MISNA
IRAQ  22/4/2003 2:44

IL MONDO HA BISOGNO DI UN 'NUOVO ORDINE',

MA MOLTO DIVERSO DA QUELLO DELLE 'GUERRE PREVENTIVE'

di Giulio Albanese

Peace/Justice, Standard

"Che ci sia un gran disordine nella situazione del mondo contemporaneo è constatazione da tutti facilmente condivisa. L’interrogativo che si impone è perciò il seguente: quale tipo di ordine può sostituire questo disordine, per dare agli uomini e alle donne la possibilità di vivere in libertà, giustizia e sicurezza? E poiché il mondo, pur nel suo disordine, si sta comunque ‘organizzando’ in vari campi (economico, culturale e perfino politico), sorge un’altra domanda ugualmente pressante: secondo quali princìpi si stanno sviluppando queste nuove forme di ordine mondiale?". Queste parole di Giovanni Paolo II, tratte dal suo messaggio in occasione della Giornata mondiale della Pace 2003, dovrebbero farci riflettere sulle responsabilità che ognuno di noi ha di fronte al puritanesimo serpeggiante in certi ambienti della politica internazionale che mira a giustificare l’utilizzo della forza a scapito della pacifica coesistenza dei popoli. Viene alla mente l’insegnamento del grande Agostino d’Ippona, tratto dal ‘De Civitate Dei’, peraltro citato dal Santo Padre nella sua missiva, in cui si parla di "tranquillitas ordinis", vale a dire "tranquillità dell’ordine", intesa come espressione qualificata dell’insegnamento plurisecolare della Chiesa sul tema scottante della pace. Mai come oggi si avverte il bisogno di cogliere il vero significato di questa parola che, in ebraico suona ‘Shalom’ (Salam in arabo), una pace intesa come armonia tra le parti e dunque non come sottomissione determinata da un super Stato nei confronti di aggregazioni nazionali incapaci di autogovernarsi. Non v’è dubbio che il problema dell’ordine degli affari mondiali, che è poi il problema della pace rettamente intesa, "non può prescindere – scrive il Papa - da questioni legate ai principi morali". Ecco che allora s’impone in ogni libera coscienza la consapevolezza che la questione della pace non può essere affatto separata da quella della dignità della persona e dal rispetto dei diritti umani. È vero che di satrapi come Saddam Hussein ve ne sono a bizzeffe ovunque, ma le responsabilità sul disordine che affligge la nostra povera Terra ricadono indistintamente su tutti: vincitori e vinti, ricchi e poveri. "Non è forse questo il tempo nel quale tutti dovrebbero collaborare alla costituzione di una nuova organizzazione dell’intera famiglia umana?" si domanda il Pontefice e noi con lui. In sostanza qui si tratta di gettare le maschere e di rispondere adeguatamente alla pressoché universale richiesta di modi democratici nell’esercizio dell’autorità politica, sia nazionale che internazionale, come anche alla voglia crescente di trasparenza e di credibilità ad ogni livello della vita pubblica. Sarebbe dunque auspicabile che gli Stati Uniti e i suoi alleati, in ottemperanza alle loro antiche ma forse dimenticate tradizioni democratiche, ratificassero l’adesione al Tribunale penale internazionale e ai tanti altri trattati, quale ad esempio quello di Ottawa sulla messa al bando delle mine antiuomo, come segno di gran civiltà. Questo è il nuovo ordine che noi sogniamo, e non quello delle guerre preventive.

dal sito www.misna.org