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LA CHIESA E IL MONDO

Venerdì, incontrando gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, il segretario di Stato li ha invitati a lavorare sempre per la difesa della vita e a favore dei diseredati della Terra

Bertone: i più poveri sono
il nostro primo impegno

Da Roma Fabrizio Mastrofini

Il vero «impegno globale» è quello di far rispettare i valori della vita e la dignità umana. In tutto il mondo. A ricordarlo, venerdì, è stato il segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, che ha incontrato gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede per l'inizio del suo mandato. L'auspicio, espresso dal cardinale durante l'incontro, è che un giorno tutti i Paesi possano essere rappresentati presso la Santa Sede, il cui obiettivo è quello di offrire il proprio sostegno alla vita internazionale. L'opera diplomatica vaticana, ha ricordato Bertone, si indirizza verso la promozione, nel mondo, dei valori del rispetto e della dignità umana, così come quelli del dialogo, della libertà della giustizia e della fraternità. L'apporto che la Chiesa può offrire alla comunità internazionale - ha detto il porporato - è quello «di una istituzione che mette al primo posto i più alti valori dell'uomo e che non sia estranea da alcun problema proprio dell'uomo contemporaneo».
Il segretario di Stato ha poi sottolineato l'importanza del ruolo rivestito dai diplomatici il cui impegno deve favorire la solidarietà fra tutti i popoli. Per Bertone occorre una maggiore attenzione verso i Paesi più poveri, contro la fame, le malattie endemiche, le guerre o i conflitti e le persecuzioni ideologiche o religiose. «Abbiamo bisogno di un impegno universale in favore dei più diseredati del pianeta», ha sottolineato il cardinale. Il rispetto incondizionato di tutti gli esseri umani nei loro diritti fondamentali, la libertà di coscienza e di religione devono essere le preoccupazioni primarie. I diplomatici, in particolare, devono essere particolarmente attenti alle violenze inflitte alle donne e ai bambini.
Il cardinale Bertone ha affermato poi che la vita va difesa dal suo sorgere alla sua fine naturale, così come va difesa anche la famiglia fondata sul matrimonio. Quindi ha ribadito i profondi legami che sussistono fra pace, sviluppo dei popoli, libertà, diritti umani e sol idarietà internazionale. Legami che hanno offerto nuove vie per la costruzione di una pace vera. Vie che sono quelle politiche e diplomatiche, che si concretizzano attraverso accordi che prevengono e bloccano i conflitti. Infine il segretario di Stato ha ribadito che gli ambiti che necessitano di maggiori sforzi sono la difesa sociale, la condanna della guerra, la sicurezza e il disarmo.
Il decano del Corpo diplomatico, Giovanni Galassi, ambasciatore di San Marino, ha sottolineato in seguito la necessità di intensificare il dialogo tra culture e religioni, in «una situazione mondiale particolarmente delicata, ove sembra sempre più affievolirsi il senso trascendente della vita umana e in cui i contrasti tra i popoli tendono ad allargarsi per molteplici cause che umiliano la dignità dell'uomo, i suoi diritti inalienabili, la libertà fondata sulla verità, la solidarietà e la pace». «Il suo amore per le giovani generazioni - ha proseguito Galassi - il suo sostegno ad una sana laicità che rispetti le convinzioni religiose di ognuno, la sua premura per le necessità esistenziali dei meno fortunati, la sua conoscenza della situazione di molti popoli maturata nelle sue precedenti esperienze» saranno un «ulteriore impulso» ad operare «per il bene comune».
Gli Stati che intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede sono 174, ai quali vanno aggiunti le Comunità europee ed il Sovrano Militare Ordine di Malta e due Missioni a carattere speciale: la Missione della Federazione Russa, retta da un ambasciatore, e l'Ufficio dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina guidata da un direttore.

testo integrale pubblicato da  "Avvenire" - 3 ottobre 2006