"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
Il
fantasma dell´Anticristo di Filippo Ceccarelli Siccome
erano già in pochi, nella risolta crisi di governo e in tutto quello che
gli ruotava attorno è entrato anche l´Anticristo. E´ un ingresso a suo
modo abbastanza laterale, da non addetti ai lavori o quasi, nel senso che
proprio ieri l´ha evocato il cardinale Giacomo Biffi nelle meditazioni
quaresimali davanti al Papa e alla Curia. Tra parentesi: a qualche
centinaio di metri da Palazzo Madama. Biffi sarebbe stato un grande
giornalista. Ha una splendida penna, mostra un tempismo perfetto e usa
immagini potenti. Giuliano Ferrara ed altri entusiastici teo-con gli
riconoscono pure una notevole capacità di cogliere al volo i valori in
gioco. Ma questo è già più arbitrario e impegnativo da cogliere. Di
sicuro si può convenire sul fatto che il cardinale ha un certo gusto per
le provocazioni.Questa di ieri, che muove dagli scritti profetici del
filosofo russo Vladimir Solov´ev, dice che l´Anticristo potrebbe
presentarsi, o nascondersi, dietro un pacifista, un ecologista ed un
ecumenista. Come dire, forzando quel tanto che le parole esprimono nelle
loro vibrazioni, che il «Messia malvagio» potrebbe benissimo stare sotto
le bandiere arcobaleno; e/o riconoscersi nella guida di Alfonso Pecoraro
Scanio, per dire; o/e ritrovarsi in Parlamento in quella porzione di
eletti della Margherita che risulta più legata all´esperienza dei
cattolici democratici e della sinistra dc. Che pure ardente, nella sua
lunga storia politico-ecclesiale, all´ecumenismo non è che si sia
dedicata granché. Forse perché annoiati, o immersi nel clima, a diversi
senatori in attesa della lunga chiama nell´aula «bomboniera» del
Senato, la nota di agenzia cardinalizia ha fatto un effetto un po´
strano, ma tutto sommato piuttosto rivelatore. Perché dall´identikit
dell´Anticristo era nettamente escluso qualsiasi tratto distintivo del
centrodestra. E se pure Solov´ev è passato a miglior vita agli albori
del secolo scorso, beh, insomma: pacifismo, ambientalismo e riconoscimento
della necessità di dialogare con altre religioni e civiltà rientrano a
pieno titolo nel complesso di valori riconosciuti nelle varie e periodiche
«carte» che pochissimi leggono, ma che i saggi e gli ottimati del
centrosinistra continuano incessantemente a scrivere. A rigor di logica e
di sonante, terrifica evocazione, nel profilo biffiano mancava la figura
del gay. Ma a ben vedere era anch´essa compresa nella suddetta
abominevole triade. A meno che la triste sorte toccata ai Dico, cancellati
dalla corsia preferenziale del rinnovato governo Prodi, non avesse
consigliato oltretevere un supplemento di prudenza. Ma tant´è. Ieri
mattina, neanche a farlo apposta giorno consacrato a san Romano (monaco),
alcuni iper-cattolici tradizionalisti si sono messi a pregare con i loro
rosari davanti a Montecitorio per la caduta dell´esecutivo, sempre a
causa delle unioni civili: «Questo governo - hanno spiegato - va contro
natura e contro Dio, ha i piedi d´argilla e cadrà». Probabile,
peraltro. Erano pochi, una ventina, e mansueti: ma le inedite orazioni
parlamentari confermano senza dubbio la netta impressione di un ritorno
millenaristico e se il termine non suonasse qui a sproposito, anche
parecchio manicheo. «Verrà il giorno - ha tuonato un frate, come nei
Promessi Sposi - in cui anche Pannella si convertirà». Può darsi anche
questo. Comunque il diavolaccio radicale, si è già ampiamente beccato
pure lui a suo tempo accuse anticristiche. Così come, per ragioni d´ineffabile
contabilità, il suo seguace Cappato si ritrova seduto al Parlamento di
Bruxelles sul banco numero 666, che sarebbe quello del Dragone, o della
Bestia, e con l´Anticristo siamo lì. L´amnesia dell´eterno, d´altra
parte, e la più strenua attenzione all´«aldiqua» generano curiosi
cortocircuiti e sorprendenti omissioni. Ma anche su questo, pazienza. L´Anticristo
è argomento vasto e figura così antica da trovarsi nei libri
