivendo, sappiamo discernere il kairós, il momento favorevole per la nostra salvezza, e sappiamo prendere decisioni sagge alla luce della Sua Parola e in conformità alla sua sequela.

 

                                                                                        Egidio Palumbo

Barcellona PG (ME)