FONTE: MISNA
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SETTEMBRE: FARE
MEMORIA DEI MORTI A CANCUN, PRIMA CHE A GROUND ZERO |
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Peace/Justice, Standard
di
padre Giulio Albanese
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Oggi
gli Stati Uniti piangono le vittime dell’11 Settembre 2001 e noi
con loro. Il ricordo di tanti innocenti sacrificati da menti
perverse in nome del terrorismo, la subdola guerra mondiale del
Terzo Millennio, stringe il cuore di chiunque creda nella sacralità
della vita. Furono oltre 90 le nazioni, è bene rammentarlo, che
persero i propri figli sotto le macerie delle ‘Twin Towers’. Un
ignobile affronto alla dignità umana dei cinque Continenti. Una
giornata, quella odierna, da consacrare alla memoria e al rispetto:
per ricordare tanti innocenti che inutilmente cercarono di sfuggire
alle fiamme, e il sacrificio di coloro che perirono eroicamente per
salvare altri esseri umani. Ma a distanza di due anni, non possiamo
fare a meno di denunciare che quell’efferato crimine si ripropone
quotidianamente in tante periferie del mondo: dalla Colombia alla
Liberia, dalla Repubblica democratica del Congo al Nord Uganda, dal
Sud Sudan al martoriato Medio Oriente. Tante ‘Twin Towers’ che,
nonostante l’elevato numero dei morti, non fanno notizia perché
fuori dal giro dell’informazione. E come se non bastasse s’è
aggiungo il fardello degli attentati a destra e a manca che
colpiscono quando meno te l’aspetti ammazzando gli inermi, vale a
dire chi non c’entra niente. È la mannaia mascherata di poteri
occulti studiata ad arte per spaventare le libere coscienze.
Qualcuno dice che il movimento di Osama bin Laden sia un mostro che
ha tali e tante ramificazioni che potrebbe colpire sempre e ovunque.
Dunque, suggeriscono alla Casa Bianca, è bene tenere sempre alta la
guardia, mobilitando gli eserciti per sconfiggere il famelico
nemico. Sarà anche vero che il miliardario saudita è davvero
capace di tutto, visti i disastri che ha combinato da Nairobi, nel
’98 a New York con le ‘Twin Towers’, fino ai giorni nostri. Ma
allora, scusate, è legittimo chiedersi a chi giovi davvero questo
disordine globale? Certamente l'attacco dell'11 settembre non è
servito ai popoli oppressi del Sud del mondo, già fortemente
penalizzati dalle guerre dimenticate di cui sopra e da tante
ingiustizie, mentre ha sicuramente rimpinguato l’industria bellica
e le tasche di tanti trafficanti di armi. Ed anche bin Laden, che
nei misteriosi video pervenuti alla televisione Al-Jazeera continua
a proclamarsi difensore dei musulmani, sta sempre più mettendo nei
guai l’intero mondo arabo. È per questa ragione che nonostante le
‘guerre preventive’, il terrorismo ha già vinto a modo suo. Se
infatti per combatterlo si gettano le bombe all’uranio impoverito
– quando per inciso il kamikaze di turno potrebbe essere nascosto
dietro l’angolo del portone di casa nostra - e soprattutto le
democrazie rinunciano alle garanzie sancite dalle loro costituzioni
o dal diritto internazionale, "il serpente – recita un
proverbio africano - ha già posto le sue uova nel nido delle
aquile". Ecco perché tanti missionari e missionarie, che con
la nostra agenzia hanno un filo diretto, la pensano diversamente.
Essi credono che il modo più efficace per ricordare i morti di 'Ground
Zero' e sconfiggere il terrorismo consista nel rispettare i diritti
dei poveri, garantendo la giustizia globale, proprio come dovrebbe
avvenire al vertice di Cancun dell’Organizzazione mondiale del
commercio (Omc/Wto) che si è aperto ieri nella città messicana. A
pensarci bene, è quella la sede giusta per debellare i seguaci di
bin Laden e fugare gli oscuri presagi del nostro tempo.
di
padre Giulio Albanese
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