L’INFANZIA VIOLATA
Invito ai piccoli: pregate ogni giorno per i vostri coetanei lontani e
donate i vostri risparmi
Il
Papa: dai bimbi un grido straziante
«Nel Sud
del pianeta in milioni condannati a morire per fame e malattie»
Da Roma
Mimmo Muolo
Bambini poveri e affamati.
Bambini malati o costretti a prostituirsi. Bambini soldato che conoscono
solo l'odio e la violenza. Milioni di bambini ogni giorno umiliati nella
loro dignità umana, soprattutto in Africa, Asia e America Latina, cioè
nelle nazioni del cosiddetto terzo mondo. Il loro «grido», ha ricordato
ieri il Papa, «si è fatto più straziante» e non può lasciarci
indifferenti. Così come pure non va sottovalutato il problema dei bambini
del nord, cioè delle nazioni più ricche, che soffrono a causa della «perdita
dei valori».
Per la sua preoccupata, duplice denuncia Giovanni Paolo II ha colto
l'occasione dell'udienza concessa ai bambini e ragazzi della Pontificia
Opera missionaria. Nell'aula "Paolo VI" in Vaticano circa
settemila piccoli, guidati dal prefetto della Congregazione per
l'evangelizzazione dei popoli, cardinale Crescenzio Sepe, hanno così
festeggiato, insieme con il Pontefice, i 160 anni di attività
dell'organismo fondato da Charles de Forbin-Janson, vescovo di Nancy, in
Francia.
Da allora, ha fatto notare il Papa, «sono sopravvenuti grandi e profondi
mutamenti». E non tutti positivi. «Nel "sud" del Pianeta - ha
sottolineato - il grido di milioni di bambini, condannati a morire per
fame e per malattie connesse alla povertà, si è fatto più straziante e
interpella tutti». Ma anche nel «cosiddetto "nord" del mondo»,
pur in «condizioni di vita migliorate», «lo sviluppo economico e
sociale non è stato sempre accompagnato da quello umano in senso pieno».
Si è registrata, infatti, «una perdita di valori e a pagarne il prezzo
più alto sono spesso proprio i più piccoli, senza poi dire che pure
nelle nazioni sviluppate permangono aree di grande povertà».
Per questo Giovanni Paolo II ha sollecitato i bambini dell'Infanzia
Missionaria a intensificare la loro azione. «Voi siete i primi a
rispondere a questo appello - ha detto loro - Voi formate una catena di
solidarietà attraverso i cinque continenti e offrite la possibilità
anche ai più poveri di "dare" e ai più ricchi di
"ricevere" donando». «Continuate a essere i protagonisti di
questo "scambio di doni" - ha aggiunto il Papa - che
contribuisce a costruire un futuro migliore per tutti».
Fin dalla sua fondazione, infatti, il motto dell'Infanzia Missionaria è i
bambini aiutano i bambini. Due sono i modi attraverso cui si realizza
questo aiuto. «Anzitutto con la preghiera», ha ricordato il Pontefice,
poiché ogni piccolo missionario si impegna a recitare un "Ave
Maria" al giorno per i suoi coetanei lontani. E poi con i piccoli
risparmi di ognuno. «Così - ha notato Giovanni Paolo II - la Pontificia
Opera della Santa Infanzia, da piccolo seme è diventato ormai un albero
maestoso». Ora, in questo anno del Rosario, e data anche la situazione
drammatica dei bambini del terzo mondo, occorre fare uno sforzo in più.
Per questo il Papa ha raccomandato anche ai piccoli di recitare il
Rosario, come facevano i beati fanciulli Francesco e Giacinta di Fatima.
È bello pensare, ha concluso il Pontefice, che la Pontificia Opera
dell'Infanzia Missionaria sia «come un immenso coro, formato da bambini
di tutto il mondo, che cantano insieme il loro "eccomi" a Dio
con la preghiera, con il loro entusiasmo e con l'impegno concreto». Un
impegno confermato anche dal cardinale Sepe nel suo saluto al Papa, per il
quale, ha detto, «questi bambini pregano ogni giorno».