"11 SETTEMBRE". NON SOLO IN AMERICA

di don Antonello Solla


L'11 settembre 2003 ricorre il secondo anniversario del terribile attentato nei confronti del popolo americano, tristemente famosa come"la tragedia della torri gemelle".

L'amplificazione data dai media in quell'anno e che si darà ancora in questi giorni merita, però, alcune riflessioni.

Innanzitutto, è chiaro che, come uomini siamo inorriditi di fronte a simile gesto e come cristiani siamo invitati a portare nelle nostre preghiere il ricordo di quei morti innocenti.

La condanna del terrorismo deve levarsi forte e chiara da parte di tutta la società civile.

D'altra parte occorre anche non correre il rischio di enfatizzare talmente tanto la cosa da dimenticare che di "undici settembre" nel mondo ce ne sono stati tanti e continuano ad essercene.

Pensiamo alle migliaia di morti per fame, la quale ogni anno dissacra il progetto originario di Dio.causate proprio dall'eccessivo consumismo ed egoismo dei popoli occidentali.per essi non esiste un giorno della memoria nel calendario.

Pensiamo alle migliaia di morti causate da conflitti disseminati nel mondo;molti dei quali combattuti con armi americane e italiane, per essi la CNN non spreca neanche un minuto delle sue trasmissioni.

Pensiamo ai milioni di morti per AIDS in Africa, per loro non ci sono le prime pagine dei giornali o TV e neanche medaglie al valore.

Non cadiamo nella triste tentazione di fare la classifica delle tragedie: alcune più importanti di altre, come se i morti fossero diversi a seconda di quale popolo appartengano.

"Dio non fa preferenze di persone.a qualunque popolo appartengano."

( Atti degli Apostoli- discorso di Pietro-)..

l'11 settembre non piangeremo solo gli americani delle due torri, ma anche i civili iracheni morti nei bombardamenti USA: 18.000 nella prima guerra del golfo e chissà quanti ancora nella seconda;

piangeremo anche le migliaia di morti e di "desaparecidos" dell'America latina, perpetrate da dittature militari sostenute dalla CIA;

piangeremo le migliaia di morti del popolo afgano, causate dai sovietici;

piangeremo i milioni di morti nella guerra del Vietnam;

quelli di Hiroshima e Nagasaki, causati dalla bomba atomica americana..

piangeremo i 200.000 iraniani uccisi dagli iracheni con armi e denaro forniti dagli Stati Uniti.

piangeremo per i russi e i 150.000 afgani morti per mano dei talebani, anche loro con armi e ordini degli USA.

piangeremo i morti israeliani nei folli attacchi kamikaze e i morti palestinesi delle barbare incursioni ebraiche.

non vuole essere un discorso anti-americano, ma per favore apriamo gli occhi.

nessuno può dire di avere la coscienza del tutto pulita!

A dispetto di George Bush jr. che, durante il discorso alla nazione, alcuni giorni dopo l'attentato, dipingeva l'America come il popolo eletto chiamato a sconfiggere il male e la vittima che Dio mai abbandonerà, ma come è possibile farsi scudo con Dio, quando le mani sono sporche di sangue come quelle degli altri!

Come è possibile chiamare Dio in causa per difendere e giustificare altri omicidi, altri drammi, altre morti innocenti.Dio non c'entra nelle guerre, né in quelle dei musulmani terroristi, ma neanche in quelle di Bush e dei suoi sudditi.

È ora che cominciamo a ragionare non su luoghi comuni, ma su fatti concreti.

Il terrorismo e la violenza non verranno mai sconfitte se non si rimetterà a posto l'ordine mondiale, attraverso una economia equa e una distribuzione delle risorse della terra per tutti..quante volte il Papa l'ha ripetuto:

NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA.

Per questi motivi noi pregheremo per tutti morti della violenza assurda e sterile, ma non ci fermeremo a New York, cammineremo tanto, peregrinando per tutti quei santuari dove il volto di Cristo è deturpato, violentato, torturato, irriso, ucciso.

Chineremo il nostro corpo verso tutti i malcapitati della storia che "da Gerusalemme vanno verso Gerico"; tutte le 'gerico' del mondo, senza distinzioni, senza giudizi; semplicemente caricandoli sul nostro giumento, dopo avere versato su di loro il vino della carità e l'olio della solidarietà; li porteremo fino "alla locanda della vita" per liberarli da tutte le schiavitù, restituiremo loro la dignità di uomini, di figli di Dio: siano essi musulmani o cristiani, siano essi ebrei o buddisti;e fino a quando lo loro dignità non sarà riconosciuta da tutti non li abbandoneremo; perché parte di noi, perché parte del Corpo Mistico di Cristo e per noi cristiani il Corpo di Cristo va onorato, contemplato, trattato con estrema devozione:

" ti adoriamo, o Vivo Sacramento", anche nel corpo martoriato e offeso dei fratelli, non solo tra i veli di pizzo e d'oro delle nostre chiese.

Pregheremo, dunque, "ma non chiederemo a Dio di benedire l'America": chiederemo a Dio di benedire non solo l'America, ma tutti i popoli,perché siamo convinti che il nostro Dio non è proprietà privata di qualcuno, ma amore universale che si dona con infinita gratuità ad ogni uomo.

Possa il Dio di Gesù Cristo, il Dio della pace, perdonare i nostri molti peccati e guardare con benevolenza i nostri sforzi per creare concordia e giustizia, in modo da essere sempre fedeli al progetto della Creazione: pane e amore per tutti!


                                                                                                  don Antonello Solla