HOREB  N. 49 - 1/2008  

“Quale Chiesa evangelizza oggi?"

 

Editoriale

 

Chi legge i giornali o ascolta notizie del telegiornale, a volte ha l’impressione che quando si scrive o si parla della Chiesa essa, sbrigativamente, venga presentata come una lobby, un centro di potere contrattuale e competitivo con gli altri poteri forti sociali o politici. Questa è la lettura che spesso fanno coloro che sono esterni alla vitalità della Chiesa.

Ma anche all’interno della stessa Chiesa, chi si dice credente e vive una certa esperienza religiosa, spesso si comporta da estraneo, limitandosi ad una partecipazione parziale. Si sente fruitore di servizi e ritiene che la Chiesa sia spazio dove a pieno titolo ci stia chi ha compiti di animazione e in primo luogo il prete.

Questa amara constatazione ci ha portato a interrogarci: è questa la Chiesa voluta da Cristo?

C’è una affermazione della Lumen Gentium che ci offre una luce per trovare una via d’uscita a questo interrogativo. Si dice esattamente: “La Chiesa universale si presnta come “un popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”” (LG 4). Questa espressione che ripropone la riflessione di S. Cipriano, ma anche di altri Padri, ci suggerisce che la Chiesa, voluta da Gesù Cristo, deve essere riflesso nella storia del dinamismo trinitario. E quindi all’interno di essa tutti i credenti, in forza del battesimo, sono un solo popolo con uguale dignità e chiamati a una partecipazione responsabile, seppure con ruoli diversi determinati da carismi e ministeri diversi.

Nei riguardi del mondo, poi, essa si pone come popolo inserito in mezzo a tutti gli altri uomini e, in loro compagnia, in cammino nella storia. Ci ricorda Pietro che i cristiani sono “pellegrini della disseminazione” (1Pt 1,1), cioè portatori, nei labirinti della vita, del seme della Parola, riflessa nella loro esistenza e testimoniata, dal “basso”, nel quotidiano, con stile semplice, gratuito, disarmato e dialogante, seguendo le orme di Cristo Gesù (1Pt 2,21). La Chiesa, in altri termini, è chiamata a raccontare nei suoi gesti e nelle sue parole la misericordia del Padre.

È questo l’humus che fa da sfondo alla monografia che presentiamo.

Essa si apre con un’analisi puntuale di alcune istanze, quelle giudicate più urgenti per un rinnovamento evangelico della Chiesa nel nostro tempo: ristabilire l’equilibrio tra vita teologale e impegno morale, intraprendere la strada della sinodalità per un’autentica corresponsabilità ecclesiale, proseguire nell’esperienza liturgica aderente alla vita, nella conoscenza della Bibbia e nel cammino ecumenico; e tutto questo rimanendo nella compagnia degli uomini (M. Assenza).

Le istanze di rinnovamento evangelico della Chiesa non appartengono soltanto al nostro tempo, ma a tutta la storia della Chiesa. Alcuni testimoni della fede ne sono stati gli interpreti più lucidi. Qui si è dato voce a due di loro, vissuti in epoche diverse e con temperamenti e storie personali diversi, eppure animati dallo stesso ideale di riforma della Chiesa: la mistica carmelitana S. Maria Maddalena di Firenze, vissuta negli anni del post-concilio tridentino (C. Vasciaveo), e uno dei più lucidi pensatori dell’Ottocento, Antonio Rosmini, recentemente proclamato beato, il quale scrisse le “Cinque piaghe della Santa Chiesa”, libro ricco di molte intuizioni profetiche che in parte saranno recepite dal Concilio Vaticano II (A. Neglia).

Le due sezioni che seguono toccano alcuni aspetti fondamentali della vita della Chiesa e della sua credibilità nell’annuncio del vangelo agli uomini del nostro tempo: la fraternità/sororità come “forma teologale” dell’essere Chiesa di Cristo nostro Fratello (E. Palumbo); la liturgia come luogo in cui meglio si esprime la Chiesa come mistero di comunione e di salvezza (A. Antista); la fatica, dei ministri ordinati e dei cristiani laici, ad attivare e a far funzionare organismi di partecipazione e di corresponsabilità più rispondenti al modello di Chiesa sinodale e meno a quello monarchico (A. Longhitano); l’esigenza di rinnovare la coscienza di essere Chiesa popolo di Dio in cammino nella storia assumendo la “forma di Cristo povero” (G. Battaglia), in dialogo con il mondo senza nostalgie di una cristianità perduta e oggi improponibile (G. Schillaci), un dialogo animato da profezia e simpatia (G. Mazzillo) e una proposta di vita morale centrata non sui principi e sull’osservanza della legge, ma sulla sequela di Cristo Gesù e l’evangelo delle beatitudini (S. Consoli), come pure una comunicazione — anche quella che si serve dei vari strumenti tecnologici disponibili oggi sul mercato — che sappia narrare di Gesù Cristo in maniera meno virtuale e invece più immediata e personale (B. Salvarani).

Per la rubrica “Guardando oltre”, curata da M. Assenza, si propone una riflessione sullo stile di vita evangelico e profetico della parrocchia.

Il quaderno si chiude con gli “Itinerari”. Per “Fame di Giustizia”, una nuova rubrica che in questo numero apre una riflessione su Finanza etica e Banca etica (F. Corazzina). Per “Media e Spiritualità”, una riflessione sull’informazione televisiva riguardo ad alcuni avvenimenti recenti (L. Grandi). Per “Ricerche sul Carmelo”, uno studio sulla comunità fondatrice del Carmelo, che apre una serie di articoli di commento mistagogico-spirituale sulla Regola del Carmelo, della quale l’Ordine ha celebrato nel 2007 l’ottavo centenario della consegna da parte di Alberto patriarca di Gerusalemme (E. Palumbo).

 

 

 

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