Re Hendel:

Il Re aveva appena terminato di firmare gli ultimi papiri, e si preparava a ritirarsi nelle sue stanze. La sera era umida e afosa, e la luce della luna entrava dalla vetrata inondando la stanza del suo alone quasi spettrale. Perdendosi in quell'immensità, Hendel stette a guardare quello spettacolo, il silenzio interrotto solamente dal canto di una civetta, dall'ululato di un lupo o dalle risa provenienti dalle stanze sottostanti, dove con tutta probabilità i cortigiani non avevano ancora finito la birra…

Un sorriso si dipinse sul volto del Re, mentre voltava le spalle alla vetrata, raccoglieva la spada e se la cingeva in vita. Ma quando ebbe finito, capì subito che qualcosa non andava. Uno spiffero d'aria gli era arrivato sul collo, nonostante porta e finestra fossero chiuse dal pomeriggio di quello stesso giorno. Preoccupato, il Re si voltò, e fu subito certo di trovarsi di fronte ad un assassino.
Era un uomo non molto muscoloso, ma alto quasi quanto Hendel, vestito interamente di cuoio nero, e un cappuccio di raso gli nascondeva il volto. Il ragazzo capì immediatamente che qualcuno aveva ordinato la sua morte.
Sicuro di ciò che faceva, il Re decise di attaccare per primo. Aspettare non gli sarebbe servito a nulla…
Senza dire una parola e sfoderando la spada di Jacques De Molay, che illuminò con la sua luce biancastra tutta la stanza, il Re si gettò su quell'uomo. Quest'ultimo ebbe solamente un attimo di esitazione, prima di muoversi di lato ed evitare senza sforzo l'attacco del Re. Fu in quel momento, ricordando tutti gli allenamenti fatti, che Hendel capì di non avere di fronte un uomo comune. Nessuno si poteva muovere con tanta velocità.

Il cappuccio dell'assassino si spostò un secondo, tanto da permettere al re di vedere il ghigno che era disegnato sul suo volto. Non aveva mai visto quell’uomo prima. L'assassino tirò fuori una spada corta, in una frazione di secondo, la cui luce rossastra era spaventosa. Le pulsazioni della lama sembravano renderla viva. Incurante dell'avversario che gli stava davanti, l'assassino si mise lentamente a parlare con la sua spada. Il Re riuscì a sentire chiaramente quasi tutto, e fu terribilmente colpito da quella strana conversazione.

"Guarda... come mi avevi chiesto... sangue di Re... sangue Reale..." l'assassino guardò Hendel, poi riprese a parlare: "Era questo che mi avevi chiesto, non è così?"

Hendel in quel momento rimpianse amaramente di non essersi mai voluto applicare allo studio delle arti magiche, che in una situazione del genere gli sarebbero senz'altro risultate utilissime... non ebbe tempo per finire di formulare i suoi pensieri comunque che il ragazzo si trovò a dover disperatamente parare attacchi rapidissimi da parte dell’assassino…

L’uomo era davvero molto abile, e oltre alla lotta tra i due si aggiunse comunque una lotta tra la magia delle pietre che vi erano incastonate ai rispettivi pomi. La pietra di Molay risplendeva della sua spettrale luce bianca mentre quella dell’assassino risplendeva di una sanguinaria luce rossastra, cupa… durante il combattimento i due sembravano soltanto allungamenti delle rispettive armi, e lasciavano dietro di loro scie luminose…

“Cosa vuoi da me?” Hendel affannò queste parole parando contemporaneamente un affondo del suo aggressore.
“Io? Nulla…” l’assassino sembrava non fare fatica mentre combatteva…
“E allora perché mi stai attaccando, stupido?” il respiro di Hendel era affannoso.
“La mia spada… la mia spada ha bisogno di sangue, sangue reale…”

Hendel rimase sbalordito a queste parole, e l’assassino colse immediatamente l’incertezza del ragazzo, che finì disarmato e cadde a terra sbattendo contro il suo stesso trono… in quel momento, e solo in quel momento, Hendel capì che non ce l’avrebbe fatta… chiuse gli occhi, e in un istante vide tutto ciò che aveva fatto e provato…

