"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

7 DICEMBRE 2008                                                                                                 II AVVENTO - Anno B -

                                                                                                  

"LECTIO" DEL VANGELO DELLA DOMENICA a cura di fr. Egidio Palumbo 

Prima lettura: Is 40,1-5,9-11          Salmo 84           Seconda lettura: 2Pt 3,8-14

 

VANGELO secondo Marco  1,1-8

1 Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. 2 Come è scritto nel profeta Isaia:
Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te,
egli ti preparerà la strada.
3 Voce di uno che grida nel deserto:
preparate la strada del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri
,
4 si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico 7 e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo».

 

Affrettare la venuta del Signore

1. La seconda domenica di Avvento segna il cammino dell’incontro con il Signore che viene come cammino di ascolto della sua Parola e di conversione della nostra esistenza (Mc 1,1-8). La prospettiva escatologica dell’attesa di Crocifisso Risorto, che viene a rinnovare la vita, è sempre tenuta presente, sia dalla seconda lettura (2Pt 3,8-14), sia dal Prefazio I di Avvento, dove così si prega: «Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora, in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giudice della storia, apparirà sulle nubi del cielo rivestito di potenza e splendore. In quel giorno tremendo e glorioso passerà il mondo presente e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova. Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno».

 

2. Al fondamento e all’origine della nostra conversione c’è l’annunzio della buona notizia (= vangelo) della venuta del Signore Gesù. Perciò il vangelo di Marco si apre con «Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio» (Mc 1,1). “Inizio” non ha qui propriamente valore cronologico, come se dicesse che stiamo iniziando a leggere il vangelo di Marco, bensì valore sapienziale: ci sta dicendo ciò che sta al fondamento, all’origine, al principio della nostra vita cristiana, ovvero: la “buona notizia” della venuta di Cristo Gesù, nel nostro oggi e in ogni uomo.

E come viene Cristo Gesù?

Viene, paradossalmente, come un “ladro” (seconda lettura: 2Pt 3,8-14), cioè in modo imprevedibile e sempre nuovo, rubandoci o dissolvendo le nostre sicurezze, quelle sulle quali avevamo fondato e costruito la nostra esistenza, e che a suo giudizio invece sono false sicurezze, sono realtà vuote e senza sostanza.

Ma se da una parte egli “ruba” e “dissolve” tutto ciò che per lui è effimero, dall’altra egli dona e ricrea, fa «cieli nuovi e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia» (2Pt 3,13). Quel suo “rubare”, che a noi dà fastidio, perché ci vediamo privati di qualcosa che ci appartiene (è un po’ come morire) e che abbiamo faticato a conquistarcelo giorno dopo giorno, quel suo “rubare”, dicevo, in realtà è un gesto salvifico, perché per rinascere bisogna prima morire, per ricostruire bisogna prima abbattere, per accogliere il nuovo bisogna togliere il vecchio…

 

3. La pagina di 2Pt 3,11-12 ci dice che siamo chiamati ad affrettare la venuta del Signore attraverso la santità del nostro agire, cioè un agire che costruisce relazioni di comunione, e la pietà, cioè un’esistenza cristiana che si impegna a coniugare vangelo e vita quotidiana.

Con la pagina del vangelo (Mc 1.1-8) e con il profeta Isaia (prima lettura: Is 40,1-5.9-11) possiamo aggiungere un altro elemento fondamentale che ci aiuta a comprendere come affrettare la venuta del Signore: la conversione, il cambiamento di mentalità e di stile di vita; cioè assumendo la mentalità e lo stile di vita di colui che sta all’origine e al fondamento della nostra esistenza: Cristo Gesù. In questo consiste l’esortazione profetica: «preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».

 

Che ci sia donata la capacità di una vera conversione, di ri-cominciare ogni giorno. E allora fiorirà il deserto della nostra storia e germoglierà la giustizia e la pace (salmo responsoriale: Sal 85). Non per opera nostra, ma per la “macrothumia” del Signore (2Pt 3,9), per la sua “pazienza” e “grandezza d’animo” verso di noi.

                                                                                           Egidio Palumbo

Barcellona PG (ME)