L'arcivescovo Marra rilancia due progetti cofinanziati dalla Cei e collegati al risanamento

 Centri socio-pastorali a Santa Lucia e Bisconte

Previsti auditorium, centri d'ascolto, impianti sportivi e per il tempo libero

 di Alessandro Tumino

La via del riscatto di Messina. Ognuno, in politica, la intende a modo proprio. Ma sul piano della fede cristiana, che significa sapere agire e battersi per chi  ha poche o nessuna opportunità, la via del riscatto è stata fotografata dall'ultimo messaggio di monsignor Giovanni Marra.

Ha impressionato in particolare l'appello specifico relativo al riscatto spirituale delle aree cementificate di Santa Lucia sopra Contesse e di Bisconte per le quali l'arcivescovo ha invocato al rapida realizzazione dei Centri socio-pastorali progettati dalla Curia e cofinanziati dalla Cei. Progetti che sono, anche, una parte integrante dell' "urbanizzazione" all'interno dei programmi di risanamento finanziati finanziati nel 1990. Centri socio-culturali come grandi fari di socializzazione in distese urbane piene di cemento e prive di verde: la "ricetta" della Chiesa si spinge in questi casi anche oltre l'idea, pur validissima, dell'oratorio tradizionale. Si parla di spazi coperti polivalenti per funzioni religiose e spettacoli, di saloni per le riunioni degli adolescenti e delle famiglie, di centri di ascolto dei disagi del quartiere. In gioco ci sono parchi robinson, campi di calcetto, pallavolo e pallacanestro utilizzabili gratuitamente, senza dimenticare i locali al caldo e gli impianti di bocce per gli anziani.

Ecco perché il 27 novembre mons. Marra ha ricordato che «bisogna proseguire senza indugio nell'opera di risanamento degli agglomerati degradati... senza trascurare i due previsti Centri socio-pastorali di Santa Lucia sopra Contesse e Bisconte».

Ecco perché,ancora ieri, il pastore così "provoca": «Senza queste realtà il risanamento rischia di ridursi alla creazione di grandi quartieri dormitorio. Non è sufficiente costruire chiese se non affianchiamo ad esse gli spazi di accoglienza di cui le fasce più deboli anno bisogno. Se dovessi scegliere tra una chiesa e un Centro socio-pastorale senza chiesa, in quei due quartieri, sceglierei senz'altro quest'ultimo». Parole forti che fanno riflettere: tanto gli organi comunali quanto il commissiario: «Non potrà esimersi - ha scritto Marra - dall'occuparsi dei problemi prioritari, alcuni dei quali desidero richiamare a motivo della loro urgenza o perché vi sono le condizioni per portarne avanti al soluzione».

Scorrendo i due progetti di Centri socio-pastorali su cui punta la Curia, quelli collegati agli ambiti di risanamento, si comprende tutto il peso che queste opere possono avere.

A Santa Lucia sopra Contesse è quasi disponibile il terreno da 12.000 metri quadrati - bisogna però pagare gli espropri - sul quale il Centro socio-pastorale dovrà sorgere: si trova proprio accanto alla scuola media comunale incompiuta che intorno a Natale dovrebbe essere ultimata. Da oltre un anno è stata sottoscritta l'aposita convenzione con il Comune, quale ente proprietario, prevedente la cessione in uso perpetuo alla Curia ex legge 865 del 1971. Esiste già un progetto esecutivo redatto dall'architetto Patrizia Merlino e dall'ingegnere Aurelio Arcoraci, che potrebbe essere appaltato in tempi brevi. «Il progetto - ricorda il direttore dell'Ufficio tecnico della Curia, Monsignor Bertino - è cofinanziato dalla Conferenza episcopale italiana per circa 2 miliardi di vecchie lire rispetto ai 5 del costo totale delle opere». E la quota restante del finanziamento? «Sia nei del Prusst, sia in quelli dell'urbanizzazione della legge 10»

Con appena due milioni e mezzo di euro, nella desolata Santa Lucia sorgerebbero -ricorda Bertino - un auditorium con 700 posti a sedere, una decina di saloni per creare centri di ascolto e favorire l'aggregazione di bambini e giovani, un campo di calcetto, due di bocce un parco robinson per consentire alle famiglie di lasciare i figli più piccoli nel corso della giornata.

Insomma può nascere presto un approdo confortevole in un tratto di mare deserto: in quel territorio superpopolato in cui l'unica villa comunale con dentro il relitto dell'ex Tensostruttura è "casa dei drogati" e la volenterosa comunità parrocchiale di padre Ioppolo vive e coltiva le sue realtà negli spazi di un bunker.

Un po' di più ci vorrà per Centro socio-pastorale di Bisconte. La Curia per il progetto esecutivo attende dal Comune l'indicazione precisa dell'area dove gli spazi d'accoglienza possono essere allocati e la stipula dell'apposita convenzione.

Prima della della decadenza del sindaco, su sollecitazione del vescovo, mons. Bertino aveva incontrato i vertici tecnici dello Iacp e doveva a breve confrontarsi con l'Ufficio risanamento del Comune, l'ente titolato alla definizione dell'accordo. Anche per is ervizi socio-pastorali di Bisconte la Conferenza episcopale italiana dispone di un congruo cofinanziamento, mentre il resto delle somme è tranquillamente attingibile tra le pieghe del Prusst e della legge 10/90.

Anche Bisconte e la vicina Catarratti, come Santa Lucia, hanno fame di spazi attrezzati, servizi e opportunità per i più deboli ed esposti alla giungla della strada: ci vuole, solo, tanta determinazione.

testo integrale tratto da "La Gazzetta del Sud" - 9 dicembre 2003