GLI ACCUSATI REPLICANO: SI TRATTA DI QUANTITAŽ IRRILEVANTI

«Vendute sementi transgeniche»

Denunciate per frode 10 aziende biotech


TORINO

Frode in commercio e violazione del decreto legislativo 212/01, che disciplina la vendita in Italia di sementi geneticamente modificate. Sono le accuse che la Procura di Torino muove a una decina di grandi aziende di biotecnologie agricole che nei mesi scorsi avrebbero immesso sul mercato nazionale tonnellate di sementi di granturco transgenico, allŽinsaputa dei coltivatori che le hanno acquistate. Nel mirino del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello sono finiti i responsabili italiani di alcune fra le maggiori multinazionali del settore, come le americane Monsanto e Pioneer Hi-Bred, lŽelvetica Syngenta e la francese Verneuil. Ai primi due è stato anche inviato un avviso di garanzia in cui si ipotizza la violazione dellŽarticolo 650 del codice penale, cioè lŽinosservanza di un provvedimento dellŽautorità. Secondo il magistrato torinese, Monsanto e Pioneer si sarebbero rifiutate di sospendere la diffusione delle sementi sospette, come richiesto dal Ministero delle Politiche Agricole in attesa che si completassero le analisi. LŽinchiesta di Guariniello ha preso il via da un campionamento per verificare lŽeventuale presenza di Ogm, svolto nei mesi scorsi dallŽEnse, lŽente pubblico di controllo delle sementi. Su un centinaio di sementi di mais prese in considerazione, i ricercatori hanno scoperto tracce di organismi geneticamente modificati in una cinquantina di casi, allŽinterno di sacchi di granturco proveniente da Stati Uniti, Canada, Turchia e Ungheria. Sulle confezioni, tuttavia, il mais era indicato come «semente tradizionale», cioè priva di Ogm. In attesa delle controanalisi (che hanno poi confermato i dati del primo controllo), il Ministero delle Politiche Agricole ha chiesto con una circolare alle aziende produttrici di sospendere la commercializzazione del granturco, ma non tutti hanno accettato. Monsanto e Pioneer avrebbero risposto di non fidarsi delle analisi dellŽEnse, aggiungendo inoltre che ormai la maggior parte delle sementi era già stata messa in coltura sia in Italia che allŽestero. Di qui lŽulteriore accusa di inosservanza di provvedimento dellŽautorità. «Non abbiamo mai sostenuto lŽinattendibilità delle analisi dellŽEnse - si difende il portavoce della Monsanto, Edoardo Ferri - ma abbiamo chiesto di effettuare analisi di tipo quantitativo, le uniche in grado di accertare la presenza di Ogm in sementi tradizionali». Secondo la multinazionale americana, la presenza di sementi transgeniche era «accidentale e minima, inferiore allo 0,1 per cento». «In agricoltura il concetto di purezza assoluta non esiste - aggiunge Ferri - la produzione di sementi avviene nei campi e non in camere sterili, senza contare le fasi di stoccaggio e di trasporto». Per Leonardo Vingiani, direttore dellŽAssobiotech (lŽassociazione che raggruppa le industrie biotecnologiche), «In Italia circolano le stesse sementi commercializzate in tutta lŽUnione Europea, con i più elevati standard di sicurezza e qualità, ma solo da noi vengono messe sotto inchiesta. Mi auguro che il ministero Alemanno chiarisca al più presto alla magistratura il significato della circolare tecnica dei mesi scorsi». Soddisfazione invece fra gli ambientalisti. LŽex ministro delle Politiche Agricole Alfonso Pecoraro Scanio, annuncia che «i Verdi si costituiranno parte civile nellŽeventuale processo sulle sementi Ogm illegalmente diffuse nel nostro Paese»; mentre la senatrice Loredana De Petris (Verdi) si augura che lŽindagine della Procura di Torino «Consenta di mettere in luce le gravi responsabilità penali delle imprese multinazionali, che importano deliberatamente nel nostro Paese sementi transgeniche, nonché le carenze di controlli alle frontiere, che non consentono di bloccare e rispedire al mittente le partite contaminate».

Giorgio Ballario

testo integrale tratto dalla "La Stampa" - 7 agosto 2002