appartenenti al genere apocalittico dell´Antico Testamento. Ma il punto
che forse qui vale sottolineare è che nel corso dei secoli tale
spaventosa nomea, che prefigurando la fine dei tempi spaventa i bambini più
sensibili, ha sempre trovato qualcuno o qualcosa a cui essere appiccicata:
imperatori romani (Nerone, Diocleziano, Caligola) e bizantini; eretici e
fondatori di religioni concorrenti (da Maometto a Lutero); poi grandi
rivoluzionari sociali e condottieri militari come Napoleone (con loro
grande soddisfazione), e Hitler, Stalin, il comunismo, il denaro, la
televisione, fino a Bin Laden e a Marilyn Manson che a onor del vero ha
chiarito: «Se cercate l´Anticristo, non sono io». E magari è nell´uomo
cercarlo - nei giochi enigmistici e di carte, nella roulette, nei codici
informatici, nella pubblicità, nel web - ma nella politica, intesa come
terreno di scontro, la ricerca è ancora più insaziabile. Per cui ogni
tanto si alza qualcuno e dice che qualcun altro magari non è proprio l´Anticristo,
però è un suo seguace e quindi in pratica sì, lo è. E valga qui l´esempio
di Umberto Eco, che per il suo Pendolo di Foucault ebbe storie con la
rivista Studi Cattolici; e poi nei confronti di Gianni Vattimo che presa
una cotta per il pensiero del cistercense Gioacchino da Fiore e
candidatosi come sindaco a San Giovanni in Fiore, sulla Sila, si ritrovò
discretamente insolentito dal clero locale con argomenti da Inquisizione.
Questo per dire i rischi connessi alla proliferazione polemologica degli
Anticristi. E tuttavia, per quanto giornalista, sul tema Biffi è un´autorità
e sa certamente di che cosa sta parlando. «Attenti all´Anticristo» è
il titolo di una sua prolusione al meeting ciellino di Rimini, anno 1991
dell´era sbardelliana. Prolusione poi sviluppata nel testo «Pinocchio,
Peppone, l´Anticristo e altre divagazioni», libro presentato nel 2005
anche da Giulio Andreotti, ieri proclamato dai teo-dem «defensor fidei»,
fino all´altroieri notoriamente identificato con il nomignolo di «Belzebù»:
a parziale conferma che perfino la più rimbombante, sulfurea e ultimativa
demonizzazione tende a sonnecchiare sotto la dittatura del relativismo. Ma
non è questo il punto curioso e in qualche modo terminale dell´anticristismo
para e meta crisaiolo. Sull´argomento si è esercitato anche don Gianni
Baget Bozzo, il cappellano del berlusconismo. E grosso modo (davvero) il
suo falso e seducente profeta ha a che fare - o almeno così lo bacchettò
a suo tempo l´Avvenire - con i supposti impicci recati alla Chiesa dal
Concilio, questione anch´essa non proprio freschissima. Il bello - se si
vuole e ci si accontenta - è che nell´estate del 1999 Francesco Cossiga...
Sì, proprio lui: poteva mancare Cossiga all´appello politico e alla
casistica sulla Bestia che da secoli personifica l´impostura del male?
No, e infatti quell´estate Cossiga si portò a San Teodoro proprio «L´avvento
dell´Anticristo» di Vladimir Solov´ev, il libro ieri citato dal
cardinal Biffi. Ebbene: cosa ti va a confidare, il presidente emerito
della Repubblica, alla Nuova Sardegna, ultimata la lettura? «Giravo
pagina e quasi per caso pensavo a Silvio Berlusconi. Sì perché ci sono
tratti di Berlusconi che ricordano l´Anticristo. Il suo sorriso senz´anima
mi ispira uno strano timore spirituale, qualcosa che ti può intaccare l´anima».
Fece un respiro, sempre più pensieroso: «Se fossi in lui mi ripiegherei
con umiltà in me stesso». Com´è noto, il Cavaliere non seguì il
consiglio. Anzi, citò pure lui l´Anticristo, per dire che bisognava dire
cose del genere per dare il senso dello scontro finale, definitivo. Ma
questo scontro in realtà sembra che non finisca mai. E ieri era ancora lì
a baccagliare. Ha sempre tempo di diventare pacifista, ecologista ed
ecumenico. Ma intanto, come si chiedeva già secoli orsono Dionigi il
Certosino: «Ma non ne abbiamo ancora abbastanza di questo maledetto
Anticristo?». Forse bisogna solo non aver troppa paura del futuro. Dio
vede e provvede. testo integrale pubblicato da "La Repubblica" -1 marzo 2007 |