Vide William Wallace, che l’aveva accolto e protetto quando lui era solo un ragazzino in cerca di gloria… senza dubbio la figura guida del ragazzo…
Mastro Shokon, il Mentore di un’accademia che troppo spesso era rifugio del ragazzo, quando lui si confidava con il vecchio druido anche per ore, rendendolo parte dei suoi dubbi e delle sue paure…
Gli venne in mente Kystris, suo primo e grande amore, e non potè fare a meno di ripensare al suo vecchio amico Sss’ra, il mezzelfo… nonostante le cose tra loro non fossero più come prima, in cuor suo il ragazzo lo stimava come il suo amico più caro…
E poi c’era Milady Arwen, la donna che più di tutte gli aveva fatto capire la sua personalità, e l’aveva consolato nei momenti difficili… era l’amore per l’elfa che lo spingeva ad andare sempre avanti, prendendola come esempio quando anche lei si era trovata in momenti bui…
Ryuji… Hendel non poteva fare a meno di sorridere ripensando al suo amico, senz’altro uno delle cose che al ragazzo erano più care… gli sarebbe mancato, certo…
Anubi… assieme avevano superato un momento difficile, ora erano più amici che mai, e anche quella fu una separazione che al ragazzo pesò moltissimo…
Poi c’era Last… l’unico che riusciva a far sorridere Hendel anche quando quest’ultimo non era d’umore adatto neppure per fare una cavalcata…
Poi c’era Huma… il suo ultimo maestro, che però non gli avrebbe mai più potuto insegnare nulla…
E tutte le altre persone che erano state sempre vicine al ragazzo…
L’ultimo pensiero di Hendel fu per Nabir… si rispecchiava moltissimo in quel giovane, e in lui riponeva tutte le speranze di un regno…

Aprendo gli occhi, Hendel vide l’assassino chino su di lui, la lama che gli si stava avvicinando velocemente alla gola…

Immaginandosi ad attraversare il ponte di spade e a banchettare con gli altri suoi amici defunti nell’aldilà, Hendel morì, la gola squarciata da quella lama che ora gli stava persino prosciugando la sua linfa vitale…

Pochi istanti dopo arrivarono le guardie di palazzo, trovando l’assassino di Hendel nella stanza e il Re morto ai piedi del suo trono…

Wallace Breton

William stava scrutando l'orrizzonte dal castello di Lyonnesse, non era in cerca di qualcosa, forse...cercava tranquillità, non credeva che Lyonnesse fosse cosi tanto infestata dalle forze del male, pensò allo scontro con Baal, grande e potente mago, fu l'unico Demone che riusci a scalforgli la corazza...
Lo sguardo di William si pose sul portone proprio un secondo prima che qualcuno, moltro probabilmente un servo bussò.
"William apra"
Il cavaliere non aveva intenzione di essere disturbato, da un po' di tempo a questa parte era diventato burbero e scortese.
"Signore è davvero importante"
William non si mosse.
"Signore porto notizie da Mull, porto notizie di Hendel mi apra"
William alzò lo sguardo incuriosito e apri il portone
"dimmi servo cosa Hendel ha da riferirmi e poi torna alle sue mansioni"
"William, lo so che detto cosi è crudo, ma..."
il servo esito un secondo, poi riniziò
"Hendel ha avuto uno scontro, non ce l'ha fatta signore"
William rimase immobile.
"Hendel il Re di Mull?" la voce di William era tremolante.
"si signore, hendel Cadarn" il servo era impaurito
"vattene, vattene VATTENEEEEEEEEE" William urlò queste parole, sfoderò la grande spada del nord e la scaglio sulla porta riducendola a mille frammenti.
Il servo impaurito scappò via e scese le scale velocemente, scivolando e rotolando...
"NNNNNOOOOOOOOOOOOOOOOOO" l'urlo di William echeggio su tutte Lyonnesse.
"devo andare a Mull, so di non essere il benvenuto ma nessuno mi impedirà di vedere il suo cadavere, anche a costo di buttare giù muri" penso fra se e se.

