"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
8 GENNAIO 2005 Battesimo del Signore - Anno B -
"LECTIO" DEL VANGELO DELLA DOMENICA a cura di fr. Egidio Palumbo |
Prima lettura: Is 55,1-11 Salmo: Is 12, 2-6 Seconda lettura: 1Gv 5,1-9 |
VANGELO secondo Marco 1, 7-11 In quel tempo, Giovanni 7 predicava dicendo:
«Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non sono
degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. 8
Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo». |
BATTESIMO
DEL SIGNORE - B 1. La liturgia rilegge come epifania, cioè manifestazione del Signore, non solo la pagina dei Magi che entrando nella casa «videro il bambino con Maria sua Madre e prostratisi lo adorarono» (Mt 2,11), ma anche l’evento del Battesimo di Gesù e quello delle Nozze di Cana dove è scritto che Gesù «manifestò la sua gloria» (Gv 2,1-11). Nella prospettiva dell’Anno Liturgico la manifestazione del Battesimo fa da “cerniera” o “legame di unione” tra il tempo del Natale e il “tempo ordinario”. Che cosa manifesta o rivela di Gesù il battesimo dato a lui da Giovanni Battista? 3. Certo, il suo farsi fratello è possibilità di salvezza per noi. E infatti all’immersione nel Giordano segue subito la salita dall’acqua. Un movimento che sintetizza in un “colpo d’occhio” tutta l’esistenza di Gesù. L’acqua spesso nella Bibbia rappresenta il mondo (ma lo è anche per noi quando diciamo “il mare della vita”) con tutte le sue contraddizioni, con i periodi di calma e quelli burrascosi, con i suoi abitanti inermi e quelli violenti e terrificanti… Nel mare di questo mondo spesso noi siamo come dei naufraghi, senza punti di appoggio e di riferimento... Ebbene, colui che si è fatto nostro fratello, viene ad immergersi nella nostra storia, cioè a condividere le nostre ansie, le nostre paure e le nostre speranze, al fine di salvarci dal naufragio. Non ci tira fuori dall’acqua, dal mondo (quasi la prospettiva di una fuga dal mondo), no, ma ci permette di risalire — «salendo dall’acqua…» (Mc 1,10), verbo di risurrezione — e attraversare il mare della vita da uomini e donne risorti, capaci di sperare contro ogni speranza, capaci anche noi di vivere in questo mondo come figli e fratelli, come Lui, il Figlio e il Fratello. Per questo Gesù viene riconosciuto dal Padre come il suo Figlio amato: «Tu sei il Figlio mio, l’amato, in te mi sono compiaciuto» (Mc 1,11). Nel Figlio Gesù, il Padre vede rispecchiare il suo volto e realizzare i suoi desideri, i suoi progetti: salvare l’umanità dal naufragio nel mare della vita. E per questo che il Padre si compiace del Figlio. 4. Senza la presenza del Figlio il mondo ci farebbe sempre più paura, come d’altronde l’acqua del mare… È invece con la presenza amante del Figlio, che ci ha aperto una strada nel mare della vita, che ora l’acqua/mondo non ci fa più paura. Anzi, per la presenza del Figlio quell’“acqua” ha ormai il sapore della sua Parola e della sua Sapienza che feconda la nostra storia (prima lettura: Is 55,1-11). Di più: quell’“acqua” è il Figlio stesso, è la sua vita, fatta di “acqua, sangue e Spirito” (seconda lettura: 1Gv 5,1-9; Gv 4,14) nella quale noi siamo stati immersi nel giorno del nostro battesimo per rinascere ed essere ricreati a Sua immagine come un “altro Cristo”. Sì, «tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede». Barcellona PG (ME) |