"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

  FONTE: CENTONOVE

I religiosi dissidenti

 si incontrano in rete

Da Internet parte un appello alla Cei:

 "Evitiamo il conflitto tra credente e cittadino

di DANIELE DE JOANNON

MESSINA. Passa anche da Messina, dalle stanze di padre Fedele Scalia, la presa di posizione di preti e teologi contro l'atteggiamento assunto dalla Conferenza episcopale italiana sui Dico. Ovvero il diktat del cardinal Ruini ai due rami del parlamento, prossimi ad analizzare e votare il decreto. Una delle email giunte a Scalia proviene da Don Pino Ruggeri, e riporta un appello alla Cei che può essere firmato anche on line sul sito http://213.92.85.188/~febb5feb/index.php, e che già reca l'adesione di Giuseppe Alberigo (professore emerito di Storia della Chiesa nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna), Raniero La Valle (già direttore del Popolo e dell'Avvenire d'Italia), Alberto Melloni (docente di storia all'Università di Bologna e membro della Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII), Angelina Nicotra (docente universitario), Giuseppe Ruggieri (Studio Teologico San Paolo di Catania): «La chiesa Italiana - si legge - nonostante sia ricca di tante energie e fermenti, sta subendo un'immeritata evoluzione. L'annunciato intervento della Presidenza della Conferenza Episcopale, che imporrebbe ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui "diritti delle convivenze" è di inaudita gravità. Con un atto di questa natura l'Italia ricadrebbe nella deprecata contraddizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino. Condizione insorta dopo l'unificazione del paese e il "non expedit" della Santa Sede e superata definitivamente solo con gli accordi concordatari. Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro paese fuori dalla storia. Si può pensare che il progetto di legge in discussione non sia ottimale, ma è anche indispensabile distinguere tra ciò che per i credenti è obbligo, non solo di coscienza ma anche canonico, e quanto deve essere regolato dallo Stato laico per tutti i cittadini. Invitiamo la Conferenza episcopale a equilibrare le sue prese di posizione e i parlamentari cattolici a restare fedeli a loro obbligo costituzionale di legislatori per tutti». E, ai deputati credenti in parlamento, scrive anche don Vitaliano Della Sala, prete storicamente "contro": «Come cristiano devo ricordarvi che la teocrazia non piaceva neanche a Gesù Cristo. "Date a Cesare quel che è di Cesare, ma date a Dio quel che è di Dio"».  (D.D.J.)

 

TESTO INTEGRALE TRATTO DA "CENTONOVE" - N. 9 - 2 MARZO 2007

 

                          

                 

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