Anubi Templar

Non ho parole...
Non so cosa vi sia capitato Hendel però vi chiedo di ripensarci sulla decisione presa.
Sembrava che andasse tutto così bene e invece propio mentre meno te lo aspetti ecco il colpo di grazia.
Non so che dire , aspetto i pensieri degli altri reggenti.

Ryuji Beoulwe

"La razza degli uomini e' assurda...pensano da eroi,ed agiscono da demoni..."

La frase fece sobbalzare il ragazzo dal letto.
Sudato e ansimante,Ryuji Beulwe si alzo'...il torso nudo,la fronte sudata..Il maestro di Veleni aveva avuto risvegli migliori.
Si sedette sul letto,cercando la spada..accertandosi che fosse ancora al suo' posto.
D'un tratto la pietra che porta al collo lo fece quasi cadere per terra.
Quando la afferro tra le mani,la mente di Ryuji venne invasa da un turbinio incessante di pensieri.
Attraversava un tunnel bianco dove ai lati erano impressi i volti delle persone a lui care..alla fine ci fu' il buio,e un urlo echeggio' per le orecchie di Ryuji.
La voce era di Hendel.

<2° giorno di viaggio. Tratto dal Diario del maestro di Veleni>

"Da Samistris a Mull la strada e' lunga,ma le mie ossa sentono il pericolo nell'aria...sento che e' successo qualcosa di terribile...
Non posso ignorare tutto cio',anche se si tratta solo di un'impressione..
Non ho avuto neanche il tempo di avvisare Anubi,mentre un messaggero sta' gia cavalcando alla volta di Sirtemis,avvisando Arwen..
Ma perche'?
Perche' sento che stavolta Mull e' ad una svolta decisiva?"

Fine delle pagine del Diario.

Arrivai a Mull quando era gia' notte fonda..Odiavo entrare all'interno del cortile in silenzio,come un ladro ma non avevo molta voglia di spiegare alle guardie che un reggente si era mosso dal suo posto giudato da sensazioni..
Salii fino al primo piano dell'enorme palazzo di Hendel,fino ad arrivare dinanzi la sala del trono..
Mi issai dal balcone..dietro la finestra vetrata vedevo il buio.
Aprendo quella sarei entrato nella sala del trono,ma c'era qualcosa che mi bloccava..
La leggera armatura Verde-Nera sembrava pesantissima,e la pietra stessa sembrava quasi parlarmi..
D'un tratto la finestra si aprii,e da dietro le tende apparve un uomo incappucciato..vestito di nero.

"Fermo!! Che ci fai nella sala del trono?"

L'uomo si fermo,restando a guardarmi.Poi esclamo':

"Se gli uomini d'arme di Mull sono come il tuo Re,non ho nulla da temere"
"Hendel?!? Cosa gli hai fatto dannato??"

Preso dalla furia mi scagliai contro l'uomo che mi evito facilmente..Tentai di colpirlo con un calcio,ma evito' anche quello..

"Potente...ma non abbastanza"

Poi,come era venuto, l'uomo spari senza lasciare traccia...Spaventato e inorridito entrai nella sala del trono scorgendo Hendel accovacciato.

"Hendel,mio dio...cosa e' succ.."

Trasalii..
La gola di Hendel era solcata da un'enorme squarcio.
Il Re di Mull era prossimo alla morte.

"No,Hendel...non puoi,lo sai..." Ripetevo queste frasi tra me e me..ero scosso e angosciato ma non potevo farmi prendere dal panico.

Liberai tutta la mia aura di Veleno ricoprendo Hendel per intero. La luce verde inondo' la stanza finche la bianca pietra che portavo al collo inizio' a risplendere interferndo con la mia aura..

Una serie di fasci di luce bianca esplosero per la sala investendo me ed Hendel.
Vidi la ferita al collo del Re rimarginarsi ed il sangue sparire.
Poi tutto svanii.

