"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
Monsignore si dia una calmata di Chiara Saraceno La
gerarchia cattolica, come ogni autorità religiosa, ha sicuramente il
diritto e persino il dovere di esprimersi sui temi che toccano la morale e
il senso della vita. Ciò che dice va ascoltato con rispetto e con
attenzione, anche quando non lo si condivide. Ma ci sono occasioni in cui
è davvero difficile mantenere un atteggiamento di rispetto e ascolto. Le
dichiarazioni di ieri di monsignor Betori, segretario della Conferenza
episcopale italiana, a Gubbio sono una di queste - ormai sempre più
frequenti - occasioni. Di fatto ha individuato come i peggiori nemici
della umanità - «fomentatori di guerre e terrorismo», negatori «del
riconoscimento dell’altro» a vantaggio del mantenimento di «situazioni
e strutture di ingiustizia sociale» - le donne che abortiscono, le
persone che riflettono sul testamento biologico e sul diritto a porre fine
ad una vita che ha perso tutte le caratteristiche di vita umana, le coppie
eterosessuali che convivono senza sposarsi e gli omosessuali in quanto
attenterebbero alla dualità sessuale. Sono loro responsabili dei mali del
mondo, non i dittatori politici ed economici, non coloro che fomentano
guerre etniche e religiose, non gli sfruttatori di donne e bambini, non i
mercanti di uomini e neppure coloro che in nome della morale sessuale si
oppongono all’utilizzo di semplici precauzioni per evitare il
diffondersi dell’Aids che da solo in alcune parti del mondo fa ancora più
stragi delle guerre civili.
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