“Quale Chiesa
evangelizza oggi?"
Editoriale
Chi legge i giornali o ascolta notizie del
telegiornale, a volte ha l’impressione che quando si scrive o si parla della
Chiesa essa, sbrigativamente, venga presentata come una lobby, un centro di
potere contrattuale e competitivo con gli altri poteri forti sociali o
politici. Questa è la lettura che spesso fanno coloro che sono esterni alla
vitalità della Chiesa.
Ma anche all’interno della stessa Chiesa, chi
si dice credente e vive una certa esperienza religiosa, spesso si comporta
da estraneo, limitandosi ad una partecipazione parziale. Si sente fruitore
di servizi e ritiene che la Chiesa sia spazio dove a pieno titolo ci stia
chi ha compiti di animazione e in primo luogo il prete.
Questa amara constatazione ci ha portato a
interrogarci: è questa la Chiesa voluta da Cristo?
C’è una affermazione della Lumen Gentium che
ci offre una luce per trovare una via d’uscita a questo interrogativo. Si
dice esattamente: “La Chiesa universale si presnta come “un popolo adunato
nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”” (LG 4). Questa
espressione che ripropone la riflessione di S. Cipriano, ma anche di altri
Padri, ci suggerisce che la Chiesa, voluta da Gesù Cristo, deve essere
riflesso nella storia del dinamismo trinitario. E quindi all’interno di essa
tutti i credenti, in forza del battesimo, sono un solo popolo con uguale
dignità e chiamati a una partecipazione responsabile, seppure con ruoli
diversi determinati da carismi e ministeri diversi.
Nei riguardi del mondo, poi, essa si pone come
popolo inserito in mezzo a tutti gli altri uomini e, in loro compagnia, in
cammino nella storia. Ci ricorda Pietro che i cristiani sono “pellegrini
della disseminazione” (1Pt 1,1), cioè portatori, nei labirinti della vita,
del seme della Parola, riflessa nella loro esistenza e testimoniata, dal
“basso”, nel quotidiano, con stile semplice, gratuito, disarmato e
dialogante, seguendo le orme di Cristo Gesù (1Pt 2,21). La Chiesa, in altri
termini, è chiamata a raccontare nei suoi gesti e nelle sue parole la
misericordia del Padre.
È questo l’humus che fa da sfondo alla
monografia che presentiamo.
Essa si apre con un’analisi puntuale di
alcune istanze, quelle giudicate più urgenti per un rinnovamento evangelico
della Chiesa nel nostro tempo: ristabilire l’equilibrio tra vita teologale e
impegno morale, intraprendere la strada della sinodalità per un’autentica
corresponsabilità ecclesiale, proseguire nell’esperienza liturgica aderente
alla vita, nella conoscenza della Bibbia e nel cammino ecumenico; e tutto
questo rimanendo nella compagnia degli uomini (M. Assenza).
Le istanze di rinnovamento evangelico della
Chiesa non appartengono soltanto al nostro tempo, ma a tutta la storia della
Chiesa. Alcuni testimoni della fede ne sono stati gli interpreti più lucidi.
Qui si è dato voce a due di loro, vissuti in epoche diverse e con
temperamenti e storie personali diversi, eppure animati dallo stesso ideale
di riforma della Chiesa: la mistica carmelitana S. Maria Maddalena di
Firenze, vissuta negli anni del post-concilio tridentino (C. Vasciaveo), e
uno dei più lucidi pensatori dell’Ottocento, Antonio Rosmini, recentemente
proclamato beato, il quale scrisse le “Cinque piaghe della Santa Chiesa”,
libro ricco di molte intuizioni profetiche che in parte saranno recepite dal
Concilio Vaticano II (A. Neglia).
Le due sezioni che seguono toccano alcuni
aspetti fondamentali della vita della Chiesa e della sua credibilità
nell’annuncio del vangelo agli uomini del nostro tempo: la fraternità/sororità
come “forma teologale” dell’essere Chiesa di Cristo nostro Fratello (E.
Palumbo); la liturgia come luogo in cui meglio si esprime la Chiesa come
mistero di comunione e di salvezza (A. Antista); la fatica, dei ministri
ordinati e dei cristiani laici, ad attivare e a far funzionare organismi di
partecipazione e di corresponsabilità più rispondenti al modello di Chiesa
sinodale e meno a quello monarchico (A. Longhitano); l’esigenza di rinnovare
la coscienza di essere Chiesa popolo di Dio in cammino nella storia
assumendo la “forma di Cristo povero” (G. Battaglia), in dialogo con il
mondo senza nostalgie di una cristianità perduta e oggi improponibile (G.
Schillaci), un dialogo animato da profezia e simpatia (G. Mazzillo) e una
proposta di vita morale centrata non sui principi e sull’osservanza della
legge, ma sulla sequela di Cristo Gesù e l’evangelo delle beatitudini (S.
Consoli), come pure una comunicazione — anche quella che si serve dei vari
strumenti tecnologici disponibili oggi sul mercato — che sappia narrare di
Gesù Cristo in maniera meno virtuale e invece più immediata e personale (B.
Salvarani).
Per la rubrica “Guardando oltre”, curata da
M. Assenza, si propone una riflessione sullo stile di vita evangelico e
profetico della parrocchia.
Il quaderno si chiude con gli “Itinerari”.
Per “Fame di Giustizia”, una nuova rubrica che in questo numero apre una
riflessione su Finanza etica e Banca etica (F. Corazzina). Per “Media e
Spiritualità”, una riflessione sull’informazione televisiva riguardo ad
alcuni avvenimenti recenti (L. Grandi). Per “Ricerche sul Carmelo”, uno
studio sulla comunità fondatrice del Carmelo, che apre una serie di articoli
di commento mistagogico-spirituale sulla Regola del Carmelo, della quale
l’Ordine ha celebrato nel 2007 l’ottavo centenario della consegna da parte
di Alberto patriarca di Gerusalemme (E. Palumbo).