Prof
sospeso perché fa lezioni di pace
utilizzando
gli articoli del «manifesto»
di
Luca Fazio
MILANO
Non
essendo perseguibile per legge il ripetuto maltrattamento della lingua
italiana, ci toccherà lasciare da parte il dottor professor ispettor Gino
Badeschi, il quale in fondo ha fatto solo il suo mestiere. Una ispezione,
con tanto di relazione scritta, al liceo scientifico Russel di Garbagnate,
vicino a Milano, nella primavera del 2005. Occupiamoci allora
dell'ispezionato, il professor Gianni Tristano, lettere classiche.
Stando al rapporto, deve essere un pazzo o quantomeno un soggetto
pericoloso. Per esempio è un tipo che solleva «fiere riserve», tocca
vaste problematiche ma le «riversa in una miscela polimorfa ed eterogenea»,
utilizza per le sue lezioni «pezzi scrittografici», forse cova «un
segreto rovello» e, per dirla proprio tutta, è solito prendere «iniziative
border line». Insomma, è un tipo che va tenuto sotto controllo, e per
fortuna che a vigilare sull'operato di certi docenti ci sono dirigenti
scolastici del calibro di Tiziana Monti. E' lei, la preside, ad aver
avviato un iter sanzionatorio che dopo un anno e mezzo, finalmente, ha
dato i suoi frutti. Gianni Tristano, che adesso insegna al liceo Allende
di Milano - è precario da 18 anni e spesso cambia scuola - il 27 ottobre
è stato addirittura sospeso dall'insegnamento (e dalla retribuzione) per
un mese intero.
Cosa avrà mai combinato? Ha insidiato qualche minore? Ha bestemmiato in
diretta durante una lezione, o ha fatto togliere il crocifisso dall'aula?
Molto peggio. Il 19 febbraio 2005, utilizzando un «pezzo scrittografico»
regolarmente acquistato in edicola, ha osato utilizzare la prima pagina
del quotidiano comunista il manifesto, con l'aggravante che quel giorno a
tutta pagina campeggiava il ritratto di Giuliana Sgrena, che era nelle
mani dei suoi rapitori in Iraq, un'immagine che stava facendo il giro del
mondo. E nel liceo Russel di Garbagnate - un tempo si sarebbe detto un «feudo
ciellino» - quella trovata fu solo l'inizio di una sconvolgente
esperienza border line per due classi di studenti: una intensa settimana
di «laboratorio per la pace». Gianni Tristano la ricorda così: «E'
stata un'attività molto interessante e seguita con passione, abbiamo
fatto cartelloni, abbiamo discusso, abbiamo utilizzato internet per fare
ricerche sulla guerra, e tutto il materiale prodotto è stato esposto».
Fino a quando la preside, pardon, la dirigente scolastica, ha deciso di
rimuovere il materiale sovversivo: sotto la foto di Giuliana Sgrena, a
pennarello nero, gli studenti avevano anche scritto «La mia vita dipende
da voi» e «La pace dipende da noi». Del resto, il professore, oltre ad
avere utilizzato la fotocopiatrice della scuola - e non si fa! - come
ricorda la severa relazione dell'ispettore, non ha avuto buon gioco nel
sostenere che si trattava solo di una legittima iniziativa didattica. «Dubitando
di tale valenza - riecco l'Ispettore - stante la contemporaneità delle
notizie, nonché della correttezza idelogica e materiale dell'operazione,
la dirigente fa rimuovere dalle aule i collages». In pratica a scuola si
fa storia, ma l'attualità non si tocca. A niente è servita la polemica
lettera aperta scritta dal professore censurato, anzi, il fatto di aver «pubblicizzato»
la vicenda ha esasperato ancora di più la dirigente scolastica,
trattandosi di «divulgazione di scritti denigratori e offensivi nei
riguardi dell'istituzione». A niente è servita anche l'interrogazione
parlamentare che a suo tempo Titti Simone, parlamentare del Prc, rivolse
all'allora ministro, Letizia Moratti.
Ma il professore è tosto, e adesso, supportato dai Cobas Scuola, intende
fare ricorso alla Corte costituzionale impugnando l'articolo 33 (libertà
di insegnamento e di espressione). Per Pinuccia Virgilio, insegnante da
una vita e rappresentante Cobas Scuola, questa è una storia esemplare che
riguarda tutti. «La scuola è sempre meno libera - spiega - e gli
insegnanti sono costretti a tacere e subire, specialmente i precari, e
questo è il risultato dell'autonomia scolastica che tanto piace anche al
centrosinistra. Questa vicenda spiega bene che l'autonomia può portare
all'irrigidimento delle gerarchie, alla limitazione degli spazi di libertà
e dell'insegnamento». A proposito. Qui in redazione ha già telefonato la
nuova dirigente scolastica di Gianni Tristano, vuole sapere se il giornale
in passato ha già scritto qualcosa su di lui...Un'altra ispezione in
arrivo?
testo
integrale pubblicato da "Liberazione" - 21 novembre 2006