"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

Intervista a Enrico Boselli

“Non possiamo penalizzare chi sta fuori dal matrimonio”

di Carmelo Lopapa

L’Italia colpita da una “nuova ondata di illuminismo e di laicismo. Enrico Boselli, segretario dello SDI, seguendo il ragionamento di Benedetto XVI, la cultura di voi laici è maggioritaria nel nostro paese.

“L’idea che soltanto la Chiesa cattolica possieda valori,m principi, impegno morale, mentre fuori da lì imperversa il relativismo etico, o peggio un deserto di valori, lo trovo profondamente sbagliato. Il papa deve sapere che il mondo laico possiede valori e principi che spesso coincidono con quelli cristiani e che comunque solo altrettanto importanti: libertà, eguaglianza, diritto,pace. Noi siamo preoccupati quanto lui del relativismo”.

 

Sì, ma il Pontefice declina la sua preoccupazione anche sul piano legislativo e chiede ad esempio che non si introducano nell’ordinamento altre forme di unione. E’ un no netto alle coppie di fatto.

“Non credo sia giusto negare agli italiani quello che viene garantito in tutta Europa. A cominciare dalla Germania. Non possiamo negare i diritti civili, o peggio, far sentire cittadini di serie B, a quel milione e 500 mila di nostri concittadini che hanno deciso di vivere insieme, amandosi, senza il vincolo del matrimonio”.

 

Sa bene che questo contravviene a un principio della morale cattolica che non prevede unioni senza il vincolo del matrimonio.

“Lo capisco. Ma le leggi civili vengono fatte per garantire diritti ai cittadini. Non per difendere la morale religiosa”.

 

Da Benedetto XVI è arrivato anche un no alle “forme deboli e deviate di amore”. Una condanna dell’omosessualità.

“La sessualità va rispettata e io non penso che in qualche modo si possa mettere nel capitolo delle deviazioni morali l’omosessualità. Chi non è eterosessuale non è un deviato. In ogni caso, il Parlamento non può tener conto di questi giudizi morali quando fa le leggi. Non possiamo giudicare i comportamenti sessuali dei nostri cittadini”.

 

A Verona è stata anche invocata la tutela della vita umana dal concepimento alla morte naturale. Ha il sapore di un no all’eutanasia di cui si inizia a parlare in Italia.

“Il dibattito quanto meno sul testamento biologico è aperto nella società italiana. Perché non dobbiamo avere il diritto di ascoltare un malato che, precipitato in una condizione disperata, chiede di poter porre fine alla sua esistenza? Il caso del presidente dell’associazione Coscioni Piergiorgio Welby, sul quale anche il capo dello Stato ha chiesto attenzione, è esemplare”.

 

In Italia, altra osservazione del papa, “antichi pregiudizi” penalizzano la scuola cattolica.

“Non ci sono pregiudizi. La nostra Costituzione garantisce pieni diritti e allo stesso tempo fa divieto di finanziare la scuola privata con le tasse degli italiani. Tanto più in questa fase, non possiamo tagliare le risorse della scuola pubblica e aumentare la dotazione per quella privata, confessionale o meno”.   

 

Almeno avrà apprezzato quel “non spetta alla chiesa agire nellapolitica”?

“L’ho apprezzato. Peccato che questo richiamo non sempre venga rispettato dalle autorità ecclesiastiche”.

 

Ritiene ci sia invadenza da parte dei vescovi?

“Senza dubbio. Ci sarà un motivo se in Europa siano considerati un paese a sovranità limitata”.

 testo integrale pubblicato da  "La Repubblica" - 20 ottobre 2006