Gli
americani scoppiano di salute
L'anno scorso negli
Stati uniti 2,4 milioni di persone hanno perso ogni copertura sanitaria
Le cause Il costo crescente delle spese sanitarie viene scaricato dai
padroni sui lavoratori,
che
non ce la fanno a sostenerlo
A.
PA.
Lo scorso anno, 2,4 milioni di
americani hanno perso ogni copertura sanitaria, portando
così a 43,6 milioni il numero di persone che negli Stati uniti sono
tagliate fuori dalle cure mediche. Un esercito enorme, che
eccede la popolazione combinata di 24 stati Usa, come ha notato qualcuno
nei commenti a caldo dei dati diffusi ieri dal Census Bureau. Questi
ultimi arrivi portano la percentuale di non assicurati sulla popolazione
al 15,2%, dal 14,6% del 2001. Il balzo più rilevante negli ultimi dieci
anni. Alla base della massiccia espulsione, l'erosione continua della
copertura sanitaria pagata dai datori di lavoro che a causa della crescita
continua dei costi sanitari (aumentati nel 2003 del 14% ma da tre anni in
crescita continua di percentuali a doppia cifra) scaricano gli aggravi sui
lavoratori, che non possono permettersi di farvi fronte. Per altri, è
stata la perdita del lavoro a far venire meno ogni assistenza. Ma i dati
avrebbero potuto essere assai peggiori se non fosse intervenuta
l'assistenza del governo attraverso i programmi Medicaid per i più
poveri, che nel 2002 ha coperto 3,2 milioni di persone in più. Lo ha
affermato Leighton Ku, del Center on Budget and Policy Priorities,
sottolineando polemicamente che ciò non sarebbe potuto accadere se fosse
stato in vigore il tetto che all'inizio dell'anno l'amministrazione Bush
ha proposto di imporre agli interventi di questo genere, ora piuttosto
flessibili e legati alle necessità.
I dati sulla sanità fanno il paio con i dati sulla povertà e i redditi
resi noti venerdì scorso dallo stesso Bureau, che ha rilevato nel 2002,
per il secondo anno consecutivo, un incremento dei
poveri negli Stati uniti di 1,7 milioni di persone. Nel 2001 l'aumento era
stato di 1,3 milioni.
L'universo dei non assicurati Usa va visto da vicino, in quanto spia di un
sistema che nessuno potrebbe mai augurarsi di avere, neppure in un empito
di autolesionismo. Diversamente dai dati sulla povertà, peggiorati
soprattutto negli ultimi 2 anni, il numero dei non assicurati statunitensi
è cresciuto anno dopo anno dal 1987 al 1998 (anno in cui la percentuale
complessiva era arrivata al 16,3%), aumentando dunque anche nei tempi di
boom economico. Le piccole imprese generatrici di molti nuovi posti di
lavoro non provvedono infatti copertura assicurativa. Basti comunque
pensare che il numero dei lavoratori a tempo pieno senza copertura
sanitaria l'anno scorso è aumentato di 897mila unità, arrivando
complessivamente a 19,9 milioni di persone.
Andando a disaggregare i dati, emerge che nel
2002 i bambini senza assicurazione sono stati 8,5 milioni, 11,6% di tutta
la popolazione al di sotto dei 18 anni, mentre la mancanza di copertura
colpisce un terzo di quelli che per reddito rientrano nella definizione di
povertà. Quanto ai gruppi razziali, la classica dei più
sfavoriti vede in testa gli ispanici (32,4%) seguiti dai neri (20,2%). I
bianchi non ispanici raggiungono il 10,7%. Non è assicurato, poi, un
terzo della popolazione nata all'estero e il 43% circa di coloro che non
hanno la cittadinanza americana.
Le famiglie più colpite dal fenomeno sono state però lo scorso anno
quelle a medio reddito. Nella fascia tra i 25mila e i 79mila dollari di
reddito l'anno, il numero dei non assicurati è aumentato di 1,4 milioni
(arrivando a 21,5 milioni) con un incremento più consistente tra le
famiglie che hanno introiti fra i 25mila e i 49mila dollari.
Se si guarda invece alla divisione per stati, ci si accorge che a colpire
di più i suoi concittadini è il mitico Texas di George Bush, con una
percentuale di non assicurati del 24,1%, quasi il doppio della media
nazionale.
Testo integrale tratto da "Il
Manifesto" - 1 ottobre 2003