DIARIO PACIFISTA

Nessun legame tra volere la pace ed essere antiamericani


di Giulietto Chiesa

QUESTA faccenda dell’antiamericanismo puzza come il pesce andato a male. Ha l’aria, mefitica, di un certo bigottismo, che dovrebbe - vorrebbe - servire a chiudere la bocca a tutti. In questo caso il bigottismo è davvero smodato perché pretende addirittura di chiudere la bocca alla maggioranza della popolazione italiana. Tutti antiamericani, questi pacifisti? Ma nient’affatto! E poi, come qualcuno ha scritto, molto saggiamente, George Bush sta all’America (intendendosi con ciò gli Stati Uniti) come Silvio Berlusconi sta a questa Italia pacifista.

E dunque, se i pacifisti contestano George l’Imperatore, non significa affatto che siano «contro l’America». Perché adottare questo criterio - per l’appunto bigotto e falsificatore - significherebbe che tutti gli italiani che criticano Berlusconi sono degli anti-italiani. Invece, a quanto pare, è questo il leit motiv scelto da tutti i talkshow guerrafondai (cioè quasi tutti). Che la dice lunga sulla qualità degli argomenti dei sostenitori dell’Imperatore.

I quali credono di essere filo-americani e sono, in realtà, soltanto e banalmente sostenitori dell’attuale amministrazione degli Stati Uniti d’America che, si spera e si ritiene, non sarà eterna, come la guerra che vuol fare, e non sarà infinita, come i lutti che sta arrecando. E se dico che questa guerra è illegale, io sono dalla stessa parte dell’americano Michael Moore e di tantissimi altri americani, con i quali ho condiviso e condivido i valori fondamentali di democrazia che hanno nutrito gli Stati Uniti per decenni, ma che ora sono schiacciati dalla propaganda di guerra di Fox Tv.

Che c’entra dunque l’antiamericanismo? Niente, naturalmente. E’ solo un mito artificiale, un lenzuolo da sepolcri imbiancati, da mercanti nel tempio, la cui temperie morale è descritta efficacemente dall’impresa - in cui sono impegnati allo spasimo - senza gloria e senza rischio, di difendere il più forte. Che non significa affatto che sia il più saggio. Impresa molto simile, per coraggio e dignità, a quella di bombardare dall’alto popolazioni innocenti. Vittime. Come vittime sono quegli americani che, a milioni, sono privati di una informazione corretta sullo stato del mondo.

testo integrale trato da "La Stampa" - 4 aprile 2003