RADIAZIONI SENZA FRENI

L’incubo di una irrimediabile catastrofe nucleare è una costante della nostra epoca, benché negli anni passati le lotte contro il nucleare abbiano quanto meno ottenuto l’effetto di porre qualche freno alla sua materializzazione.

Da qualche tempo però, a dispetto della mobilitazione che a Scanzano Jonico ha mostrato quanto nocivo sia anche “solo” lo smaltimento delle scorie radioattive prodotte vent’anni fa, diversi segnali mostrano come i nuclearisti siano tornati alla carica. La paventata crisi energetica, con l’aumento della richiesta di energia ad uso industriale, anziché suggerire domande sul senso di questo obbligo alla crescita infinita, è da anni l’argomento principale per sostenere la necessità di nuove centrali nucleari laddove già esistono e per riprendere i programmi di sviluppo nucleare laddove le popolazioni ne avevano chiesto il bando. Parallelamente, la possibilità che alcuni Stati non allineati con le potenze occidentali, come l’Iran e la Corea del Nord, sviluppino programmi nucleari, viene agitata come spauracchio per giustificare l’esistenza e l’incremento degli enormi arsenali a disposizione degli Stati più potenti.

Inoltre, ricerche più recenti mirano alla messa a punto di armi nucleari di potenza ridotta che aggirano completamente gli accordi internazionali nati per limitarne la proliferazione. Oggi, fra le sostanze utilizzate, oltre all’uranio arricchito e al plutonio è diventato fondamentale il trizio che, essendo un gas radioattivo molto volatile e pervasivo, va prodotto con continuità ed è meno controllabile poiché ne bastano pochi grammi. Già si stanno sperimentando bombe nucleari a bassissima potenza, nascoste dalle radiazioni che il massiccio uso di proiettili ad uranio impoverito sta diffondendo ovunque intervengano gli eserciti occidentali. Il ricorso indiscriminato ai proiettili ad uranio impoverito, infatti, più che essere motivato da ragioni militari (li usa anche l’esercito israeliano contro i palestinesi, notoriamente dotati di formidabili tank e di bunker!), sembra essere un escamotage per mascherare gli esperimenti sul campo e per saggiare le reazioni internazionali.

Tutto ciò serve in definitiva a forzare con i fatti ogni, se pur vacillante, resistenza alla contaminazione generale di quanto resta del nostro ambiente di vita e a mettere tutti davanti al fatto compiuto: dobbiamo rassegnarci a vivere sotto la minaccia di un annientamento completo continuando a godere delle delizie della radioattività.


L'IVECO E I SUOI COMPLICI

Quando si sente parlare dei settori di punta dell’economia italiana è facile immaginarsi la moda, il turismo, la gastronomia etc. eppure si tende quasi a tenere nascosto che l’Italia è uno dei paesi con le industrie più affermate a livello internazionale nel traffico di armi "legale". La polizia americana ha in uso un tipo speciale di Beretta, mentre Finmeccanica vende elicotteri militari ai Turchi che utilizzano poi contro i Curdi.

Decine di popoli in tutto il mondo, milioni di uomini e donne mutilati o uccisi in tutto il mondo sanno quanto siano micidiali le mine antiuomo prodotte in Italia (es:Valsella e S.e.i di Brescia), congegni talmente sofisticati ed efficaci da essere richiesti da gran parte degli Stati del pianeta. L’IVECO DEFENCE VEHICLES con sede a BOLZANO in via Volta 6, sviluppa, ingegnerizza, produce e vende veicoli militari, sia autocarri che blindati. La gamma prodotti comprende: Autocarri tattici da 1,5 a 17,5 tonnellate di carico utile, trattori per trasporto corazzati, motopropulsori per blindati e corazzati, sia su ruote sia su cingoli. Infine produce anche veicoli blindati e corazzati (in collaborazione con Otobreda) per: ricognizione, combattimento, trasporto truppe, comando e supporto. (www.aiad.it)

L’Iveco oltre a fornire agli eserciti di mezzo mondo veicoli militari di "alto livello" come i Centauro, costruisce blindati antisommossa per le repressioni interne agli Stati. Recentemente l’Iveco è impegnata anche nella fornitura alla Cina di furgoni, che il governo di Pechino trasforma in camere della morte ambulanti, dove potervi effettuare l’iniezione letale: un metodo escogitato dai burocrati cinesi per risparmiare tempo e denaro.

Sono diverse decine le aziende in Italia che hanno fatto della guerra una miniera d’oro per le proprie tasche, molti "grandi" imprenditori di successo non hanno avuto problemi di coscienza a intascare profitti sporchi di sangue, grazie alla violenza di cui questa società ha bisogno per sopravvivere; in questo mondo alla rovescia sono loro i vincenti.

Uno dei partner più importanti per l’Iveco Defence Vehicles è la fabbrica Oto Breda, assieme alla quale ha prodotto e produce mezzi come: il C-1 ARIETE, PBL PUMA 4x4 e 6x6 e il B-1 CENTAURO. Oto Breda è leader mondiale nella produzione di artiglierie navali di piccolo e medio calibro. Insieme all’Iveco di Bolzano attualmente è in corso la produzione di veicoli da combattimento DARDO per le Forze Armate Italiane e di blindati CENTAURO per l’esercito spagnolo che si aggiungono a quelli già forniti alla Difesa italiana.

Altra azienda che appartiene al gruppo Iveco (dal 1986) è l’Astra di Piacenza, le cui commesse sono costituite per il 30% da commesse militari, produce autocarri tattici e logistici per impiego militare a 2-3-4 assi a trazione totale (4x4-6x6-8x8).

