State of the World 2002, un Pianeta ancora in bilico
E’ uscita in questi giorni l’edizione italiana del prestigioso rapporto annuale del Worldwatch Institute, lo "State of the world 2002".

Il nostro Pianeta lancia segnali allarmanti ma anche qualche buona notizia. Invertire la rotta è possibile.

 

La popolazione mondiale continua a crescere in modo vertiginoso: 77 milioni persone in piu’ ogni anno, pari a 10 New York; crescono anche i rifiuti pericolosi, al ritmo di 300-500 milioni di tonnellate l’anno, mentre mediamente ogni individuo ha in corpo livelli di piombo da 500 a 1.000 volte più alti dei nostri antenati pre-industriali; le emissioni globali di anidride carbonica sono cresciute più del 9%, mentre continuiamo a perdere gli ecosistemi più preziosi per la biodiversità. Il 27% delle barriere coralline risultano oggi gravemente danneggiate, contro il 10% di dieci anni fa.
Ma per fortuna ci sono anche
buone notizie, a dimostrazione che con politiche ambientali efficaci si ottengono risultati importanti: ad esempio stanno calando le emissioni dei clorofluorocarburi, i gas dannosi allo strato di ozono, mentre multinazionali come la BP, la DuPont, e la Nike si sono imposte limiti di emissioni di gas serra. Recenti ricerche governative, sia negli USA che in Europa e in Giappone, mostrano che il ricorso a tecnologie pulite ed efficienti potrebbero portare a tagli sostanziali delle emissioni, a costi irrilevanti.
In tema di
salute, se diminuiscono i decessi dovuti ad alcune malattie (TBC, malattie polmonari); quelli da AIDS sono aumentati di sei volte dagli anni ’90. Una vera epidemia.

Come ogni anno, l’edizione 2002 dello State of the World («Stato del Pianeta e sostenibilità») del Worldwatch Institute, rappresenta un magistrale sforzo di sintesi e di aggiornamento sui temi più importanti, dal clima all’energia, dalla biodiversità al rapporto Nord-Sud del mondo. L’edizione italiana, curata, come avviene da 15 anni, dal Portavoce del WWF Italia Gianfranco Bologna, è edita anche quest’anno da Edizioni Ambiente. «
A dieci anni dal Summit di Rio, siamo ben lontani dall’aver risolto la marginalizzazione economica e ambientale che colpisce miliardi di persone», sottolinea il presidente del Worldwatch Institute, Christopher Flavin: «Nonostante la prosperità portata dagli anni 90, in molti paesi il solco che divide i ricchi dai poveri sta allargandosi, minando la stabilità economica e sociale. E le pressioni esercitate sui sistemi naturali - dal riscaldamento globale all’impoverimento di risorse primarie come l’acqua e il pesce - hanno ulteriormente destabilizzato il tessuto sociale».

Questa edizione speciale di State of the World si concentra sui temi che verranno trattati al World Summit delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, che si terrà dal 26 agosto al 4 settembre 2002 a Johannesburg, in Sud Africa. «Johannesburg ci aiuterà a capire se le nazioni sono in grado di affrontare insieme i problemi pressanti che affliggono l’umanità, o se resteremo vittime del percorso distruttivo che ci trascina al declino ambientale, al terrorismo e alla guerra» ha dichiarato Hilary French, Project Director dell’Istituto.
 

dal SITO del WWF ITALIA