La ferita al collo di Hendel era si' svanita,ma il ragazzo non tornava a prendere conoscenza.
Presi tra le braccia Hendel e scappai di corsa per le scale,uscendo dal palazzo, portando Hendel in mezzo al cerchio di pietre.
Non era difficile intuire cio' che stava accadendo.
La vita di Hendel era sospesa in un sottile filo.
Adesso sta' a lui lottare per tornare alla vita.

Huma

Un corvo volava nella notte nera ... il corvo volava instancabilmente da giorni, il suo volo era cominciato dalla rocca di Mull, aveva attraversato tutta Sanctuary per giungere all'isola della Regina Nera, isola vulcanica posta ai limiti del mondo conosciuto. Aveva notizie per il suo padrone, il discepolo di Luca{GodOfWar}, il signore del Caos Huma, lama tra le migliori dell'intera Sanctuary. Dall'alto l'isola si presentava come un'unica distesa di lava ardente, ma dopo un esame piu attento si poteva notare una sottile torre di ossidiana sorgere nel mezzo della piccola isola. Era questa la dimora dove il Signore del Caos aveva scelto di ritirarsi a meditare prima di ritornare a diffondere il messaggio di morte e distruzione di cui era portatore. Il corvo si diresse verso la terrazza posta sulla sommita' della torre, qui vi era un figura a braccia conserte vestita di un'armatura scura come le profondita' abissali con riflessi rossi come le fiamme dell'inferno; Huma tese un braccio verso l'alto e il corvo vi si poso'. Gli occhi dell'uccello diventarono rossi come braci ardenti, il signore del Caos, dopo averlo guardato brevemente, annui' e disse:"E giunto il momento di abbandonare quest'isola maledetta ... Mull stai per ricevere una visita che squotera' le tue mura fino a farle crollare".

