"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

Birmania e minoranze 

Quando lo stupro diventa un' arma di guerra

di  Dacia Maraini

Quella mattina gli uomini erano andati in città. Stavo lavorando il campo quando ho visto dei soldati sullo stradino del villaggio. Eravamo sole io e mia sorella. Loro si sono avvicinati gridando che certamente i nostri mariti erano dei ribelli Shan. Abbiamo risposto che eravamo solo abitanti del villaggio Mark Mog Pawk. Ma loro insistevano e intanto hanno tirato fuori i bastoni. Prima hanno picchiato mia sorella che è più giovane. Quando ho detto loro di smettere perché è incinta hanno preso a colpirla proprio sulla pancia finché è caduta tramortita. Mi sono messa in mezzo per fermarli: la stavano ammazzando. Subito mi sono venuti addosso coi bastoni, tanto che sono svenuta. Quando ho ripreso i sensi il comandante mi aveva portata nella capanna dove mi ha violentata. Subito dopo è uscito a prendere mia sorella incinta, ha violentato anche lei e quando ha finito l'ha uccisa con una coltellata alla gola. Pensavo che avrebbero ammazzato anche me e invece sono andati via prendendosi tutto quello che c’era in casa: 2000 kyat e qualche oggettino d'oro».

 

 Questa è una delle centinaia di testimonianze che ha raccolto Swan (Shan women action network) gruppo composto da profughi Shan, diretto da Hseng Noung e Charm Tong. Gli Shan sono una popolazione del nord della Birmania, ex colonia britannica che ha ottenuto l'indipendenza nel 1948, costituendosi come Unione federale birmana e che i militari hanno voluto battezzare col nome di Myanmar. Nel 1962 il generale Ne Win ha eliminato le libertà democratiche con un colpo di Stato. Nel 1988 una nuova giunta militare ha assunto il potere suscitando malcontento nella popolazione, soprattutto fra le minoranze etniche quali i Karen, i Wa i Chin, che sono sfociati in veri e propri scontri soffocati nel sangue. Il Consiglio per il ripristino dell'ordine e della legge (Slorc) ha iniziato una durissima repressione fatta di torture, esecuzioni sommarie e arresti di massa. Due anni dopo però, in seguito anche alle pressioni internazionali, il Consiglio ha deciso di indire libere elezioni per la formazione di un'Assemblea costituente. Non si aspettava evidentemente che la vittoria sarebbe andata alla Lega nazionale per la democrazia (Lnd) che ha ottenuto 392 seggi su 485. La mossa immediata dei militari è stata quella di invalidare le elezioni e mettere fuori legge i partiti e i movimenti d'opposizione arrestando tutti i dirigenti della Lnd. La leader Aung San Suu Kyi è stata arrestata e costretta per sei anni agli arresti domiciliari, nonostante abbia ricevuto nel 1991 il premio Nobel per la pace.

 

 Amici italiani dei popoli birmani come «Aiutare senza confini», la Provincia di Bolzano, «Per un mondo solidale» di Bressanone, in accordo con Swan, stanno organizzando una giornata dedicata alla conoscenza della cultura birmana il 30 settembre a Bolzano. Perché questo incontro?, chiedo a Benno Roeggla che ha ideato e organizzato il Burma day. La risposta è: «Primo, per fare conoscere al mondo il vero volto della Birmania. Molti turisti anche italiani vanno nel Paese degli Shan e dei Karen senza avere la minima idea di cosa succeda nelle campagne, nelle zone di confine. Ultimamente per esempio i soldati birmani hanno preso l'abitudine di farsi scortare da uomini e donne ma anche bambini delle etnie minoritarie lungo le strade minate dell'interno, così se c’è una mina saranno loro a saltare per aria. Secondo, per migliorare la conoscenza della cultura birmana nel nostro Paese. Parleremo dei loro problemi ma faremo anche conoscere la loro musica, il loro pensiero, la loro cucina».

 

 Per fortuna in una Italia litigiosa, spesso razzista ed egoista si incontrano persone come queste che prendono a cuore le sorti di chi soffre ingiustizie e soprusi in Paesi apparentemente lontani, ma in realtà sempre più vicini.

 testo integrale tratto da il "Corriere della Sera" -  29 agosto 2006