Roma,
12 febbraio 2003
- «Tentare
il tutto per tutto. Questo dev’essere l’obiettivo primario
di tutti gli uomini di buona volontà che oggi si dichiarano
amanti della pace e sono convinti che l’uso della forza non
sia la soluzione della crisi internazionale che stiamo vivendo».
Con queste parole il Presidente nazionale delle ACLI, Luigi
Bobba, si appella alla coscienza ed alla buona volontà di
tutti gli aclisti, più di 800.000 solo in Italia, affinché
si facciano promotori e portatori di pace, partecipando alle
manifestazioni in programma in questi giorni, esponendo le
bandiere dell’arcobaleno alle finestre, organizzando momenti
di incontro, preghiera, dibattito. «Non
possiamo far finta di niente di fronte alle guerre e ai nuovi
pericoli che questo mondo globalizzato sta vivendo. Per
questo, dobbiamo dare delle risposte e creare un’alternativa
politica alla guerra. In questo momento la pace è
in mano all’Europa e all’ONU. La prima, dovrà trovare una
posizione unica e ragionevole e percorrere tutte le strade
possibili, mentre le Nazioni Unite sono la sola sede dove si
dovrà decidere come e quando disarmare Saddam Hussein.
Ricordiamoci però che l’ONU non è nata per fare la guerra,
ma piuttosto per risolvere con strumenti pacifici le
controversie internazionali: di qui l’urgenza di mettere in
campo alternative all’uso della forza». Per non lasciare
intentata ogni possibilità, le ACLI sono tra i promotori di
una veglia di testimonianza e preghiere –che si terrà il 14
febbraio a Roma alla chiesa del Gesù alle 17.00 – per dire
a gran voce che i cristiani sono impegnati ovunque a difendere
i diritti delle persone e a promuovere la pace. Non è vero
– come scrive Galli della Loggia – che i cristiani si
mobilitano solo quando ci sono di mezzo gli USA. Con la veglia
“innamorati della pace” vogliamo dire che la pace e la
giustizia e i diritti delle persone vanno difesi ad ogni
latitudine e senza riserve. «Al
nostro Governo – conclude Bobba – chiediamo di unirsi a
tutti coloro che stanno, anche con testardaggine, facendo ogni
tentativo per scongiurare questa assurda guerra contro
l’Iraq. Non siamo antiamericani, come qualcuno scrive, ma
solamente innamorati pazzi della pace».