Riflessioni
LA DEMOCRAZIA REGNA IN IRAQ ! C'è il fondato sospetto che tutti coloro che nei giorni passati hanno espresso il proprio dissenso a questa guerra con manifestazioni e raccolte di firme si mettano il cuore in pace ... di Gregorio Battaglia L'Occidente cristiano, tecnologicamente avanzato, ha dato una bella lezione di democrazia e di aiuto umanitario alle popolazioni dell'Iraq. Un lavoro eccellente, ben fatto. La nostra civiltà si è rivelata davvero superiore, perchè si può uccidere, ma essendo un effetto collaterale, non ti resta nemmeno il senso di colpa. I bambini iracheni sono rimasti affascinati dallo spettacolo che l'Occidente cristiano e tecnologicamente avanzato ha imbastito per loro: luci, suoni, sirene, crollo di case, voragini, tutto come se fosse un lungo, interminabile gioco del sabato sera. Mettendo un po' da parte l'ironia, vorrei esprimere tutta la vergogna che provo in questo momento in quanto cittadino italiano, in quanto europeo e in quanto appartenente ad un popolo dalla lunga tradizione cristiana. Con tutti i contorcimenti di cui il presidente del Consiglio é capace, il nostro paese non soltanto non è rimasto fuori dalla guerra, ma ha esercitato una "neutralità attiva", che in poche parole vuol dire che si é ritagliato il lavoro che in una rapina tocca a chi fa il palo. Adesso che la guerra volge al termine e la democrazia incomincia a regnare sovrana a Baghdad, c'é il fondato sospetto che tutti coloro che nei giorni passati hanno espresso il proprio dissenso a questa guerra con manifestazioni e raccolte di firme si mettano il cuore in pace, contenti di aver fatto la propria parte, dimenticando ben presto gli orrori di questi giorni, cosi come abbiamo dimenticato quelli dell'Afghanistan, del Kossovo, della Somalia e via di questo passo. Lo dimenticheremo quando si tratterà di votare, non ricordando più che le persone elette del nostro Collegio hanno pienamente sposato le ragioni di questa guerra e non hanno nemmeno risposto alle firme che abbiamo loro indirizzato. Lo dimenticheremo quando si tratterà di fare il pieno di benzina o di continuare a consumare senza freno e senza chiedersi da dove vengano le cose. LA GUERRA E IL NUOVO ORDINE MONDIALE La novità inaugurata dalla guerra preventiva in Iraq è costituita soprattutto dal nuovo compito che viene affidato alla stessa guerra. La globalizzazione, che in parole più a nostra portata vuol dire ridurre il mondo ad un unico mercato, richiede che vi sia qualcuno che detti le regole e le faccia osservare. In questo nuovo scenario dei rapporti tra gli Stati è importante sapere chi fissa le regole del gioco e a chi spetta il controllo di tutte le risorse del pianeta: dal petrolio alle sorgenti di acqua per finire alle bio-diversità. L'Occidente cristiano e tecnologicamente avanzato non ha dubbi, ma per persuadere tutti gli altri paesi è necessario un'opera di profondo convincimento. E' chiaro a questo punto che la guerra non è più un fatto episodico dei rapporti internazionali, ma acquista sempre più il ruolo di vero garante delle regole proclamate dall'Occidente. Il nostro tenore di vita tenuto alto grazie agli effetti della globalizzazione potrà essere difeso soprattutto con la guerra, e per questo la sinistra non ebbe problemi di coscienza a votare il cambiamento delle finalità dell'esercito italiano, che é posto non soltanto a difesa degli inviolabili confini della patria, ma da un po' di anni serve a difendere "gli interessi" del paese, ovunque questi possano essere minacciati. Mettiamoci il cuore in pace: il nostro benessere ha bisogno di sacrifici umani, oggi l'Iraq, domani l'Iran e poi si vedrà. Ci attende davvero un futuro radioso, un mondo pieno ... di croci ! pubblicato su "la Città di Barcellona Pozzo di Gotto" - Aprile 2003
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