Arwen Templar & Demian

Con sorriso malinconico Arwen scrutava il tramonto dal balcone della chiesa che si erigeva maestosa sulla scogliera di Syrtemis “non ricordo di aver mai visto colori simili .” pensava fra sé e sé completamente catturata dal paesaggio… dondolandosi sul parapetto della balconata avvertì improvvisamente un alito di vento gelido sulla nuca e con gli occhi fissi sugli scogli a picco sul mare vide il preziosissimo ciondolo donatole dal suo amato Re precipitare velocemente, abbandonando il suo candido collo, verso le rocce per poi essere ingoiato dai flutti un istante dopo. Un brivido le attraversò la schiena e pietrificò il suo sguardo “Hendel…Hendel è morto” balbettò con voce tremolante. Un momento dopo la pietra cominciò a gridare, ma avvertito lo stato d’animo dell’elfa lo stridulo cicaleccio cessò repentinamente o forse era l’elfa che per una volta tanto aveva smesso di ascoltare.Una lacrima densa di ansia e commozione le solcò il viso andandosi a mescolare con la spuma delle onde. “Milady, mi avete chiamato?” Arwen scostandosi dal parapetto volse lo sguardo verso l’interno della chiesa scorgendo Demian , con fare interrogativo scosse la testa e inspirando l’inebriante odore salmastro esalò un tristissimo “N-No.,ma sellate i cavalli….andiamo a Manastris….” e chiudendo gli occhi sussurrando aggiunse “..a salutare il Re…a dire addio al mio dolce Hendel”. Demian annuì incerto e abbandonò velocemente la navata.Rimasta sola innalzando la sguardo verso gli archi di pietrà si abbandonò a un urlo di dolore cadendo in ginocchio e accasciandosi sul freddo lastricato.Pochi minuti dopo Driel, il suo fedele unicorno, la conduceva alla volta di Mull al suo seguito solo Demian che silenziosamente, ma con sguardo implacabile si chiedeva che cosa spingesse Arwen a cavalcare così velocemente per raggiungere la capitale e il suo maestro. “è al cerchio di pietre” avvertì una volta arrivata davanti alle porte del castello, spronando Driel verso il luogo sacro urlò un secco “Herael salite nella stanza del trono e prendete la corona reale poi raggiungetemi al cerchio di Pietre”….infatti dopo poco scorse Ryuji che arrancando aveva appena lasciato il corpo del Re esanime in mezzo allo Stonecircle ….”Ryuji, il dolore ha sopraffatto la vostra ragione…Hendel non tornerà e voi lo sapete bene…”a quelle parole Demian appena giunto e sceso da cavallo trasalì crollando a terra in ginocchio prendendo a fissare il terreno incredulo. Arwen presa la corona da terra dopo il tracollo di Demian si avvicinò al suo Re oramai privo di vita, disincastonando la pietra di Earendil e sussurrando “.. sapete che appartiene a Voi..” inginocchiandosi appoggiò la mano sul cuore di colui che per tanto tempo l’aveva amata con tanta dedizione e i ricordi s’impadronirono di lei..
*Il loro primo incontro era avvenuto quando lui era poco più che un ragazzo che aspirava a divenire cavaliere.. ricordava con chiarezza il taglio sul palmo con cui le aveva giurato che finchè avesse avuto vita l’avrebbe appoggiata nel suo amore per Panamon contro il Re che la osteggiava.. tutta la dedizione che le aveva dimostrato quand’era in fin di vita alle porte di Couronne.. la scoperta della sorgente sotterranea, i vestiti che aveva cucito per la sua incoronazione e l’utilizzo del palantir quando Hendel pronunziava parole che egli stesso non comprendeva.. in lingua elfica per giunta. Fino alla dichiarazione del suo eterno amore che ella non avrebbe mai potuto ricambiare nel modo in cui egli avrebbe voluto*
Ma infondo lo aveva amato… a modo suo, ma lo aveva amato e vedendolo giacere a terra senza vita le aveva fatto capire che con la morte del suo Re era morta anche una parte di lei “continuerai a vivere in me”pensò e con gli occhi gonfi di lacrime estrasse il pugnale, incise il petto di Hendel estraendone il cuore e riponendolo in uno scrigno.afferrando la pietra che fino ad allora era stata incastonata nella corona la pose al posto del cuore “la luce di Earendil vi accompagnerà nel vostro viaggio verso l’eternità… in cui io non vi lascerò mai” disse singhiozzante, “Demian rimarginate l’incisione”. IL mago sempre con lo sguardo fisso a terra mosse un dito castando l’incantesimo come un automa e facendo scomparire ogni traccia del taglio dal torace del nobile cavaliere che anche se per breve tempo era stato il suo maestro. Arwen prese tra le mani lo scrigno e stringendolo a sé si abbandonò allo sconforto e all’immensa tristezza che comportava l’aver perso il suo Re, il suo migliore amico, il suo amante….il suo Hendel.
“Vado a Rivendell…ho bisogno di stare da sola…se avete bisogno di me , Ryuji, sapete dove venirmi a cercare…a presto” e scomparve all’orizzonte lasciando dietro di sé una polverosa scia di struggenti lacrime.

Daviz Breton

Come ogni sera era preso dai suoi esercizi di concentrazione. Anche se lontano dal suo ducato e in soggiorno a Lyonesse, non avrebbe rinunciato alle sue abitudini. In fondo era pur sempre uno stregone, anche se negli ultimi tempi aveva imparato a conoscere molto bene le arti dell'avvelenamento e dell'omicidio... D'improvviso un sussulto interruppe la sua meditazione. Era possibile che...? Doveva essere in errore!
Erano in pochi a conoscere il segreto di quella lama, e ancora meno a percepirne la sua vita oscura. Era impossibile che fosse tornata a colpire... tornò alla sua concentrazione, anche se i suoi pensieri non lo lasciavano concentrare. Improvvisamente i suoi dubbi si fecero più forti, il dolore fu come uno squarcio nella sua mente. Capi che la lama era stata ritrovata, e che era ora di mettersi in viaggio alla ricerca della sua vittima. Unica era la cura al taglio di quella lama. Anche se il taglio fosse stato mortale esisteva una cura, purchè somministrata in tempi brevi e nel giusto modo. Sapeva che ciò che avrebbe dovuto fare adesso era cercare Shokon e partire alla ricerca dello sventurato che aveva subito tale ferita...