ICONA FLOREALE
di Giusy Calderone
Arte floreale al servizio della liturgiaNotizie storiche: “L’arte floreale a servizio della liturgia così come noi ce ne occupiamo e la intendiamo è abbastanza recente. Potremo dire che ri-nasce a Firenze alla fine degli anni ’70 dall’intuizione di una signora francese, Genevieve Vascherot, la quale osservando il quadro di Hugo Van Der Goes, “l’adorazione dei pastori”, fu colpita dalla presenza dei due contenitori con precisi fiori, delle violette sparse per terra e un covone di grano. Percepì che questi elementi erano perfettamente inseriti nell’architettura del quadro e che dovevano avere un senso; cominciò a ricercare in diversi testi, specie medievali il simbolismo di ciascun fiore e del loro colore: iris, lilium, aquilegie, violette… grano, e si accorse del grandissimo contributo che proprio questi elementi davano alla lettura e al senso del quadro perché aiutavano ad entrare in ciò che intimamente rappresentava. Così anche se quella del fiore è considerata un’arte povera, assume un’altissima nobiltà nel suo linguaggio che non è solo per gli addetti ai lavori ma accessibile a tutti. E come Van Der Goes, nel suo quadro non ha dipinto i fiori per riempire spazi vuoti o semplicemente per adornarlo ma perchè sono parte di esso, così nelle nostre celebrazioni liturgiche non si mettono fiori per ornare una chiesa o l’altare o l’ambone, ma perché sono parte dello stesso celebrare, sono una sorta di mistagogia: quando il “fiorire” una chiesa scaturisce dall’ascolto della Parola che orienta nella scelta del fiore, della forma e del colore…è vivere e far vivere meglio il mistero celebrato.”
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