Ecco alcune informazioni sulle suddette aziende che potrebbero rivelarsi utili per quegli individui che avessero voglia di manifestare il proprio disprezzo nei confronti dei padroni di queste infami industrie:

Iveco Defence Vehicles - Via A.Volta 6 - 39100 Bolzano (BZ) - Tel. 0471/905111 - Fax 0471/905422 - e-mail dvdbz.com@iveco.com

Oto Breda - Sede principale - Via valdilocchi 15 - 19136 La Spezia (SP) - Tel. 0187/5811 - Fax 0187/582669 

Altre sedi (Oto Breda) - Via Lunga,2 - 25126 Brescia - Tel. 030/37911 - Fax 030/322115

La contestazione ad una guerra non può essere separata dalla critica alla società che la permette e agli strumenti che essa utilizza per procurarsi le risorse necessarie per la sopravvivenza, quando questi riducono gran parte dei popoli del pianeta alla fame, alla povertà e alla miseria, terroristi sono gli Stati, gli imprenditori delle multinazionali e delle industrie belliche, i media che asserviti al potere dissodano il terreno nella testa della gente, preparandola a fargli accettare le guerre come missioni di pace o missioni umanitarie, le devastazioni ambientali come progresso e civilizzazione, lo sfruttamento come condizione accettabile e spesso inevitabile; è questa la musica che continueremo a sentire nei prossimi anni se non reagiremo.

Antimilitaristi


PRODOTTI IN ITALIA I NUOVI ELICOTTERI DI BUSH (E DI BLAIR)

Un’azienda italiana, l’AgustaWestland del gruppo Finmeccanica, collaborerà con la Lockheed Martin e la Bell helicopter alla produzione di 23 nuovi elicotteri per il presidente degli Stati Uniti. » la prima volta nella storia che il governo statunitense affida ad una azienda straniera un tale compito. Questo “trionfo” dell’industria bellica italiana deve aver spinto il governo britannico a rinnovare i contatti con l’AugustaWestland, che già produce l’elicottero più usato dall’esercito inglese. Entro la fine dell’anno verrà firmato un nuovo contratto, dal valore superiore al miliardo di sterline, per la costruzione di una nuova flotta di elicotteri nonché per l’assistenza a quelli vecchi. Il presidente della Finmeccanica, Francesco Guarguaglini, e quello della AugustaWestland, Amedeo Caporaletti, hanno dichiarato di essere ´molto soddisfattiª.

Nuovi strumenti di morte saranno quindi costruiti a due passi da casa nostra, nello stabilimento italiano della Agusta, in provincia di Varese.

AGUSTA - Via Giovanni Agusta, 520 - 21017 Cascina Costa di Samarate (VA) - Tel. +39 0331 229111 - Fax +39 0331 229605 - e-mail: agusta@it.agusta.com


SOCIETA' PRIVATE MILITARI E DI SICUREZZA

Le PMC e PSC (Private Military and Security Companies), denominate anche MSC (Military and Security Contractos) sono società private che forniscono assistenza di natura logistica, intelligence, manutenzione di arsenale bellico, partecipano o sostengono le operazioni militari sul campo e svolgono attività di polizia militare, trasporto di personale e di materiale bellico. Tra le loro mansioni vi è anche il “monitoraggio” post-bellico ed elettorale e operazioni di “peace-keeping” (mantenimento della pace, nella neolingua del dominio). Si tratta in pratica di compagnie di mercenari pronti a essere ingaggiati da governi, multinazionali, organizzazioni internazionali (quali l’ONU), ma anche da ONG e organizzazioni umanitarie: da chiunque sia desideroso di difendere i propri interessi nei paesi colpiti da conflitti bellici e che trovi spazio e ragione di esistere nelle numerose situazioni di instabilità politico-militare di molti paesi. Conoscere bene il territorio dove si opera per poter meglio agire: è questo il compito delle MSC, spesso collegate fra loro e di difficile identificazione. Un lavoro delicato, svolto per il miglior offerente. » noto che un buon numero di PMC ha svolto attività strettamente connesse con l’uso della forza armata in contesti di guerre civili e conflitti internazionali. Per esempio, alcune PMC hanno fornito protezione a quelle multinazionali attive nel settore petrolifero e minerario, garantendo la salvaguardia degli impianti e l’incolumità dei dipendenti. Si tratta di una attività fortunatamente non priva di rischi, come dimostra quello che è successo a Falluja, dove i quattro “civili” americani uccisi erano dipendenti della Blackwater Security Consulting, società con sede nella Carolina del Nord (e che aveva stipulato nel 2002 un contratto per l’addestramento dei corpi scelti della marina statunitense). Altre PMC direttamente coinvolte in operazioni militari sul campo sono state le britanniche Sandline International e Gurkha Security Group e la sudafricana Executive Outcomes.

In Italia c’è la società EQUILIBRI, con sede a Firenze, che svolge le stesse attività di una PSC., rilevando informazioni riguardanti il contesto sociale, politico ed economico del paese in conflitto. Tra i suoi maggiori clienti annovera: agenzie private che operano nei settori tecnologico, meccanico e dei servizi; banche commerciali; ONG. Ha rapporti di interscambio con centri studi, mass media e università (tra cui gli atenei di Firenze, Forlì, Genova, Gorizia, Milano e Roma), con il Centro Militare di Studi Geo-politici e Geo-economici, il Centro Studi Strategici e Internazionali e con il Missionary Service News Agency.

La sede operativa è in via di Rusciano 4/r a Firenze. Tel. 055-685790. E-mail: info@equilibri.net. Web site: www.equilibri.net. La sede legale è in via G.F. Mariti 8. Referente della società è Giacomo Goldkorn CIMETTA - Cell. (39) 3494972144. E-mail: g.goldkorn@equilibri.net.