"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

E’ cosi’ difficile?

di Peppe Sini

E’ cosi’ difficile per tante care persone ammettere che quando mesi fa si sono accodate alla decisione governativa di continuare a partecipare alla guerra afgana si sono sbagliate?

E’ cosi’ difficile per tante care persone ammettere che quando alcune settimane fa hanno accettato e persino esaltato il coinvolgimento militare italiano anche nel teatro bellico libanese si sono sbagliate?

E’ cosi’ difficile capire che la pace non sara’ frutto degli eserciti ma della nonviolenza; non sara’ frutto delle occupazioni militari ma della costruzione di relazioni di reciproco riconoscimento e di convivenza nella giustizia; non sara’ frutto delle armi ma del ripudio delle armi?

E’ cosi’ difficile capire che l’attuale politica internazionale del governo italiano (la stessa del governo precedente, la stessa del governo del 1999), tutta centrata sullo strumento militare e sulla complicita’ con la guerra e gli assassini, e’ una politica criminale che non costruisce la pace ma estende la guerra?

E’ cosi’ difficile capire che se non si fa la scelta del disarmo non si contrastera’ ne’ la guerra ne’ il terrorismo?

E’ cosi’ difficile capire che occorre una politica nonviolenta, e che quindi e’ necessario e urgente uscire dalle subalternita’, dalle ambiguita’, dalle complicita’ con i signori della guerra?

Contro la guerra e il terrorismo vi e’ una sola via: smilitarizzazione dei conflitti, disarmo, solidarieta’ all’umanita’ intera, la scelta della nonviolenza.

E’ cosi’ difficile riconoscere che non vi e’ nonviolenza senza antimilitarismo, che non vi e’ nonviolenza senza impegno per il disarmo?

E’ cosi’ difficile prendere sul serio quell’invito di Gandhi ad essere tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo?

  testo integrale pubblicato da  "La nonviolenza è in cammino"

                                                    Numero 1418 del 14 settembre 2006