Diario pacifista
Come
ricostruire l'Occidente. Ecco il vero problema
di Giulietto Chiesa
LA guerra è finita, insieme all'Occidente. Adesso c'è la rincorsa a chi
finge meglio che il compito sia quello della ricostruzione: dell'Iraq
s'intende. Quella, forse, la faranno, anche se non si sa come si
troveranno gli 800 miliardi di dollari necessari.
Un gran bell'affare comunque. Dopo gli assalti, gli appalti. Ma il
problema vero è un altro. Come ricostruire l'Occidente?
Quando leggi le dichiarazioni di guerra, quelle nuove, di Donald Rumsfeld
e di Richard Perle, che minacciano Siria e Iran, tanto per continuare, ti
viene il sospetto che stiano annunciandoti che morirai in stato di guerra,
o in guerra, a scelta. A meno che l'Imperatore e i suoi luogotenenti siano
dei mentitori.
In effetti è quello che tutti noi pacifisti vorremmo. Questi capi li
preferiremmo bugiardi, piuttosto che feroci e rivoluzionari (perché
pensare di esportare la democrazia è la stessa cosa che pensare di
esportare la rivoluzione). Ma i fatti ci smentiscono ogni giorno. Fanno
quello che minacciano di fare. Sono sinceri, almeno in questo. E
continueranno. Ma questo significa che non ci lasceranno molto spazio. Così
non si può ricostruire l'Occidente. Così lo si rompe ancora di più,
oppure gli si cambia nome: in Stati Uniti d'America.
Perché se quei signori di Washington si propongono, come pare, di portare
avanti il loro "Progetto per un Nuovo Secolo Americano", questo
significa, semplicemente, che noi non avremo più nemmeno l'Occidente, ma
saremo condannati a finire i nostri giorni come sudditi di un Imperatore
che non ci sarà nemmeno concesso di eleggere (e, del resto, nemmeno
questo è stato eletto, e risulta essere stato nominato da un tribunale
dello stato della Florida, il cui governatore è suo fratello).
Certo, di elettori per completare l'elezione ne troverebbe non pochi tra i
sudditi italiani. Gli stessi che adesso inneggiano alle gesta
"eroiche" degli americani. Noi pacifisti, che la guerra non la
vogliamo comunque, non avevamo mai pensato che fosse molto eroico
combattere e vincere tre guerre di seguito, tutte e tre già vinte prima
ancora di cominciarle
testo integrale tratto da "La Stampa" - 14 aprile 2003