"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"  -  


 

HOREB n. 54 – 3/2009

Settembre-Dicembre

"Ospiti e ospitali"


Editoriale

 

Il fenomeno migratorio, in questi ultimi anni, ha assunto rilevanza sempre più notevole. Determinato soprattutto dalla miseria, si potrebbe dire che aumenta nella misura in cui cresce il divario tra Nord e Sud del mondo, tra paesi ricchi e paesi poveri. E questo divario sembra un fenomeno inarrestabile. Secondo il rapporto annuale della Fao, sono salite a più di un miliardo nel 2009 le persone che soffrono la fame, 100 milioni in più dello scorso anno.

Oltre a fuggire dalla miseria gli immigrati scappano dalle dittature e dalle guerre. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, sono state 42 milioni le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2008.

Non si può stare con la pancia vuota e braccati continuamente dalla morte; è chiaro quindi che o si progettano politiche economiche che ridistribuiscono le risorse della terra in modo più equo o, inevitabilmente, chi sta soffocando cercherà di raggiungere alcune aree del mondo in cui le condizioni di vita appaiono privilegiate o per lo meno più accettabili.

Di fronte a questo fenomeno, si ha l’impressione che la nostra società italiana non si stia dimostrando accogliente, tutt’altro. Tra di noi prevale la paura dello straniero. Spesso è considerato come un potenziale attentatore della propria identità, è percepito come nemico, che “ruba” il lavoro e minaccia la nostra sicurezza, il nostro benessere. Per cui, in questi ultimi anni è cresciuta notevolmente tra di noi una certa cultura di intolleranza, a volte esplosa in manifestazioni propriamente razziste, nei riguardi degli stranieri.

Questo clima di paura, cavalcato da forze politiche in cerca di consenso elettorale, ha portato alla elaborazione di leggi disumane nei riguardi degli immigrati: prima con la Bossi-Fini e, di recente, con la legge, inserita nel “Pacchetto sicurezza”, e approvata nel luglio scorso dal parlamento italiano, senza discuterla, che istituisce il reato d’immigrazione clandestina, una legge cioè che fa sì che una persona venga punita non per un comportamento doloso ma per la situazione in cui si trova. In sostanza si sovrappongono i termini “immigrato” e “delinquente”.

Questa equazione è stridente a livello sociale e politico, lo è ancora di più alla luce del dato evangelico.

Chi si lascia plasmare dal vangelo, infatti, non può dimenticare che il ritorno verso la casa del Padre passa sempre attraverso lo spazio del fratello: « …ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato… », ci ricorda Gesù. E l’autore della lettera agli Ebrei, avendo presente l’esperienza di Abramo (Gen 18,1-15), ci ammonisce: «Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo» (Eb 13,2).

È questa la prospettiva che orienta la monografia del presente quaderno.

 
 
La prima sezione è dedicata all’analisi della situazione, dove si evidenzia come la paura dell’altro rende inospitali, intolleranti e razzisti (
F. Scalia), e come l’attuale legislazione stenti a vedere nell’immigrazione una grande risorsa culturale, e non solo economica, per la società (S. Calderone).

La seconda sezione si apre all’ascolto di due testimonianze che mostrano l’esistenza di esperienze positive di amicizia e di ospitalità sia con i Rom e con i Sinti, vissute da una fraternità nomade delle piccole sorelle di Charles de Foucauld (ps. Angela Gabriella di Gesù), sia nella vita articolata e complessa di una comunità parrocchiale di Siracusa (C. D’Antoni).

La terza sezione si concentra sulla meditazione biblica e teologica che con intelligenza spirituale si confronta con le radici ebraico-cristiane. L’apertura è data da una riflessione ermeneutica che puntualizza il valore antropologico e teologico di ospitalità, espresso simbolicamente dallo “spazio ospitale” del grembo materno, della casa e della terra (A. Rizzi). Seguono alcune riflessioni bibliche che mettono in risalto il volto ospitale del Dio della Bibbia (C. Di Sante), la storia dell’amore fedele di Ruth, la straniera (G. Del Signore), l’identità dei cristiani come stranieri e pellegrini (A. Corritore), la condizione di ospite e lo stile di accoglienza della chiesa inviata in missione (M. Aliotta). Infine due rflessioni teologico-spirituali che evidenziano l’eucaristia come banchetto di ospitalità e di fraternità (S. Consoli), e l’ospitalità della tradizione monastica come accoglienza della venuta di Cristo nell’ospite, come attenzione umana verso di lui, come ministero di ascolto (L. Manicardi).

Completa la monografia la rubrica “Ricerche nel Web”, curata da G. La Malfa, che pone l’attenzione su alcuni siti internet che trattano del problema dell’immigrazione.

La rubrica “Guardando oltre”, curata da M. Assenza, la narra la sua esperienza di ospitalità tra i terremotati dell’Abruzzo.

Il quaderno si chiude con gli “Itinerari”. Per “Testimoni del nostro tempo”, un terzo articolo, molto ricco, su Don Lorenzo Milani, che tratta della sua missione pastorale centrata sul “dare la parola”, ovvero educare a far pensare ed esprimersi con libertà e audacia (A. Neglia). Per “Letteratura e Spiritualità”, si porta a termine la riflessione sulla figura dell’Apostolo Paolo nella storia della letteratura, presentando l’opera di Pier Paolo Pasolini (B. Salvarani). Per “Ricerche sul Carmelo”, si conclude lo studio della Regola del Carmelo tracciandone la spiritualità del quotidiano (E. Palumbo).