TEMPO DI AVVENTO IL MISTERO NEL CUORE DELL'UOMO Non possiamo vivere senza speranza, fermi, chiusi in situazioni inestricabili. Tentiamo continuamente di aprirci un varco, di abbattere il muro che ci impedisce di andare oltre, liberi finalmente. «L'attesa è la trama stessa della vita. Essa la sottende di forza e di debolezza. Impaziente e placida, l'attesa accompagna la vita in tutte le sue ricerche, in tutti i suoi incontri. Ne raccoglie i segreti . E' di volta in volta il suo freno e il suo trampolino di lancio, la sua memoria e il fremito del suo cuore... L'attesa è in qualche modo completamente noi stessi, con le nostre qualità e i nostri difetti, con le nostre certezze e i nostri interrogativi, con i nostri bisogni e i nostri desideri» (F. Debuyst). L'attesa rende l'uomo sempre giovane, sul piede di partenza con l'antica audacia del folle volo. Si alimenta del presentimento di una novità imminente, che è già alle porte e che non bisogna lasciarsi scappare. Gli occhi si fanno attenti, la mano pronta: tutto è teso verso il futuro; con l'intima certezza che sta per arrivare la luce del mattino, che potremo incontrare Lui, finalmente ! E sarà festa. IL MISTERO LITURGICO Nel mistero dell'Avvento trovano voce le attese e le ricerche dell'uomo; in Cristo, salvatore di tutti e di tutto, esse trovano il compimento. La Chiesa ogni anno ritorna a celebrare tutto il mistero dell'uomo in Cristo; nell'avvento di Gesù celebra la sua prima venuta « nell'umiltà della nostra natura umana » (prefazio), quando egli portò a compimento la speranza d'Israele; e attende la sua seconda venuta, nello «splendore della sua gloria», alla fine dei tempi. Tra questi due termini si situa il continuo avvento del Signore nel mistero dei sacramenti e della vita cristiana. L'avvento celebra il mistero sempre in atto della venuta di Gesù, quella venuta che copre l'intero arco della della vicenda personale e dell'intera storia umana. L'attesa è unica e i suoi momenti sono legati insieme: l'avvento di Cristo nella carne è proiettato verso l'avvento quotidiano nella Chiesa e nell'uomo; questo a sua volta tende verso il compimento, il ritorno di Cristo: la parusia è il termine ultimo dell'attesa. « Noi non potremo pregare: "Vieni" con tanta sicurezza nel mistero, se egli non fosse gia venuto; neppure potremo dire con tanta fermezza me mistero: " Egli è qui ", se non fossimo convinti nella fede che egli verrà per perfezionare il suo regno per l'eternità » (O. Casel) Tre persone si presentano successivamente nell'Avvento come guide all'incontro con Cristo: Isaia: è il profeta della speranza d'Israel, che fa emergere le attese dell'uomo per annunciarne il prossimo compimento nel Salvatore. Giovanni Battista: invita alla conversione; per andare incontro a Cristo bisogna uscire dalle proprie sicurezze, dal proprio mondo; si incontra Cristo nel cambiamento, nella novità. Maria: la donna della disponibilità che a differenza di Eva accetta il progetto di Dio. « I fedeli che vivono con la liturgia lo spirito dell'Avvento, considerando l'ineffabile con cui la Vergine Madre attese il Figlio, sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, «vigilanti nella preghiera, esultanti nella lode» (MC 4)
tratto dal Messale Festivo
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