Tra gli immigrati sono i rifugiati
e i richiedenti asilo i soggetti più a rischio di subire
disturbi post traumatici da stress (Dpts), nome tecnico delle
cosiddette "ferite invisibili" provocate da guerre e
violenze. Se ne è parlato oggi a Roma, durante il seminario di
approfondimento dal titolo "Una ferita invisibile:
l’esilio", nell’ambito del Master di medicina delle
emigrazioni (organizzato dalla Caritas di Roma) e del Progetto
"One billion", che porterà a Roma il 3 e 4 dicembre
prossimo i ministri della sanità di 50 Paesi per trovare
soluzioni a questo problema. Il Dpts è provocato da
"disastri indotti dall’uomo" quali appunto torture,
guerre, violenze fisiche e psicologiche. Secondo dati recenti,
ha detto Giovanni Muscettola, psichiatra dell’Università di
Napoli, "nella attuale Guerra in Iraq un militare su otto
presenta questo tipo di patologia depressiva". In Italia il
disturbo è diffuso soprattutto tra i rifugiati, ha spiegato
Marco Mazzetti, etnopsichiatra, perché "sono costretti a
emigrare per avere salva la vita", a differenza degli
immigrati, "che scelgono di avere un personale progetto
migratorio con forti motivazioni, quindi salute fisica e solidità".
Tra i fattori di vulnerabilità più evidenti tra i rifugiati,
"aver già subito violenze; la perdita dello status
sociale, il lutto, la nostalgia di casa, la solitudine sociale
vissuta nei centri di prima accoglienza che – ha commentato
Mazzetti – sono delle vere e proprie galere". Altri
fattori sono "le procedure per richiedere l’asilo sotto
forma di interrogatori e le visite mediche, quanto di più
simile come ambientazione alle torture subite".
"Paradossalmente – ha precisato - spesso ai veri
rifugiati viene rifiutato l’asilo perché si contraddicono, ma
chi ha subito torture perde totalmente il senso del tempo e
degli eventi". Per ovviare a questi rischi Mazzetti
consiglia di adottare alcune premure: "Scegliere e formare
accuratamente il personale che accoglie i rifugiati, evitando
gente in divisa; velocizzare le procedure d’asilo; avere delle
commissioni preparate capaci di riconoscere chi mente veramente;
consentire l’accompagnamento durante le audizioni