Festa
dell'Assunzione della Beata Vergine Maria
Vangelo:
Lc 1,39-45
La Salvezza nasce dai
poveri
padre Tino Treccani
Questo brano di Luca appartiene ai racconti
dell'infanzia di GESÙ: non è una dimostrazione di come sono successi i
fatti, ma una RILETTURA dei fatti alla luce del grande avvenimento
morte-ressurrezione di Gesù, per illuminare il cammino di fede delle
prime comunità cristiane. Quindi non si tratta di curiosità storica, ma
di una lettura teologica.
1. La Trinità si rivela nei poveri
Nell'annunciazione, l'angelo aveva informato Maria a rispetto della
gravidanza di Elisabetta, come una garanzia che niente è impossibile a
Dio (1,37). Dichiarandosi "serva del Signore" (v. 38), lei
concepisce Gesù e, come segno del suo "servizio" si affretta
verso la casa di Zaccaria, per incontrare Elisabetta (vv.39-40). La scena
mostra l'incontro delle due mamme aggraziate col dono della fecondità e
della vita. Il brano mostra anche l'incontro tra due bambini, il
Precursore e il Salvatore, mediante il dinamismo dello Spirito Santo. Gesù
sarà concepito per opera dello Spirito Santo: Giovanni Battista esulta
nel seno di Elisabetta che, piena di Spirito Santo, proclama la
beatitudine di Maria. La scena mostra, soprattutto, che la Trinità si
rivela nei poveri e fa di loro la sua abitazione permanente. Il Padre
aveva rivelato a Maria il dono fatto ad Elisabetta, la marginalizzata
perché sterile, colei che non aveva mai speranze di vita perché anziana
ed incapace di concepire; lo Spirito rivela ad Elisabetta che Maria, la
serva del Padre, divenne la "madre del Signore" (v. 43). Così
la Trinità entra nella casa dei poveri umiliati che attendono la
liberazione. In questo senso è interessante chiarire il significato dei
nomi dei personaggi impegnati nella scena: Gesù (= Dio salva); Giovanni
(= Dio è misericordia); Zaccaria (= Dio si è ricordato); Elisabetta (=
Dio è pienezza); Maria (= l'amata). In sintesi, i poveri proclamano la
"misericordia" del Dio che si ricorda dei poveri, viene ad
abitare con loro perché li "ama", portando loro la
"pienezza della salvezza".
2. Dio feconda la fede
Le parole di Elisabetta a Maria (vv. 42b-45) si inspirano negli elogi
delle donne liberatrici dell'Antico Testamento; Jael ("Che Jael sia
"benedetta" tra le donne", Giudici 5,24) e Giuditta
("Oh figlia, sia benedetta dal Dio altissimo, più che tutte le donne
della terra", Giuditta 13,18). Abramo, padre dei credenti, pure è
"benedetto" (cfr. Gn 12,2-3). Il v. 42b si inspira anche nelle
promesse di vita a Israele ("Sarà "benedetto" il frutto
del tuo ventre" Dt 28,4). Elisabetta proclama Maria benedetta, cioè,
beata. Nella Bibbia le persone "benedicono (danno la benedizione o
dicono-bene) quando scoprono la presenza di Dio che salva. Maria è motivo
di benedizione perché divenne il luogo privilegiato in cui si sperimenta
Dio. L'Antico Testamento (Elisabetta e Giovanni) benedice il Nuovo (Maria
e Gesù). L'Antico Testamento riconosce la nuova umanità che si sta
formando nel seno di Maria, inteso proprio come ambiente privilegiato
dell'esperienza di Dio. L'espressione di gioia di Elisabetta
all'accogliere Maria ("Come posso meritare che la madre del mio
Signore venga a visitarmi?") ricorda lo spavento di Davide
nell'accogliere l'Arca: "Come verrà l'Arca di Javé per restare
nella mia casa?" (2Sam 6,9). Sulla base di questo parallelismo, la
mariologia tradizionale vede in Maria l'Arca della Nuova Alleanza, per il
fatto di essere la madre del bambino che sarà chiamato Santo, Figlio di
Dio (Lc 1,35). L'esultanza di Giovanni nel seno di Elisabetta (v. 44) è
la gioia del popolo di Dio per la venuta del Messia. Con questo fatto,
Luca vuole registrare la realizzazione delle aspettative messianiche: la
misericordia di Dio si rivela adesso in Gesù che viene per salvare.
L'elogio di Elisabetta a Maria va oltre la maternità fisica. La
"beatitudine" di Maria (v. 45) è aver creduto che le cose dette
dal Signore si sarebbero compiute. Così, in sintonia col vangelo di Luca,
Maria appare come il "modello di discepolo". Lo stesso Gesù
dice: "Felici anzitutto, coloro che ascoltano la Parola di Dio e la
mettono in pratica" (cfr. 11,27-28). Maria la "schiava" del
Signore (1,28) merita la beatitudine degli ascoltatori cristiani ai quali
Luca, in At 2,18, chiama di servi e serve del Signore.
3. I poveri riconoscono l'azione di Dio (vv. 46-56)
Il Magnificat ha molti ricordi dell'Antico testamento e segue da vicino il
cantico di Anna (1 Samuele 2,1-10). Luca certamente usa qui un salmo dei
"poveri di Javé", il resto del popolo fedele che rimase
umilmente aperto a Dio (Sofonia 2,3; 3,11-13).
Nella persona di tutti i poveri che aspettano la salvezza, Maria riconosce
e si rallegra con la grandezza di Dio (1,46-47; Abacuc 3,18).Perché ha
visto l'umiliazione del suo popolo povero e venne per liberarlo dagli
occhi di tutti (1,48; 1 Samuele 1,11). Difatti, la maggior gloria e
testimonianza della santità e della misericordia di Dio è aver assunto
lui stesso la situazione dei poveri, per liberarli, dando efficacia alla
loro lotta (1,49-50; Deuteronomio 10,21; Salmo 103,17). Come Dio realizza
questo? Per mezzo della forza della giustizia, che inverte le situazioni
sociali per creare un nuovo relazionarsi tra le persone e i gruppi umani:
i poveri e i deboli sono liberati da coloro che li opprimono e sfruttano
(1,51-53; 1 Samuele 2,7-8; Salmo 107,9). É il modo con cui Dio agisce e
come agirà Gesù, perché la vera giustizia è difendere il povero ed il
debole contro le strutture e le persone che lo opprimono. In questo
riconosciamo la misericordia e la fedeltà di Dio verso il popolo che lo
teme e lo serve, ricordandoci dell'alleanza che fece con Abramo, il padre
del popolo di Dio (1,54-55; Genesi 17,7). Il Magnificat testimonia la
gioia dei poveri che aspettano e confidano nell'azione di Dio. Ma lo
stesso Dio aspetta che i poveri imparino con lui per diventare suoi
strumenti nella realizzazione della giustizia che libera.
Tagore diceva: " La storia dell'umanità aspetta, con pazienza, il
trionfo dell'uomo umiliato".
dal sito www.qumram.net