"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"

Ruini: sofferto il mio no

 ai funerali di Welby

di Luigi Accattoli

     

Il cardinale Ruini motiva la negazione del fune­rale religioso a Piergiorgio Welby, afferma sull'eutanasia una posizione più vicina a quella del vescovo Sgreccia che a quella del cardinale Martini, conferma il «no» tondo alle coppie di fatto. Dice che la decisione su Welby è stata «sofferta», ma essa era resa necessaria dalla «volontà» suicida espressa «lucidamente» da Piergiorgio. Il funerale in chiesa avrebbe «legittimato» quell'intenzione, contraria «alla legge di Dio».

 

Ruini ha parlato ad apertura della sessione invernale del Consiglio permanente della Cei. Era la prima volta che trattava pubblicamente del caso Welby, avendo avuto l'ultima parola sulla questione del funerale in quanto vicario di Roma.

 

Il cardinale ha posto in risalto questo suo coinvolgi­mento diretto: la vicenda «mi ha chiamato in causa personalmente, quando è giuntala richiesta del funerale religioso dopo la sua morte». «La sofferta decisione di non concederlo», ha ricordato, «nasce dal fatto che il defunto, fino alla fine, ha perseverato lucidamente e consapevolmente nella volontà di porre termine alla propria vita: in quelle condizioni una decisione diversa sarebbe stata infatti per la Chiesa impossibile e contraddittoria, perché avrebbe legittimato un atteggiamento contrario alla legge di Dio».

 

Ruini ha avuto parole sentite sugli aspetti drammatici della vicenda: «Nel prendere tale decisione non è mancata la consapevolezza di arrecare purtroppo dolore e turbamento ai familiari e a tante altre persone, anche credenti, mosse da sentimenti di umana pietà e solidarietà verso chi soffre, sebbene forse meno consapevoli del valore di ogni vita umana, di cui nemmeno la persona del malato può disporre».

 

A proposito del testamento biologico, il cardinale ha riaffermato il «rifiuto dell'eutanasia quali che siano i motivi e i mezzi, le azioni o le omissioni, addotti e impiegati al fine di ottenerla». Ha anche definito «legittimo» il rifiuto dell'accanimento terapeutico, ma ha puntualizzato che «la rinuncia all'accanimento non può giungere al punto di legittimare forme più o meno mascherate di eutanasia e in particolare quell'abbandono terapeutico che priva il paziente del necessario sostegno vitale attraverso l'alimentazione e l'idratazione».

 

Sulle «unioni di fatto» il presidente dei vescovi ricorda che quelle omosessuali contrastano «con fondamentali dati antropologici» e motiva così la contrarietà della Chiesa al «riconoscimento legale» di quelle eterosessuali: i diritti dei «conviventi» e dei loro figli sono già assicurati dal «diritto comune» e quella «protezione» può essere migliorata «attraverso modifiche del codice civile»; non è dunque necessario «creare un modello legislativamente precostituito, che inevitabilmente configurerebbe qualcosa di simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero uguali doveri».

 

La presa di posizione di Ruini sulle unioni di fatto ha riacceso lo scontro tra laici e cattolici e anche chi nell'Unione è normalmente allineato con la Cei rivendica l'autonomia della politica. Il capo­gruppo dell'Ulivo Dario Franceschini precisa che «il Parlamento legifererà» sul tema e il ministro Rosy Bindi parla di «autonomia». Fortemente negativi i commenti che vengono da sinistra e laici mentre a favore si sono schierati vari esponenti della Cdl, da Alleanza nazionale a Forza Italia, all'Udc.

 

Sull'eutanasia, invece, il presidente dei senatori dell'Ulivo, Anna Finocchiaro, e Ignazio Marino (Ds), apprezzano le parole del presidente della Cei: «Come già nell'intervento del cardinale Martini, in Ruini si legge con chiarezza la differenza sostanziale tra eutanasia ed accanimento terapeutico, un'impostazione che condividiamo».

 

Mina Welby ha detto che «il cardinal Ruini ancora oggi non ha capito la storia di mio marito», che «è stato addormentato per poter morire tranquillo, non è stato ucciso». Il suo «non è suicidio».

testo integrale pubblicato dal  "Il Sole 24 Ore" - 23 gennaio 2007