"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

1 FEBBRAIO 2009                                                                 IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  - Anno B -

                                                                                                  

"LECTIO" DEL VANGELO DELLA DOMENICA a cura di fr. Egidio Palumbo 

Prima lettura: Deuteronomio 18,15-20        Salmo  94,1-2,6-9       Seconda lettura: 1Cor 7,32-35
 

VANGELO secondo Marco  1,21-28

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga [a Cafàrnao], insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.

 

Ravvivare il dono della vocazione profetica

 

1. Con questa domenica inizia l’itinerario della sequela. Dopo la chiamata alla sequela, ecco che inizia il cammino dietro a Gesù. E la prima fase di questo itinerario riguarda la nostra comprensione dell’identità di Gesù: “Chi è costui?”, è la domanda che sentiremo ripetere più volte riguardo a Gesù.

 

2. Gesù entra nella sinagoga della città commerciale di Cafarnao (Mc 1,21-28). La sinagoga, lo sappiamo, è il luogo dove la comunità è convocata in assemblea per l’ascolto della Parola di Dio, letta, studiata, spiegata e commentata dai rabbini. Qui Gesù insegna: anche lui spiega e commenta la Parola. Ed è interessante che quello che Gesù dice nei confronti dell’“uomo dominato da uno spirito impuro”, viene qualificato dalla comunità come insegnamento nuovo (Mc 1,27). In che senso?

L’uomo «posseduto da uno spirito impuro» (Mc 1,23), è l’uomo inquinato; l’uomo, come sta scritto in Mc 7,21-22, dal cui cuore escono parole e intenzioni malvagie. Il cuore, per la S. Scrittura, è il centro delle decisioni e della volontà. Pertanto le parole e le intenzioni malvagie sono i progetti malvagi che, diventando “strutture sociali di peccato”, inquinano e distruggono l’uomo e il mondo. «Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro [cioè dal cuore, e non dal mondo] e contaminano l’uomo» (Mc 7,23).

L’uomo, dominato dall’impurità, cioè dalla malvagità che inquina le relazioni e le scelte quotidiane, è un uomo religioso: sta nella sinagoga, non altrove. Questo non va dimenticato. Infatti, proprio quest’uomo sa e confessa (è un grido liturgico il suo) che Gesù è «il Santo di Dio» (Mc 1,24), anche se si sente distante da lui («che centri con noi»), anche se sta lì per ascoltare, studiare, spiegare, commentare la Parola di Dio. D’altronde è tipico di non pochi uomini e donne religiosi (intendo qui i credenti in genere) confessare la fede in Cristo Gesù e, nel contempo, dire con tanta disinvoltura parole malvagie ed elaborare progetti malvagi. Non pochi mafiosi, forse, non sono cristiani? Non ci sono cristiani che sono a favore della guerra, della lotta armata (magari, però, dicono di essere contrari all’aborto…)? Non ci sono cristiani che per un malinteso o per un disaccordo sono capaci di ignorarsi per anni interi, magari coabitando nella stessa casa?

 

3. E allora, in che cosa consiste l’insegnamento nuovo di Gesù? La Parola che Gesù insegna è Parola-evento, è Parola che rinnova la vita dell’uomo impuro: la sua Parola mette a tacere (Mc 1,25) le nostre parole e i nostri progetti malvagi, e ci riconduce all’obbedienza, a “stare sotto l’ascolto” della Parola (Mc 1,27).

Con la pagina del Deuteronomio (prima lettura: Dt 18,15-20) possiamo dire che questo insegnamento-azione di Gesù è atto profetico: Gesù è il profeta, fratello tra i fratelli, che ascolta, insegna e vive (perciò gli viene riconosciuta l’autorevolezza) la Parola di Dio.

Ma non possiamo dimenticare che la stessa pagina del Deuteronomio è rivolta a noi, interpella la nostra vocazione profetica di battezzati in Cristo. Anche noi dobbiamo far tacere le nostre parole malvage, liberarci dalle “preoccupazioni” che soffocano la Parola, stare «uniti al Signore senza distrazioni» (seconda lettura: 1Cor 7,32-35; cf. anche Mc 4,19) e imparare a ”stare sotto l’ascolto” della Parola di Dio (Salmo responsoriale: Sal 95). È nel silenzio delle nostre chiacchiere che daremo spazio alla Parola: e allora, come nella sinagoga di Cafarnao, la ascolteremo e la studieremo, saremo capaci di spiegarla e di commentarla. Non solo. Saremo anche capaci di dire una parola profetica vera sulla situazione storica e sulla stagione ecclesiale che stiamo vivendo.

 

Chiediamo, allora, al Signore che ravvivi in noi il dono della vocazione profetica.

 

 

                                                                                        Egidio Palumbo

Barcellona PG (ME)