Il
rapporto della Chiesa con la Massoneria e i "Club Service"
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Dalla
lettera pastorale del Vescovo di Trapani
S.E.
Mons.Francesco Miccichè
"Il
santo viaggio in Cristo e nella Chiesa"
La parte riguardante la messoneria, i club serivice e la mafia
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Con il passo della Chiesa
La lectio divina, che non dovrebbe mancare di essere vissuta in ogni parrocchia settimanalmente, in
quest’anno giubilare per la nostra Chiesa, sarebbe opportuno che avesse a tema la Chiesa madre di
santi.
La crescita del senso della Chiesa va di pari passo con l’impegno e la partecipazione alla vita e alla
missione della Chiesa, con la corresponsabilità di presbiteri e laici nell’edificazione del Regno.
Il piccolo seme della fede assaporata è la premessa di una fede testimoniata nella quotidianità, dove si
misura il nostro credo la Chiesa, la bontà e l’efficacia della nostra appartenenza ad essa.
La gioia che si sprigiona da un cuore innamorato è contagiosa. Come vorrei che la gioia
dell’appartenenza alla Chiesa contagiasse i tanti critici, scettici, dubbiosi che cercano sicurezza in
società, club, sette, strutture che offrono prospettive di benessere fisico, psichico, economico, di potere!
Le sette religiose presenti nel nostro territorio non possono lasciarci indifferenti, si richiede una
mappatura di esse e lo studio di nuove strategie pastorali capaci non solo di arginare gli effetti
devastanti del loro credo religioso falsato, ma soprattutto di presentare il volto luminoso del credo
cattolico, un credo liberante, non tenebroso, che promuove autenticamente l’uomo. L’antidoto per
eccellenza contro la magia, così diffusa in alcuni ambienti della nostra diocesi, è una capillare,
martellante, continua catechesi sulla Chiesa, sacramento di salvezza.
La grave piaga della massoneria con il suo cumulo di eresie ammantate da motivazioni filantropiche, va
sconfessata con forza ribadendo la dottrina certa della Chiesa sulla inconciliabilità dell’appartenenza
del cristiano alla massoneria. Chi ne fa parte si pone fuori dalla Chiesa, è in stato di peccato grave e
non può accedere alla Santa Comunione (Congregazione per la dottrina della fede, Dichiarazione sulla
Massoneria, 26 Novembre 1983). Il credo massonico è antitetico al credo cristiano; è un credo che, in
nome del rispetto della libertà di ognuno, assume il relativismo come unico criterio di pensiero e di
azione. Sapere di più su questa perniciosa e invasiva realtà, purtroppo presente nel nostro territorio, è
un dovere morale grave per i presbiteri, i diaconi, i religiosi, gli operatori pastorali, perché solo
conoscendola è possibile illuminare le coscienze e dare le giuste coordinate del credo cattolico.
Non va sottovalutata la gravità della cultura mafiosa che pervade le coscienze, inquina i
comportamenti e le regole del vivere sociale. La riscossa da questa subdola schiavitù va perseguita con
determinazione, coraggio e senso profetico promovendo un pensiero positivo di legalità, di giustizia, di
solidarietà non basato sul falso concetto dell’onore ma su quell’alfabeto di umanesimo cristiano che sta
alla base della nostra civiltà.
I segni di risveglio delle coscienze attorno a noi attivano il processo virtuoso della speranza che
è il volano per una crescita socio-economico-religiosa del nostro
territorio.
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il
testo integrale della lettera pastorale Avvento 2006