"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

Serre, cariche per la discarica

Un'altra giornata di tensione nel paese campano: 

blitz degli agenti, tre feriti. Ma la protesta si moltiplica

di Francesca Pilla

 

Serre (Salerno)

Una cava la immagini nascosta fra le montagne, scura e buia, non certo una conca tra le colline ricoperta di erba e fiori, dove pascolano pecore, capre e mucche. Questa invece è la località Masserizia, adiacente all'oasi naturale di Persano, dove dovrebbero essere sversate 7 milioni di tonnellate di immondizia secondo il decreto legge approvato venerdì, seguendo pedissequamente le indicazioni del piano-Bertolaso. Nei campi però oggi ci sono centinaia di uomini e donne, i cittadini di Serre che si oppongono a questo «programma». Si mescolano con soldati, carabinieri e polizia, siedono tra le ruspe, sui mezzi del genio militare e fanno colazione. Da un'occhiata superficiale potrebbe sembrare una strana scampagnata, una gita con la scorta. Mettendo a fuoco i capannelli, i dialoghi, il botta e risposta tra cittadini e polizia si spiega invece tutto quello che è avvenuto nella giornata.


Ore 7. Nel presidio sono rimasti in una trentina. Gli animi sono tranquilli. I sindaci dei paesi limitrofi, i parlamentari, padre Alex Zanotelli hanno lasciato il presidio perché avevano ottenuto la rassicurazione che nulla si sarebbe mosso prima di mezzogiorno. Prima cioè che il senatore Tommaso Sodano avesse incontrato il prefetto Alessandro Pansa per discutere come procedere. I sindaci della zona avevano, infatti, chiesto una sospensione dell'applicazione del decreto in quanto c'era stata una pronuncia della magistratura contraria ai lavori, mentre il dl non era stato ancora firmato dal presidente della repubblica. Ma il «cessate il fuoco» è una bufala, un inganno del prefetto, che segue le direttive del ministero degli interni, per forzare la mano. I militari entrano con le ruspe. I pochi rimasti a presidiare l'area bloccano l'entrata del sito. E' il parapiglia. Le forze dell'ordine alzano di peso le persone, non ha importanza se anziani o donne e li «spingono» nelle campagne. Qualcuno perde la calma e arrivano le prime manganellate. Un uomo si rompe un dente e viene soccorso. Quattro mezzi militari entrano nel sito, altri sette sostano sul viale che porta alla conca di argilla.
Ore 8. Arriva lo scuolabus di Serre che chiede di passare per poter prendere i bambini, come ogni mattina. Bernardino Di Salvatore, 55 anni, scende dal pullman e prova a spiegarsi. I bambini affermano che l'autista sia stato aggredito. Di Salvatore finisce all'ospedale, «per un malore» è la versione ufficiale. I bambini, tutti tra i 6 e i 13 anni, vengono caricati sulle camionette della polizia, piangono e sono sotto choc, dopo un po' vengono «portati» a casa. «Hanno trattato i nostri figli come dei criminali - racconta Angela Sparviero - quando ho visto la camionetta ho pensato a una disgrazia». «Ero spaventata - racconta la figlia di Angela, 13 anni - ci urlavano di non piangere e di dire i nostri indirizzi a voce chiara».

Ore 9. Continua il confronto tra popolazione e forze dell'ordine, ma nel frattempo sono arrivati i rinforzi. Giuliano Amato dirà che a Persano ci sono stati solo spintoni, nessuna carica, ma al presidio hanno un'altra versione: 3 contusi finiti all'ospedale. «Sono tutta un livido - racconta Anna Fava, studentessa, occhi rossi che sembrano fessure. Non ho dormito tutta la notte, ma non mi lascerò vincere dalla stanchezza. Resto qui - continua - a Serre si è fermata la democrazia».

Ore 11. Arriva Tommaso Sodano e afferma che non incontrerà il prefetto Pansa.

Ore 12. Colpo di scena. I vigili urbani di Serre sequestrano il cantiere di Bertolaso. «E' illegale non rispetta la 626 - afferma Mario Conte, presidente del consiglio comunale di Eboli e avvocato - Nel cantiere non è stato approvato nessun progetto né c'è un direttore dei lavori. Per noi è illegale». I vigili urbani tentano di notificare il provvedimento al vicequestore Amato, ma il funzionario si rende irreperibile. «Durante il precedente incarico aveva dovuto dare le dimissioni per incompetenza - urla tra la folla Palmiro Cornetta, sindaco di Serre - questa volta si è tolto lo sfizio di ordinare la carica sulla popolazione pacifica. Ci sono 655 cave della camorra censite perché non vanno a mettere lì i rifiuti, hanno paura di ricevete una pallottola in fronte. Qui hanno a che fare con gente onesta è più facile attuare soprusi?». Scattano gli applausi.
La giornata prosegue in un clima di tensione, tra falsi allarmi su nuove «cariche» e corse da un capo all'altro del sito. Tanti gli anziani di Serre accorsi sul luogo non solo a dare manforte ai giovani, ma a fere scudo con i propri corpi. Un gruppo di donne corpulente siede davanti alle ruspe. La croce rossa distribuisce acqua e interviene al primo malore. Padre Alex benedice il pane che viene distribuito a tutti in segno di buon augurio. Si parla e ci si arrabbia. La determinazione a fare cambiare idea a Bertolaso e al governo è il motivo della resistenza a Persano. Il presidente della provincia De Franciscis, se suo neoruolo da sub-commissario ha proposto altri siti, fra questi sembra ci sia anche quello di Parapoti, che nel 2004 aveva provocato le rivolte della cittadinanza. A Persano arriva la sera e un nuovo allarme sfondamento. Tutti pronti, forze dell'ordine in assetto antisommossa i cittadini seduti a terra decisi a non mollare. Arriva il contrordine: fermatevi. L'appuntamento è fissato alle dieci di oggi in prefettura con i sindaci della zona per provare una nuova mediazione.

 testo integrale pubblicato da  "Il Manifesto" - 13 maggio 2007